Francia, riforma delle pensioni: weekend di tensioni e proteste

Sarà un fine settimana ad alta tensione, dopo l’approvazione forzata, avvenuta attraverso l’art. 49.3, senza il voto del Parlamento, della riforma delle pensioni che innalza l’età pensionabile da 62 a 64 anni. La motivazione, secondo il Governo Macron, starebbe nell’allungamento dell’aspettativa di vita e nell’insostenibilità del sistema pensionistico francese. Ma l’opinione pubblica è contraria, e Macron è sempre più isolato. “Emmanuel Macron si è lui stesso messo in un vicolo cieco politico”, ha detto Patrick Jankielewicz sul quotidiano La Voix du Nord. “Se si voleva salvare la riforma delle pensioni, c’era un solo modo per farlo: andare al voto. Certamente si correva il rischio di essere battuti, ma in politica a volte è meglio cadere con onore piuttosto che passare con la forza e senza gloria, con il rischio di gettare benzina sul fuoco sociale”.

“Con un rifiuto massiccio (della riforma, ndr) nelle strade, nei sondaggi e all’Assemblea Nazionale, l’esecutivo è più che mai indebolito”, aggiunge Jankielewick. “La rabbia sindacale e popolare che si è intensificata ieri, dopo la seduta al Palais Bourbon, è gravida di minacce. Con, nel peggiore dei casi, un blocco prolungato del Paese”

Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Odoxa-Backbone Consulting per Le Figaro, il 57% dei francesi desidera che la protesta contro la riforma delle pensioni prosegua anche dopo l’approvazione definitiva del testo, e il 69% approva il movimento di contestazione.

Previsti in questo weekend scioperi nelle raffinerie: il timore è che si possa bloccare la fornitura di carburante. Il ministro dell’Industria Roland Lescure ha affermato che, se si verificasse un blocco in questo settore, il Governo si servirà della precettazione per imporre il termine dello sciopero.

Ieri il più grande inceneritore d’Europa è stato bloccato dai lavoratori dei servizi igienici in sciopero. Interrotto anche il traffico. Vuoti anche i campus universitari e le scuole, dopo l’invito del sindacato CGT a lasciare questi e altri luoghi di lavoro.

Il voto di sfiducia

L’utilizzo dell’art. 49.3 per l’approvazione della riforma delle pensioni ha portato i partiti dell’opposizione ad avviare le procedure per il voto di sfiducia contro l’esecutivo della premier Elisabeth Borne. La votazione si terrà lunedì 20 o martedì 21 marzo. Contro la riforma delle pensioni la sinistra (socialisti, verdi, comunisti e deputati della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon) e la destra di Marine Le Pen.

Se la mozione di sfiducia dovesse essere approvata, l’esecutivo di Elisabeth Borne sarà costretto a dimettersi. Voteranno la mozione di sfiducia anche alcuni dei deputati Republicains contrari alla riforma delle pensioni o contrari all’utilizzo dell’art. 49.3 per approvarla.

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