Giustizia: il procuratore di Napoli Nord Francesco Greco va in pensione

Il capo della Procura della Repubblica di Napoli Nord Francesco Greco va in pensione, dopo 44 anni di carriera, con un unico rammarico: non essere riuscito a dare all’ufficio inquirente che ha sede ad Aversa, nella provincia di Caserta, un assetto organizzativo stabile.

L’ufficio, aperto appena sette anni e mezzo fa ma già divenuto per carico di lavoro il quinto ufficio d’Italia, secondo l’ex procuratore ha carenze di risorse divenute quasi strutturali. Nel tempo, tante sono state le sollecitazioni inviate da Greco al Ministero di Grazia e Giustizia; l’ultima è una lettera, quasi un grido d’aiuto, firmata ad inizio febbraio dall’intero corpo dei 30 pubblici ministeri e dei 67 assistenti amministrativi, e inviata al Ministero di via Arenula oggi guidato dall’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. Per il momento, Greco lascerà l’ufficio all’Aggiunto Carmine Renzulli, fin quando il Csm non nominerà il suo successore; tra i papabili nuovi procuratori ci sono Maria Antonietta Troncone (Procuratore nella vicina Santa Maria Capua Vetere), Francesco Menditto (Procura di Tivoli) e Luigi Frunzio (Aggiunto alla Procura di Napoli dove coordina i pm della Dda che si occupano di Casalesi).

Una carriera durata 44 anni

Con un passato corposo alla Dda di Napoli (dal 1994 al 2001 è stato tra i pm che hanno indagato sui Casalesi dando vita al maxiprocesso Spartacus), quindi alla sezione reati con la pubblica amministrazione della Procura di Napoli, Greco ha poi accettato la sfida più importante di far crescere dal nulla una Procura in un territorio tra i più difficili d’Italia e forse d’Europa. Così ha chiuso la sua lunga carriera con una importante inchiesta relativa al legame tra alcuni tipo di tumore (mammella, colon retto) e la presenza di rifiuti sul territorio, finalmente confermato da dati scientifici diffusi qualche settimana fa, che hanno reso improcrastinabile l’inizio delle bonifiche ambientali.

 

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