Napoli, tangenti e appalti all’ospedale Santobono: in manette 10 colletti bianchi (GUARDA IL VIDEO)

Duecento mila euro per potersi aggiudicare un appalto. Pulizia, facchinaggio, movimentazione merci, portierato, manutenzione delle aree verdi delle strutture ospedaliere Santobono-Pausilipon per la cura dei bambini, e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Adisu).

Dieci gli arresti eccellenti: un’ordinanza di custodia in carcere, cinque ai domiciliari e quattro obblighi di soggiorno.  Corruzione e turbativa d’asta, questi i reati contestati. 

Un appalto del valore di 11 milioni e 500 mila euro quello al centro dell’inchiesta della DDA di Napoli condotta dai pm Woodcock, Carrano e Parascandalo e coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice. L’indagine è stata delegata agli uomini della squadra mobile di Napoli, diretta da Fausto Lamparelli.

A fronte di accordi per il versamento di una tangente pari al due per cento dell’importo, sarebbe stata versata una prima ”tranche” da 55mila euro, tra il dicembre 2014 e l’ottobre 2015, dagli imprenditori della Manutencoop di Bologna e dalla Euro servizi generali Group che avevano dato vita a una Ati (Associazione temporanea di imprese) per partecipare alla gara. Ad intascare le mazzette, secondo l’accusa, il dirigente medico e presidente della commissione di gara, Pasquale Arace, il caposala del reparto chirurgia Giorgio Poziello (finito in carcere) e il capo del settore legale della struttura ospedaliera, Guglielmo Manna, ex marito del giudice Anna Scognamiglio, il magistrato che si occupò del procedimento per l’applicazione della legge Severino nei confronti del governatore De Luca (entrambi finirono sotto inchiesta).

Come prezzo della corruzione i magistrati contestano anche l’assunzione della compagna di Arace e il pagamento di un migliaio di euro per farle conseguire la patente di guida.

Le intercettazioni e i pedinamenti che avrebbero documentato gli stretti rapporti tra i protagonisti di questa vicenda giudiziaria hanno trovato conferma nelle parole dell’imprenditore Pietro Coci (titolare della Euro service) che si presentò ai magistrati rivelando di aver ricevuto una richiesta di tangente del 4% dal caposala. Agli inquirenti, Coci illustrò tutti i retroscena dell’appalto. Spiegò di aver parlato con due “uomini Manutencoop”, la coop di Bologna, i quali “senza colpo ferire e senza fare una piega – raccontò – mi dissero che erano assolutamente d’accordo e che per loro la prassi era di pagare sistematicamente nel settore degli appalti il 2-2,5% di tangente e non il 4%”.

 

MANUTENCOOP: L’ESTROMISSIONE DAGLI APPALTI PUBBLICI – Questa inchiesta che ruota intorno all’appalto per le pulizie dell’ospedale Santobono ha delle conseguenze per la coop bolognese che rischia la completa estromissione da tutte le gare e gli appalti pubblici.

LA REPLICA DI MANUTENCOOP – In merito all’inchiesta relativa alla gara per l’affidamento dei servizi di pulizia presso l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Santobono-Pausilipon avviata dalla Procura di Napoli, Manutencoop Facility Management S.p.A. (“MFM” o la “Società”) precisa di essere del tutto estranea alle ipotesi di reato oggetto di indagine contestate a tre dirigenti della Società ed esclude categoricamente qualsiasi condotta non conforme ai principi di correttezza e alle disposizioni di legge.
In dettaglio, la Società precisa che, attualmente, è stato notificato ad alcuni dirigenti esclusivamente un decreto di perquisizione, eseguito presso la sede della Società, finalizzato all’acquisizione di documentazione di gara. Stando a quanto appreso dagli organi di stampa, le accuse a carico di MFM si baserebbero su dichiarazioni di terzi, esterni alla Società, che MFM ricusa in toto, certa dell’assoluta correttezza dei propri comportamenti e di quelli dei propri dirigenti.

Nel corso degli accertamenti disposti oggi dalla Procura di Napoli, MFM ha prestato la massima collaborazione e continuerà a collaborare al fine di giungere ad una rapida conclusione dell’indagine.

Manutencoop Facility Management, sicura che l’esito delle indagini attesterà la propria completa estraneità a ogni ipotesi di reato, conferma piena fiducia nell’attività della Magistratura.

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