Covid, prove di Italia in zona bianca: riaprono i ristoranti al chiuso

L’Italia fa prove di “zona bianca”. Oggi infatti non ci saranno più le restrizioni che hanno segnato la vita del Paese negli ultimi mesi.

Prove di zona bianca

Nelle regioni già passate al bianco, cioè a dire il Friuli, il Molise e la Sardegna, non ci sarà neppure più il coprifuoco, un anticipo di quanto accadrà in 9 regioni e nella provincia di Trento tra il 7 e il 14 giugno. Questo si accompagna ad un altro passo significativo verso la normalità, ossia la riapertura in tutto il Paese dei ristoranti al chiuso a pranzo e cena nonché la possibilità di prendere il caffè al bancone del bar.

La riapertura dei ristoranti al chiuso

Naturalmente, ci sarà ancora l’obbligo di mascherina ogni volta che ci si alza dal tavolo. Ancora una limitazione, certo ma sembra piccola cosa rispetto alla possibilità di tornare alle vecchie abitudini. Non ci sarà neppure più il limite massimo di quattro persone al tavolo, quindi si potranno tornare a fare tavolate tra amici.

Il bollettino del ministero della Salute, nonostante il solito calo domenicale dei test, conferma la discesa della curva dei contagi, con 1.820 nuovi positivi (su 87mila tamponi) e il dato delle vittime ancora sotto quota cento in 24 ore.

Il cronoprogramma dunque prosegue ed anzi, nelle tre regioni bianche, hanno riaperto in anticipo tutti i settori la cui ripartenza era prevista per il primo luglio. Dunque riaprono le piscine al chiuso, centri termali, sale giochi, bingo, casinò, centri ricreativi e sociali, corsi di formazione pubblici e privati. Aperte anche le discoteche, ma solo per somministrazione e ristorazione: insomma, si mangia e si beve ascoltando musica ma non si può ballare.

Le nuove regole

Le uniche restrizioni rimaste sono l’utilizzo della mascherina e il distanziamento, oltre al rispetto dei protocolli che regolano i diversi settori indicati nelle linee guida. Nelle tre regioni bianche si può tornare anche a far festa. I ricevimenti dopo matrimoni e comunioni, compleanni e lauree sono consentiti mentre nelle regioni gialle si dovrà attendere il 15 giugno. Per parteciparvi, sia in zona bianca che in giallo, serve però una delle tre certificazioni previste dal decreto e che durano 9 mesi, cioè il certificato di avvenuta vaccinazione (dopo la seconda dose oppure 15 giorni dopo la prima) il certificato di guarigione o un tampone negativo effettuato 48 ore prima.

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