“Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato ed intensificare le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro”. A dirlo la ministra Calderone al termine di una riunione tenutasi al ministero del lavoro per discutere del contrasto al caporalato, a seguito della morte del bracciante indiano Satnam Singh.
“Una delle cose emersa dalla riunione – ha detto il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida – è che in queste situazioni accade un fatto: la criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Al decesso di un operaio per colpa di un criminale, si criminalizzano le imprese agricole. Queste morti dipendono da criminali, non dal sistema delle imprese agricole”.
Secondo Maria Cristina Caretta, deputata di FdI e vicepresidente della Commissione agricoltura a Montecitorio, “la criminalizzazione dell’intero comparto agricolo per fatti specifici è un errore che non va commesso. La morte del bracciante indiano è un episodio intollerabile, che deve portarci a fare ancora di più per incrementare portata e forza delle attività di controllo. Non possiamo permettere a pochi criminali di lucrare sulle spalle di lavoratori onesti, infangando la reputazione delle nostre imprese agricole. Bene quindi l’iniziativa e la linea portata avanti dai ministri Calderone e Lollobrigida, sin dal primo giorno impegnati in una attività di tolleranza zero verso questi atti”.
L’opposizione scettica sulle misure annunciate dal Governo
“Dopo la tragica morte di Satnam Singh, il governo ha deciso di muoversi. Vogliamo sperare che i provvedimenti che saranno presi non servano solo a conquistare qualche titolo di giornale ma siano realmente efficaci”. A dirlo i capigruppo M5S nelle commissioni Lavoro e Agricoltura della Camera, Valentina Barzotti e Alessandro Caramiello.
Dubbi sull’intenzione del Governo di contrastare sul serio il caporalato anche da Italia Viva: “Il governo deve chiarire come si fa la guerra al caporalato, altrimenti sono solo parole”, ha detto la dirigente del partito Teresa Bellanova. “E l’unico modo è mettere le persone nella condizione di lavorare in modo regolare. Ma non sembra che il governo voglia fare questo. Se non c’è la prevenzione, le dichiarazioni così vanno bene solo per i titoli dei giornali”.
Dal PD Andrea Orlando afferma: “Credo che il caporalato sia una piaga inaccettabile per il nostro sistema produttivo, per questo ho messo la lotta ad esso al centro della mia iniziativa politica. Da ministro della Giustizia, con l’allora ministro dell’Agricoltura Martina, mi onoro di aver fatto approvare la legge che persegue per la prima volta in modo organico questo reato, applicata poi anche ad altri settori oltre all’agricoltura. All’indomani della terribile morte nelle campagne di Latina del bracciante indiano, ascoltiamo ancora una volta tante parole da parte di chi, al governo ormai da quasi due anni, ha fatto finta di nulla davanti al fenomeno del caporalato e del lavoro sommerso. Eppure, chi oggi promette nuovi interventi aveva qualche strumento già a disposizione e risorse con cui intervenire. Ma hanno preferito dilazionare o ritardare impegni assunti dal precedente governo nella direzione di un contrasto netto al caporalato e di una maggiore dignità per decine di migliaia di lavoratori”.