Coronavirus in Italia 28.11.2020

di Francesco Caputi

 

Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 26.323 nuovi casi di coronavirus e 686 decessi. Nelle ultime 24 ore i tamponi sono stati 225.940. Ieri i contagi erano 28.352 a fronte di 222.803 test eseguiti. Le regioni con il maggior numero di contagi sono: Lombardia (+4615), Veneto (+3498), Campania (+2729) ed Emilia-Romagna (+2172).

Negli ultimi giorni si è iniziato a vedere un calo degli accessi dei pazienti in ospedale e dei posti occupati in terapia intensiva. Rimane tuttavia all’1,08 l’indice Rt, come si legge nella bozza del report Iss-ministero della Salute relativo al monitoraggio dell’epidemia di coronavirus in Italia. Secondo il report dell’ISS, inoltre, 10 regioni (Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Pa Bolzano, Puglia, Sardegna e Toscana) sono ancora a rischio. La Calabria “è considerata a rischio alto a titolo precauzionale – si precisa – in quanto non valutabile in modo attendibile per completezza del dato di sorveglianza insufficiente al momento della valutazione anche per la stima dell’Rt”. Solo 4 sono le regioni a “rischio moderato”: il Lazio, la Liguria, la Sicilia e l’Umbria.

Brusaferro: “Curva in decrescita, ma non dobbiamo abbassare la guardia”

“Abbiamo ancora un’incidenza elevata, 321 casi per 100mila abitanti nel lasso di tempo dei 7 giorni”, ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa al ministero della Salute, sabato mattina, commentando i dati in Italia tra il 16 e il 22 novembre. “L’errore peggiore che possiamo fare in questa fase è quello di rilassarci, se allentiamo l’attenzione in una o due settimane la curva riparte”, dice Brusaferro.

“La curva va verso l’appiattimento anche per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in area medica”, ha detto Brusaferro. “All’inizio l’inversione di tendenza si osserva con l’Rt che si abbassa, poi iniziano a scendere i sintomatici e i posti letto occupati negli ospedali, solo in ultima battuta diminuisce anche il numero delle vittime, che purtroppo è attualmente ancora elevato”.

“Sta avvenendo un po’ in tutto il paese, in maniera significativa, grazie alle misure di prevenzione e all’impianto di monitoraggio”, ha spiegato Brusaferro. “Ma non dobbiamo abbassare la guardia perché la curva è ancora molto alta, il numero di casi quotidiani resta significativo e l’impegno delle strutture sanitarie intenso. Evitare gli assembramenti, restare a distanza e usare le mascherine devono restare dei mantra per far decrescere la curva. Bisogna inoltre rispettare quarantena e isolamento, per i positivi e i loro contatti”. Un Rt “anche di poco sopra a 1 porta a un aumento dei casi”.

Per quanto riguarda le vacanze di Natale, Brusaferro ha detto che “le prossime settimane saranno critiche. Se non rispetteremo le regole, le curve ripartiranno. Questo dovrà essere per noi un Natale unico. Con questi numeri non possiamo immaginare spostamenti di massa o raduni di persone che provengono da contesti diversi, portatori di rischi di contagio”. “Dovremmo essere capaci di contemperare rigore e affetti”.

Elena Pagliarini: “Pranzo di Natale? Preoccupatevi di non farlo in ospedale o di non farlo mai più”

“Grande preoccupazione per il pranzo di Natale…Preoccupatevi di non farlo in ospedale o magari di farli mai più, i pranzi”. E’ quanto ha scritto su Facebook in tono sarcastico Elena Pagliarini, l’infermiera del Pronto soccorso dell’ospedale di Cremona diventata simbolo della lotta alla pandemia grazie alla foto che la ritrae sfinita addormentata su una scrivania.

“Sono molto arrabbiata e preoccupata: non vorrei ritrovami dopo, per terza volta, a rivedere le stesse scene. Anch’io ho una famiglia con la quale vorrei stare, ma non lo farò, non quest’anno. il Natale lo trascorrerò in corsia, ho già dato la mia disponibilità”.

“Sono felice per le riaperture di negozi e ristoranti, ho molti amici che lavorano in quei settori, ma quello che mi spaventa è il comportamento della gente: chiedo solo di avere buon senso”.

Franco Locatelli: “Sarà un Natale diverso”

“Sarà un Natale diverso, il primo e speriamo l’ultimo di questo tipo grazie ai vaccini. Tutto quello che eravamo abituati a vedere a Capodanno, non potrà avere corso: è inimmaginabile e incompatibile. Deve essere detto con assoluta chiarezza. Così come ciò che concerne la fede cattolica: le celebrazioni dovranno essere compatibili con le misure già concordate con la Cei per evitare nuovi focolai e trasmissioni”. Netta la posizione sulle strutture sciistiche: i numeri attuali della pandemia “non sono compatibili con l’apertura degli impianti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli durante la conferenza stampa.

