Pompei , riemerge da uno Scavo un cavallo di razza di un comandante militare

Scoperto un  cavallo di razza con ricca bardatura militare nella stalla di Civita Giuliana, nel corso della recente campagna di scavo. Nella zona Nord fuori le mura del sito archeologico di Pompei, lo scorso marzo un’operazione congiunta del Parco Archeologico con la procura di Torre Annunziata coordinata dal procuratore capo Alessandro Pennasilico e dall’aggiunto Pierpaolo Filippelli, il Comando Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata e il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli avevano dato avvio ad un importante intervento di scavo allo scopo di arrestare l’attivita’ illecita di tombaroli a danno del patrimonio archeologico dell’area. L’intervento aveva portato alla luce una serie di ambienti di servizio di una grande villa suburbana conservata in maniera eccezionale, con diversi reperti.

Tra gli ambienti era stata individuata la stalla della tenuta dove si era potuto realizzare il calco di un cavallo di razza. Nella prima fase di scavo era stata identificata una mangiatoia lignea di cui e’ stato possibile realizzare un calco, la sagoma integra di un cavallo e le zampe di un secondo animale. Le attuali operazioni di scavo, avviate nel mese di luglio, hanno messo in luce integralmente tale ambiente e hanno individuato la parte restante del secondo cavallo e un terzo equide con i resti di una ricca bardatura di tipo militare. Dei due, l’uno giace riverso sul fianco destro, con il cranio ripiegato sulla zampa anteriore sinistra. Presumibilmente legato alla mangiatoia, non era riuscito a divincolarsi. L’altro giace riverso sul fianco sinistro, e sotto la mandibola conserva il morso in ferro. La realizzazione dei tunnel da parte dei tombaroli e la conseguente cementificazione delle cavita’ non hanno permesso di realizzare il calco del terzo cavallo. Durante la fasi di scavo del corpo sono, inoltre, venuti alla luce cinque reperti bronzei. Sulle coste della gabbia toracica, fortemente rimaneggiate, si sono individuati quattro reperti in legno di conifera rivestiti di lamina bronzea di forma semilunata; un quinto oggetto, sempre in bronzo, e’ stato recuperato sotto il ventre, in prossimita’ degli arti anteriori, formato da tre ganci con rivetti collegati da un anello a un disco.La forma di questi elementi e i confronti in letteratura fanno ipotizzare che appartengano a un tipo particolare di sella definita a quattro corni, formata da una struttura di legno rivestita con quattro corni, due anteriori e due posteriori, ricoperta da placche di bronzo che servivano per dare stabilita’ al cavaliere, in un periodo in cui non erano state inventate le staffe. Selle di questo tipo sono state utilizzate nel mondo romano a partire dal I secolo d.C. ed in particolare in ambito militare. Le giunzioni ad anello erano quattro per ogni bardatura e servivano a collegare diverse cinghie di cuoio per bloccare la sella sul dorso del cavallo. Si tratta sicuramente di bardature militari da parata.

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