Afghanistan, a Kabul torna il burqa per le donne. Violenze contro chi non indossa abiti tradizionali

di Francesco Caputi

 

Alcuni giorni fa, uno dei portavoce dei talebani aveva affermato che il burqa per le donne non sarebbe tornato obbligatorio. Nonostante ciò, molte donne di Kabul, probabilmente a causa della diffidenza verso le promesse dei talebani, molte delle quali già disattese, sono corse a comprare un burqa dopo la presa della città da parte dei fondamentalisti. Secondo l’agenzia di stampa iraniana Isna, il prezzo dei burqa è aumentato di dieci volte da quando Kabul è stata conquistata dai talebani e stanno diventando difficili da trovare. “I burqa sono difficili da trovare – ha raccontato una donna afghana alla stampa iraniana – Ne ho uno o due in casa, ma siamo tre donne nella mia famiglia: forse riusciremo a fare un hijab da un lenzuolo”.

I burqa sono stati addirittura distribuiti casa per casa da un gruppo di femministe di Kabul, per consentire alle donne che non riescono ad acquistarne uno di uscire di casa e di non essere aggredite dai talebani: una donna nella provincia di Takhar è stata infatti uccisa perché aveva il volto scoperto. Le femministe di Kabul, racconta all’Agi una volontaria della Casa delle donne di Milano, in contatto con una studentessa afghana di 26 anni, “hanno distribuito anche assorbenti per il ciclo mestruale, perché a Kabul uscire di casa per una donna è diventato impossibile. Cercano di tutelare le studentesse più esposte, che dalla capitale fanno rientro nelle famiglie alla periferia del Paese”.

Ma non solo le donne corrono a comprare abiti tradizionali per proteggersi dalle punizioni dei talebani. Abdul Malik, un venditore di turbanti di Kabul, ha detto all’agenzia di stampa afghana Pajhwok che si è verificato un aumento di vendite anche per i copricapi tradizionali per uomini. “In passato vendevo sei o sette turbanti al giorno, ma ora ne vendo circa una trentina”, ha detto Malik. E anche gli uomini stanno subendo violenti attacchi per aver indossato abiti malvisti dai talebani. Alcuni ragazzi afghani sono stati infatti frustati dai talebani perché indossavano i jeans. A denunciare questo episodio in un post su Facebook una delle vittime dell’aggressione. Il ragazzo ha raccontato che, mentre passeggiava con degli amici, dei talebani li hanno fermati, per poi prenderli a frustate e minacciarli con una pistola. Ma questo non è l’unico caso: molte sono le segnalazioni di giovani picchiati per lo stesso motivo. Anche un giornalista del quotidiano afghano Etilaatroz è stato picchiato dai talebani perché non indossava “abiti afghani”. Un abitante di Kabul ha raccontato a Pajhwok di aver ricominciato ad indossare il turbante: “Fino a poco tempo fa indossavo il karakul, ma ora preferisco il turbante nonostante i talebani non ci obblighino a portarlo”.

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