Stati Uniti, nuove sanzioni contro l’Iran. Nel mirino 18 banche

di Francesco Caputi

 

Nuove sanzioni stabilite dall’amministrazione Trump vanno a colpire l’Iran. Nel mirino stavolta sono finite 18 banche iraniane, le uniche che fino ad ora non erano ancora state toccate dalle sanzioni. Tutti i loro beni negli Stati Uniti sono stati congelati e viene proibito a cittadini e società americane di avere rapporti con loro. Una mossa, questa dell’amministrazione Trump, che rischia di far crollare l’economia iraniana, già gravemente danneggiata da tutte le altre sanzioni imposte dal 2018, soprattutto per quanto riguarda la vendita di petrolio e il commercio internazionale, e di spingere la Repubblica islamica a bloccare il programma nucleare. “Il nostro programma di sanzioni continuerà fino a quando Teheran non smetterà di appoggiare attività terroristiche e metterà fine al programma nucleare”, ha detto il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin.

Le nuove sanzioni all’Iran, secondo quanto ha dichiarato alla Reuter Elizabeth Rosenberg del think tank “Center for a New American Security”, avrebbero anche un altro obiettivo, ovvero “rendere molto difficile per ogni futuro presidente annullare questi provvedimenti e riprendere trattative sul piano nucleare iraniano”.

Gli Stati Uniti non si sono fermati alle sanzioni contro le 18 banche iraniane, ma hanno condotto un’offensiva anche contro 92 domini controllati dai Guardiani della Rivoluzione iraniani. Di questi 92 siti chiusi dal Dipartimento di Giustizia americano, 4 diffondevano propaganda negli Stati Uniti, 88 nell’Europa occidentale, del Medio Oriente e del Sud Est asiatico. A segnalare la rete dei Guardiani della Rivoluzione è stata Google. La segnalazione di quest’ultima ha avviato un’inchiesta condotta dall’FBI in collaborazione con Facebook e Twitter.

A rischio l’assistenza umanitaria all’Iran

I governi europei sono contrari alle sanzioni americane contro l’Iran, dal momento che le loro banche e attività potrebbero essere danneggiate. A rischio anche le imprese straniere che lavorano con i prestatori iraniani. I governi europei si oppongono alle sanzioni americane anche perché “la linea americana”, ha spiegato Elizabeth Rosenberg, minaccia “l’assistenza umanitaria all’Iran”. Verranno infatti ridotti anche i canali utilizzati dall’Iran per importare beni umanitari, fra cui cibo e medicine di cui potrebbe verificarsi una preoccupante carenza. Duro il commento del ministro degli Esteri iraniano sulle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. “Durante la pandemia di Covid19, gli Stati Uniti vogliono far saltare in aria i nostri canali rimanenti per pagare cibo e medicine. Gli iraniani sopravvivranno a quest’ultima crudeltà. Ma cospirare per far morire di fame una popolazione è un crimine contro l’umanità. Colpevoli e promotori, che bloccano i nostri soldi, dovranno affrontare la giustizia”, ha scritto il ministro degli Esteri iraniano su Twitter.

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