Ucraina, l’assedio a Bakhmut della compagnia Wagner. Perché Prigozhin vuole conquistare la città

di Francesco Caputi

 

In questi ultimi giorni, la Russia sta conducendo una feroce battaglia attorno alla cittadina di Bakhmut, definita da alcuni il “tritacarne”. Tuttavia, Bakhmut ha un valore strategico quasi nullo: non è uno snodo importante, controllarla non porterebbe alcun vantaggio significativo alla Russia. Eppure, gli scontri per il controllo della cittadina sono alcuni dei più violenti combattuti fino ad ora in Ucraina.

A combattere contro le truppe ucraine a difesa di Bakhmut i mercenari della compagnia Wagner, che stanno conducendo una battaglia quasi del tutto autonomamente. Molto probabilmente, ad avere interesse a conquistare Bakhmut è Yevgeny Prigozhin, fondatore del Gruppo Wagner e uno degli oligarchi più vicini al presidente russo, con l’unico scopo di raggiungere un successo personale e aumentare così la sua influenza nel cosiddetto “partito della guerra vera” dei falchi russi. Anche il ministero della Difesa britannico è del parere che il tentativo russo di conquistare Bakhmut non abbia alcun motivo di carattere strategico: “La campagna è stata costosa in modo spropositato in relazione ai possibili vantaggi. C’è una possibilità realistica che la cattura di Bakhmut sia diventata principalmente un obiettivo politico simbolico”, si legge nell’aggiornamento quotidiano del ministero sull’andamento della guerra in Ucraina.

L’importanza di Prigozhin, infatti, dall’inizio della guerra in Ucraina è aumentata notevolmente, grazie alle capacità mostrate dal suo esercito privato sul campo. L’oligarca sarebbe diventato così influente da essersi addirittura permesso di criticare, secondo quanto si legge sul Washington Post, il ministero della Difesa e la dirigenza militare russa per i fallimenti in Ucraina durante un colloquio personale con Putin.

Obiettivo di Prigozhin, secondo il caporedattore di Novaya Gazeta Europa, Kirill Martynov, sarebbe dunque quello di sfruttare la guerra per fare carriera politica, per fondare un movimento nazionalista critico nei confronti del Cremlino. Prigozhin avrebbe addirittura invocato una “repressione stalinista” nei confronti di tutti coloro che “ignorano la situazione militare”. L’oligarca sarebbe quindi disposto a tutto pur di espugnare Bakhmut e accrescere la sua influenza, anche a costo di una “vittoria di Pirro”.

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