Teatro San Carlo: concerto da camera al Politeama

Torna la rassegna di Musica da Camera del Teatro di San Carlo con protagonisti i professori d’Orchestra del Lirico di Napoli riuniti in formazioni cameristiche.

Domenica 19 marzo alle 18 al Politeama sarà la volta del quintetto composto da Francesca Staderini (Flauto), Erika Gyarfas (violino), Flavia Salerno (Violino), Luca Improta (Viola), Lorenzo Ceriani  (Violoncello).

Il programma musicale prevede l’esecuzione di Serenade in re maggiore Op. 25 per Flauto, Violino, Viola di Ludwig van Beethoven, del Quartetto in re maggiore KV 285 e del Quartetto per archi n.17 “La Caccia” in si bemolle maggiore K 458 di Wolfgang Amadeus Mozart.

 

 

 

GUIDA ALL’ASCOLTO

A cura di Dinko Fabris

 La Serenata per flauto, violino e viola appartiene al primo periodo viennese di Ludwig van Beethoven, gli anni 1796-1797, ma fu stampata soltanto nel 1802 dall’editore Cappi a Vienna e ristampata l’anno seguente a Lipsia da Hofmeister-und-Kahel. Nello stesso 1802 Beethoven ne ricavò una versione per solo flauto e pianoforte che divenne l’op. 41. Si tratta di una personale rielaborazione del Divertimento settecentesco che consente di osservare l’emergere della personalità dell’autore rispetto al maestro Haydn. L’Entrata (Allegro) in re maggiore è una Introduzione luminosa e ottimistica, cui segue un Tempo ordinario d’un Minuetto nella stessa tonalità, formalmente ancora un Minuetto settecentesco con Trio in cui intervengono soltanto violino e viola. Nei movimenti successivi il discorso musicale si addensa. Comincia un Allegro molto nella tonalità di re minore, che alterna una sezione centrale in re maggiore, poi un Andante con variazioni in sol maggiore, di andamento binario, con un tema cantabile sviluppato nelle quattro variazioni, tecnica beethoveniana per eccellenza. Ancora alternanza tra maggiore e minore caratterizza il successivo Allegro scherzando, in cui torna il re maggiore ma con la sezione centrale in minore e imitativa. Dopo un breve Adagio di collegamento, la Serenata si conclude con un Allegro vivace imperniato su un ritorno tematico in rondò con una rapida coda.

Mozart compose nella sua breve esistenza ben 26 quartetti per archi (contando quelli completi), segno evidente della sua simpatia ed adesione ad una delle forme più complesse della storia della composizione in Occidente, una sorta di sfida che continuò dopo di lui per tutta l’epoca romantica. Come ci illustra in maniera chiara e completa nel suo ultimo libro Sandro Cappelletto (I quartetti per archi di Mozart, Il Saggiatore) Wolfgang completò il suo primo quartetto quando aveva ancora 14 anni, in una locanda durante il suo viaggio in Italia e l’insieme dei quattro archi accompagnerà tutta la sua vita fino agli ultimi tre quartetti “prussiani”, nati nella sua ultima drammatica fase e pubblicati postumi. Il Quartetto in si bemolle K. 458 è il numero 17 dell’elenco completo e fa parte, come numero 4, della celebre raccolta di 6 Quartetti dedicati a Haydn pubblicata nel 1785 dall’editore Artaria, che raccoglieva opere composte nei tre anni precedenti, dichiaratamente sotto l’influenza dei quartetti del maestro. Nel suo insieme si tratta di un manifesto della raggiunta maturità in questa forma, ma i Quartetti non vennero capiti al loro tempo se non da esperti come lo stesso Haydn, il quale ne fu entusiasta sostenitore.

Il sottotitolo “La caccia” del Quartetto K. 458, scritto a Vienna nel novembre 1784, fu probabilmente inserito dall’editore per via del gusto “rustico” del primo tema dell’Allegro vivace assai iniziale, che passa attraverso un ponte modulante ad un motivo penetrante, col ritmo di un trillo e poi a una lunga coda: fin dal primo tempo Mozart dimostra la sua abilità contrappuntistica. Il Minuetto è inserito al secondo tempo invece che al terzo, con ritmo danzante e allegro che non è contrastato dal Trio. L’Adagio in mi bemolle è il momento più lirico e intenso del Quartetto, soprattutto il secondo tema che si muove a turno tra violino e violoncello. Il Quartetto si conclude con un Allegro assai in perfetta forma sonata, ulteriore omaggio ad Haydn, ma con una esuberanza tematica rispetto al consueto bitematismo. Nonostante l’apparente allegria e spensieratezza, il contrappunto più sapiente sorregge lo sviluppo di questa pagina magistrale.

Accanto ai quartetti per archi, Mozart ha occasionalmente composto brani con strumenti a fiato, al posto di uno a corde, in funzione concertante: il flauto, l’oboe, il corno o il clarinetto. Questa musica si presenta per la maggior parte a metà strada tra l’aulica severità contrappuntistica e lo spirito dei Divertimenti per più strumenti. Il Quartetto in re maggiore K. 285 è un’eccezione per la sua alta qualità. Come tutta la musica per flauto fu composto tra il 1777 e il 1778 (il manoscritto è datato 25 dicembre 1777) e si apre con un Allegro in forma sonata che abbonda di idee tematiche. Ma è il successivo Adagio in si minore a rivelare la grande sensibilità mozartiana: il tema è considerato uno dei più belli mai scritti per flauto, una melodia commovente. Il Quartetto si conclude con un Rondò il cui ritornello è ripetuto due volte come in una forma concertante, alternato a tre sezioni molto elaborate, più nello spirito della Sonata che del Divertimento.

 

 

 

MUSICA DA CAMERA

Teatro Politeama

domenica 19 marzo 2023, ore 18:00

BEETHOVEN / MOZART

 

Flauto | Francesca Staderini ♮♮

Violino | Erika Gyarfas ♮♮         

Violino | Flavia Salerno ♮♮

Viola | Luca Improta ♮♮

Violoncello | Lorenzo Ceriani ♮♮

 

♮♮ Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo

 

 

 

Programma

Ludwig van Beethoven Serenade in re maggiore Op. 25 per Flauto, Violino, Viola

Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto in re maggiore KV 285

Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto per archi n.17 “La Caccia” in si bemolle maggiore K 458

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