La visita di Mattarella in Algeria: rafforzamento dei rapporti economici e ricordo di Enrico Mattei

di Francesco Caputi

 

E’ iniziata stamattina la visita di Mattarella in Algeria. Il presidente della Repubblica italiana è il primo Capo di Stato europeo a recarsi ad Algeri dall’insediamento nel 2019 di Abdelmadjid Tebboune.

La visita di Mattarella durerà tre giorni. Due le tappe della visita: la prima è Algeri, la seconda Annaba.

Mattarella incontrerà il presidente Tebboune, il primo ministro Benabderrahmane, il Presidente del Conseil de la Nation (Camera alta), Salah Goudjil, e il Presidente dell’Assemblée Popolare Nationale (Camera bassa) Ibrahim Boughali. Argomenti principali dei colloqui saranno la situazione nel Mediterraneo, gli effetti della pandemia e il crollo delle esportazioni. Obiettivo della visita rafforzare i rapporti economici e la cooperazione geopolitica.

La visita del presidente della Repubblica è estremamente importante anche per quanto riguarda l’aumento dei prezzi del gas. “Tutta l’Europa, in questo momento, soffre per la volatilità dei prezzi degli idrocarburi – ha detto il vicepresidente della commissione esteri della Camera Pino Cabras – Questo è dovuto all’effetto delle speculazioni perché si ragiona troppo sul breve periodo. Il metodo da recuperare è quello di Mattei, cioè degli accordi equi con i Paesi produttori che possano garantire degli accordi stabili per un lungo periodo, e quindi anche una certezza sui prezzi e sulle linee di sviluppo dei Paesi interessati”. Ed è infatti proprio ad Enrico Mattei, l’imprenditore italiano che sostenne la lotta d’indipendenza dell’Algeria dalla Francia, che è stato intitolato un nuovo giardino nel centro di Algeri e che sarà inaugurato domani da Mattarella. Ed è intitolato ad Enrico Mattei anche il gasdotto che collega Algeria e Italia attraverso la Tunisia.

Oggi il presidente della Repubblica, oltre agli incontri istituzionali, incontrerà anche 80 rappresentanti della comunità italiana di Algeri. Saranno firmati alcuni accordi nel settore dell’istruzione, fra cui l’accordo bilaterale sulla Scuola italiana «Roma» di Algeri, il protocollo di gemellaggio tra Scuole Superiore della Magistratura italiana e algerina, la convenzione fra l’Istituto Centrale per il Restauro italiano e la Scuola Nazionale Superiore di Conservazione e Restauro di Beni Culturali algerina.

“Algeria partner centrale”

“Data la storia speciale che lega i nostri due Paesi e soprattutto il ruolo centrale che l’Eni ha avuto – ha detto il presidente della Repubblica – sono convinto che l’Algeria rimarrà un partner centrale anche in futuro. Detto questo, per quanto riguarda l’Italia, c’è interesse a diversificare il partenariato bilaterale esplorando nuove collaborazioni con aziende algerine in settori con nuove opportunità, come le energie rinnovabili e l’efficienza energetica. Si tratta di settori che sono al centro delle strategie di transizione energetica italiana e algerina e dove le opportunità economiche si moltiplicheranno nei prossimi anni”.

L’Italia ha con l’Algeria rapporti molto stretti: il nostro Paese è infatti il terzo partner commerciale dell’Algeria, e quest’ultima è il secondo fornitore energetico dell’Italia.

“Affrontare cause profonde della migrazione”

“L’Europa e l’Africa sono chiamate a fare di più, nel segno di una collaborazione aperta, efficace, sincera, dove le posizioni sono talvolta distanti, ma sempre rispettose e costruttive”, ha detto Mattarella, durante un’intervista del quotidiano algerino Libertè.

“Purtroppo – prosegue Mattarella – l’Italia è ben consapevole della tragedia che il Mediterraneo sta vivendo da qualche anno a questa parte. Il nostro Paese, con la sua cultura di accoglienza e di apertura verso il resto del mondo e verso il bacino del Mediterraneo, è sempre stato, ed è tuttora, fortemente impegnato nella salvaguardia della vita dei migranti in mare, messa in pericolo dalle reti della criminalità organizzata che sfruttano tragedie di individui e famiglie, compresi i bambini. L’Europa e l’Africa sono chiamate a fare di più, nel segno di una collaborazione aperta, efficace, sincera, dove le posizioni sono talvolta distanti, ma sempre rispettose e costruttive”.

“Il fenomeno migratorio deve essere governato per il bene di tutti. In caso contrario, sia le nostre ragioni umanitarie che i nostri sistemi statali saranno sopraffatti. Per fare questo, dobbiamo affrontare le cause profonde della migrazione, in particolare l’instabilità e l’insicurezza di alcune zone dell’Africa, che richiedono soluzioni politiche e sostenibili e uno sviluppo economico e sociale, condizione indispensabile per garantire opportunità alle nuove generazioni.

Un modello di crescita endogena e integrata, rispettoso dell’ambiente e delle persone, è la migliore risposta ai fenomeni migratori incontrollati. Le sfide di oggi offrono un’opportunità, forse unica nella storia, di lavorare su una visione sviluppata insieme”.

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