Bombardamenti israeliani su Gaza. Distrutti 15 km di tunnel di Hamas

di Francesco Caputi

Proseguono i raid aerei e i bombardamenti israeliani su Gaza. Nella notte, secondo quanto rende noto il portavoce militare israeliano, sono stati distrutti 15 km dei tunnel di Hamas nel nord della striscia. “L’attacco ha fatto parte di una più larga operazione dell’esercito per colpire in maniera significativa il sistema sotterraneo terroristico”, ha detto il portavoce.

Oltre ai tunnel sotterranei, l’esercito israeliano ha colpito altri 90 obiettivi, fra cui l’abitazione di Yahya Sinwar, capo dell’ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza.

Ieri l’IDF ha abbattuto la torre al-Jala, la cosiddetta “torre dei giornalisti”, che ospitava diverse testate giornalistiche come l’Associated Press e al-Jazeera. Secondo l’esercito israeliano, “l’edificio ospitava gli uffici di media civili, che Hamas usava come scudi umani”. “L’organizzazione terroristica Hamas”, ha spiegato l’IDF, “piazza in modo deliberato i suoi asset militari nel cuore della popolazione civile nella Striscia di Gaza”.

L’Associated Press si è detta “sconvolta e inorridita” dall’attacco israeliano. “Il mondo saprà meno di ciò che sta accadendo a Gaza a causa di ciò che è accaduto oggi”, ha commentato il CEO di Associated Press, Gary Pruitt, in una nota.

La direttrice dell’Associated Press Sally Buzbee chiede che venga avviata un’indagine indipendente sull’attacco israeliano, per verificare se possa trattarsi di un crimine di guerra. Israele sostiene che il palazzo fosse utilizzato da Hamas. I giornalisti, secondo quanto afferma Israele, sarebbero stati usati dai terroristi come scudi umani. “Non ci schieriamo in quel conflitto – ha detto Buzbee alla CNN – abbiamo sentito gli israeliani dire di avere delle prove, ma non sappiamo quali siano queste prove”. “Pensiamo che a questo punto sia il caso che ci sia uno sguardo indipendente su cio’ che e’ accaduto sabato, un’indagine indipendente”.

Il bilancio delle vittime

Nei bombardamenti delle ultime 24 ore, un’intera famiglia è stata uccisa a Sheik Zayed, nella zona settentrionale di Gaza. Fra le vittime, 4 bambini e una donna incinta.

Al momento, le vittime palestinesi sono 218 in totale, fra cui 58 bambini. Il bilancio delle vittime israeliane è di 10 persone, tra cui 2 bambini.

Le reazioni internazionali

Papa Francesco: “Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro?”

“Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra santa, in questi giorni violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione”. Lo ha detto Papa Francesco in piazza San Pietro. “Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile, è inaccettabile, la loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere”. “Il crescendo di odio e di violenza che sta coinvolgendo varie città in Israele è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini, che sarà difficile rimarginare se non si apre subito il dialogo”.

“Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? In nome di Dio, che ha creato tutti gli essere umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a  convivere come fratelli fra di loro, faccio appello alla calma, e a chi ne ha la responsabilità di far cessare il frastuono delle armi, di percorrere le vie della pace, anche con l’aiuto della comunità internazionale”.

“Preghiamo incessantemente affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi passo dopo passo ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli, preghiamo per le vittime, in particolare tra i bambini. Preghiamo per la pace la Regina della Pace”, ha concluso Papa Francesco.

Nessun accordo all’ONU. La Cina accusa gli Stati Uniti

Nessuna posizione unitaria dell’ONU sugli scontri degli ultimi giorni. Il motivo è stata l’opposizione degli Stati Uniti. Israele “ha il diritto di difendersi”, aveva detto Biden alcuni giorni fa. “La mia aspettativa e la mia speranza è che tutto questo finisca più presto che tardi”. “I palestinesi, anche a Gaza, e gli israeliani meritano ugualmente di vivere in dignità, sicurezza e protezione. Nessuna famiglia dovrebbe temere per la propria sicurezza all’interno della propria casa o luogo di culto. Pensiamo di più ai bambini di queste società che affrontano il trauma di un conflitto che sfugge al loro controllo”.

Durante la riunione dell’ONU, alla quale hanno partecipato anche israeliani e palestinesi, la Cina, che si è offerta come mediatore fra le due parti, ha accusato Washington di aver impedito il raggiungimento di una posizione unitaria. “Serve un immediato cessate il fuoco”, ha detto il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi. “Gli Stati Uniti continuano a ostacolare la voce del Consiglio di Sicurezza e ancora una volta si trovano dalla parte opposta della comunità internazionale”. “Purtroppo, a causa dell’ostruzionismo di un Paese non abbiamo potuto parlare con una sola voce. Chiediamo agli Stati Uniti di assumersi le dovute responsabilità”.