Balzanelli: “Ospedali strapieni, alta mortalità perché i pazienti vengono intercettati troppo tardi”

“Il plateau raggiunto, il picco dei contagi sono solo numeri, la realtà ospedaliera è un’altra cosa: le strutture sono sature, i reparti sono strapieni, il sistema è prossimo a scoppiare. È questa la realtà di cui bisogna avere il polso. La Sis 118 chiede una condotta più responsabile da parte delle istituzioni, il governo dia ascolto a chi si occupa di emergenza urgenza, stia a sentire, non si possono disattendere i doveri istituzionali”. Lo ha detto Mario Balzanelli, presidente della Sis 118.

Balzanelli 15 giorni fa era stato contagiato ed è negativo da ieri. “Quindici giorni fa ho contratto il Covid. Ho la polmonite interstiziale-alveolare, sono andato in sepsi, blocco della funzione renale, ho avuto un’alterazione importante del muscolo cardiaco. Da ieri sono negativo. Ho vissuto la malattia che curo nei pazienti. L’alta mortalità è correlata al fatto che intercettiamo troppo tardi i pazienti, li teniamo troppo a casa con terapie blande. Quando arrivano in ospedale il loro organismo è deteriorato”, ha raccontato. Una situazione grave, che secondo Balzanelli potrebbe essere risolta in questo modo. “La presa in carico del paziente Covid con problemi respiratori – spiega il presidente della Sis – deve essere immediata. L’intervento deve essere standard: tutte le ambulanze devono essere fornite di ventilatori ad alta pressione ed emogasanalizzatori per verificare con precisione le condizioni del paziente. Se vogliamo salvare le persone, davanti agli ospedali devono essere organizzate strutture recettive intermedie in attesa della presa in carico del reparto. Non si può continuare a tenere malati severi in attesa per ore dentro i mezzi di soccorso, che poi finiscono in intensiva senza più speranze di vita”.

Zaia: “Sbagliato aprire le scuole il 9 dicembre”

“Per noi è sbagliato aprire le scuole il 9 dicembre. Non va bene dire che non esistono focolai scolastici; in Veneto abbiamo 9.431 bambini positivi al Covid”. Lo ha dichiarato il governatore della Regione Veneto Luca Zaia in conferenza stampa. “Non ho nulla contro la scuola, anzi i ragazzi devono andarci, ma abbiamo l’obbligo di dire che questa è la situazione”.

“Meglio riaprire la scuola a gennaio”. “Vale la pena di correre il rischio, aprendo il 9 dicembre e chiudere subito dopo il 23, per un ‘flash’ natalizio? Io penso che sarebbe meglio riaprire le scuole in maniera ‘solida’ dopo l’Epifania, ovviamente sempre in base alla situazione dell’infezione”.

“Non bisogna dimenticare il rischio Covid: ormai è acclarato che gli studenti sono dei soggetti, quasi sempre asintomatici, che hanno una grande capacità di infezione, che viene portata in famiglia. E quindi non credo si faccia bene per la scuola, soprattutto per gli studenti e le loro famiglie, aprendo subito”.

Ricciardi: “Pandemia evento epocale che ci deve dare una scossa”

“Negli ultimi 12 anni il mondo è cambiato in modo drammatico. La pandemia è un evento epocale che ci deve dare una scossa. Il servizio sanitario nazionale corre il rischio di naufragare; avevamo cercato di far capire che la situazione è cambiata drasticamente. Un italiano su due ha una situazione di carattere cronico e avevamo avvisato i politici di investire nella sanità, ma la spesa sanitaria italiana è calata costantemente negli anni”. Lo ha detto Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19, durante il 37° congresso SIMG, la società italiana di medicina generale e delle cure primarie.

“Il 2020, con la seconda ondata, supererà il ’43; ci si aspetta che si discuta del fatto che siamo in una guerra e invece si parla di settimana bianca e impianti sciistici. In Italia c’è un impoverimento senza precedenti e questa crisi ci renderà finanziariamente dipendenti dall’Europa; una quantità di soldi importante ce li daranno i Paesi che sono stati più saggi di noi. Penso a una rivoluzione pacifica rafforzando la sanità con i fondi europei e che consentirebbero di cambiare radicalmente il servizio sanitario nazionale”, ha detto Ricciardi.

“La medicina generale italiana – ha proseguito – deve capire che è importantissimo avere cura del paziente, ma questo oggi significa avere capacità organizzativa e tecnologie moderne. Se non rivoluzioneremo ci saranno vari scenari con la sanità che rimarrà così com’è oppure con il medico che diventerà una professione lasciata a iniziative di singoli. Quello che auspico è che si troveranno nuovi equilibri tra Stato e Regioni con il medico di base con un meccanismo di governance importante”.

Ricciardi ha concluso con una riflessione sul futuro che aspetta l’Italia. “Le vere sfide da superare sono culturali – ha detto ancora Ricciardi -. Non vi nascondo che ho molta preoccupazione per il 2021. Cosa succederà se l’Italia non riuscirà ad accedere ai fondi europei o se questi ritardano, cosa succederà se non riusciremo a spenderli? Il futuro non è qualcosa che ci attende passivamente, è un ponte verso il futuro che dobbiamo costruire e per fare questo c’è bisogno di coraggio. Bisogna focalizzarsi su obiettivi strategici, essere flessibili e fare un passo alla volta ma velocemente. Diamoci una mossa”.

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