E’ morto Vittorio Emanuele di Savoia

E’ morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e della regina consorte Maria José. A dare la notizia la Real Casa. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. “Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 Febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”, si legge nella nota della Real Casa di Savoia.

Vittorio Emanuele di Savoia, nato a Napoli il 12 febbraio del 1937, ha vissuto in esilio dal 1946, dopo il referendum che sancì la vittoria della Repubblica, al 2003, anno in cui la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi in Italia fu cancellata. Era sposato con Marina Doria, da cui ebbe un figlio, Emanuele Filiberto.

Durante l’esilio, visse in Svizzera, a Ginevra, e svolse l’attività di intermediario finanziario. Nel 1978, Vittorio Emanuele di Savoia fu arrestato, con l’accusa di aver ucciso in una sparatoria Dirk Hamer sull’isola di Cavallo. Durante la notte fra il 17 e il 18 agosto di quell’anno, Vittorio Emanuele si trovava sul suo yacht in Corsica, vicino ad altre due imbarcazioni: il Mapagia, a bordo del quale vi erano alcuni turisti tedeschi, fra cui Dirk Hamer, e il Coke del medico romano Nicky Pende, con alcuni ospiti. Questi ultimi decisero di usare il gommone di Emanuele Filiberto per arrivare al porticciolo. Vittorio Emanuele, non gradendo la cosa, salì, armato di carabina, sul Coke di Nicky Pende per chiedere spiegazioni. La situazione degenerò però rapidamente: Vittorio Emanuele infatti decise di sparare un colpo per “intimorire gli avversari”, come spiegò egli stesso. Nicky Pende immediatamente si gettò su Vittorio Emanuele, il quale sparò un secondo colpo, che colpì Dirk Hamer, un giovane che si trovava sull’altra imbarcazione. Hamer venne portato in ospedale, ma morì alcuni mesi dopo, l’8 dicembre 1978.

Nel 1991 Vittorio Emanuele fu prosciolto dalla Camera d’accusa di Parigi dall’accusa di omicidio volontario e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco “fuori dalla propria abitazione”. Un processo che fu definito “comprato, una barzelletta, una vergogna” da Nicky Pende. Anni dopo, Vittorio Emanuele venne arrestato per un’altra vicenda giudiziaria: lo scandalo Vallettopoli. Ad arrestarlo il pm John Woodcock. Nel 2006, mentre era in custodia nel carcere di Potenza, non sapendo di essere intercettato, disse di aver “fregato il tribunale francese”. “L’ho sparato un colpo così e un colpo in giù ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”, disse Vittorio Emanuele. Il caso scoppiò quando il Fatto Quotidiano pubblicò le intercettazioni. Giulia Bongiorno, avvocata di Vittorio Emanuele, affermò che si trattava “solo di piccoli frammenti estrapolati da contesti molto più ampi”.

Nel 2017 la Cassazione stabilì che il fatto che i giudici francesi, nel 1991, abbiano assolto Vittorio Emanuele di Savoia dall’accusa di omicidio volontario del diciannovenne tedesco Dirk Hamer “non significa però” che il ‘principe’ “sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacche’ assume pur sempre rilievo dal punto di vista civilistico ed anche etico” che quella morte “avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa”. Se il verdetto di Parigi “non consentì alle autorità francesi di muovere contestazioni ad altro titolo, non per questo – scrisse la Suprema Corte – risulta illegittimo, e quindi diffamatorio, ogni collegamento del Savoia con ‘l’incidente’ di Cavallo dato che “questo collegamento è pacifico nella sua materialità”. Vittorio Emanuele invocò infatti il diritto all’oblio, ma per la Corte di Cassazione un sedicente “erede al trono” non può “dolersi della riesumazione” di una vicenda che è certamente “idonea” alla formazione della pubblica opinione.

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