Di Maio: “Le violenze devono cessare”

“Devono cessare le violenze e tutti gli attacchi tra Israele e Palestina. I lanci di razzi vanno bloccati, sono inaccettabili. Troppi innocenti stanno perdendo la vita, vittime di un conflitto che va fermato immediatamente”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook. “L’Ue – ha aggiunto Di Maio – deve prendere una posizione chiara e unitaria e lavorare per spingere le parti a sedersi al tavolo dei negoziati. Agiamo velocemente e in maniera sinergica”.

Borrell: “Contribuiremo per porre fine alla violenza”

“Ci coordineremo e discuteremo di come l’Ue può contribuire al meglio per porre fine all’attuale violenza”, ha scritto l’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera Josep Borrell su Twitter. Per martedì è stato infatti convocato un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea, “in considerazione dell’escalation in corso tra Israele e Palestina e del numero inaccettabile di vittime civili”.

Erdogan: “Israele Stato terrorista”

“Non avalleremo la violenza di Israele contro il popolo palestinese, mentre il mondo si gira dall’altra parte”. “E’ necessario che le Nazioni Unite compiano azioni concrete e facciano rispettare le risoluzioni adottate. La Turchia è pronta a sostenere attivamente questo processo”. A dirlo il presidente turco Erdogan. “E’ dovere di tutta l’umanità schierarsi contro gli attacchi israeliani a Gaza e Gerusalemme. Una città sacra a musulmani, ebrei e cristiani che non ha futuro in mano a uno Stato terrorista che ha superato tutti i limiti. Chi rimane in silenzio o appoggia questa violenza sappia che un giorno ne potrebbe essere vittima. Stati e istituzioni devono intervenire per fermare questo massacro”, ha aggiunto.

Von der Leyen contro Hamas: “Attacchi indiscriminati contro Israele”

Sono “molto preoccupata dalla situazione in Israele e a Gaza. Condanno gli attacchi indiscriminati di Hamas su Israele. I civili di entrambe le parti devono essere protetti. La violenza deve finire adesso”. Così la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen su Twitter.

Negli Stati Uniti Sanders condanna Israele: “Perché non ci si chiede mai quali sono i diritti dei palestinesi?”

Bernie Sanders, il principale esponente dell’ala sinistra del Partito Democratico, ha attacco la posizione filo-israeliana di Biden sugli scontri degli ultimi giorni. “Il ruolo degli Stati Uniti dovrebbe essere quello di riunire i popoli della regione, non semplicemente di sostenere un governo israeliano di destra – ha scritto Sanders su Twitter – Mentre il presidente Biden sta valutando la scelta di un ambasciatore in Israele, lo incoraggio a scegliere qualcuno che possa rappresentare il nostro Paese in modo imparziale e che possa impegnarsi non solo con Israele ma anche con i palestinesi”.

“Siamo chiari – precisa Sanders – Nessuno sostiene che Israele, o qualsiasi governo, non abbia il diritto all’autodifesa o alla protezione del suo popolo. Allora perché queste parole vengono ripetute anno dopo anno, guerra dopo guerra? E perché non si chiede mai quali sono i diritti del popolo palestinese? Sembra che ci accorgiamo della violenza in Israele e Palestina solo quando i razzi cadono su Israele. Il conflitto di oggi non è iniziato con quei razzi. Il nocciolo della questione è che Israele rimane l’unica autorità sovrana nella terra di Israele e Palestina, e invece di prepararsi per la pace e la giustizia, ne ha rafforzato il controllo ineguale e antidemocratico. Gli Stati Uniti devono riconoscere che i diritti dei palestinesi contano”.

Bernie Sanders, in un’intervista al New York Times, ha tenuto a sottlineare che gli scontri non sono iniziati con i razzi di Hamas, ma con gli sfratti a Sheik Jarrah. “Dovremmo anche comprendere che, mentre il lancio di razzi di Hamas su Israele è assolutamente inaccettabile, il conflitto di oggi non è iniziato con quei razzi”, ha detto Sanders durante l’intervista. “Le famiglie palestinesi nel quartiere di Sheik Jarrah vivono da molti anni sotto la minaccia di sfratto. E, nelle scorse settimane, i coloni estremisti hanno intensificato i loro sforzi per sfrattarli”.

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