Teatro San Carlo, Dg Emmanuela Spedaliere: il futuro del Massimo sarà con i giovani

(Fonte Agi)

Musica: direttore San Carlo, in giovani il  futuro del teatro e della citta’

L’era di Ste’phane Lissner si e’ aperta anche con un suo ruolo piu’ forte, quello di direttore generale del teatro. Emmanuela Spedaliere al San Carlo di Napoli, tranne parentesi professionali fiorentine e docenze di managment, ha dedicato quasi tutta la sua vita professionale, dal 2009 in poi come direttore degli Affari istituzionali, in un tandem con l’ex sovrintendente Rosanna Purchia che ha portato il lirico piu’ antico e bello al mondo a tornare in pareggio di bilanci, ad aumentare gli abbonati e ha rivoluzionare il suo rapporto con la citta’, aprendosi soprattutto ai giovani. “A Rosanna mi lega un rapporto che andava al di la’ del lavoro comune, condividendo la passione per quello che facevamo”, sottolinea all’AGI Spedaliere. Che, nonostante il lockdown e le difficolta’ di una ripartenza con regole incerte e grandi incognite, non ha mai smesso di lavorare alla stagione che verra’, al futuro del Massimo napoletano. “Creare un nuovo pubblico, allargare i confini della musica e del belcanto in un paese che non fa dell’educazione musicale, come altri in Europa, un caposaldo del percorso scolastico, non e’ qualcosa che si improvvisa – dice – noi abbiamo cominciato anni fa a pensare che la semplice presenza delle scuole nei matine’e non era sufficiente”.

Accanto al marketing tradizionalmente inteso e ai rapporti con gli abbonati, zoccolo duro della vita di ogni fondazione teatrale, Emmanuela Spedaliere ha progettato con accuratezza forme diverse di avvicinamento dei giovani alla musica, sfruttando anche la conquista di nuovi spazi fisici per il teatro, quali i laboratori a San Giovanni a Teduccio, nell’ex fabbrica Cirio, per penetrare capillarmente nelle periferie e nell’hinterland del capoluogo campano, che hanno dato vita a esperimenti inediti come una ‘Bohe’me’ firmata Francesco Saponaro, che ha coinvolto, scuole, associazioni e parrocchie dell’area Est di Napoli. “Il rapporto con il pubblico che e’ sempre complicato, dato che il suo umore puo’ non essere sempre in linea con progetti dirompenti – sorride, glissando sulle difficolta’ – i giovani in platea non erano e non saranno mai un riempisala, ma l’epilogo di un percorso formativo. Certo, non lo vedevano come una intrusione, ma in una dimensione tranquilla la loro non educazione all’applauso, la loro abitudine ai fischi di entusiasmo all’inizio hanno comportato anche qualche malumore. Ma siamo stati gratificati dal percorso fatto in questi anni, una formazione a 360 gradi in cui i ragazzi hanno vissuto prima il luogo, tutto il teatro, persino le sale della presidenza, e poi declinato ogni anno un titolo di opera, le piu’ popolari all’inizio, in forme che potevano emozionarli ma anche, a secondo i singoli istituti di provenienza, per la parte che ha piu’ corrispondenza con il loro corso di studi. Avere piu’ di mille ragazzi per un anno in teatro ha dato anche a noi energia”. Alunni di elementari, medie e superiori hanno avuto cosi’ “un tempo soprattutto per assimilare la bellezza e la musica, specie se venivano da contesti in cui non si ha abitudine al bello”. Cartina tornasole di questo esperimento, ricorda il direttore del San Carlo, “la ragazza di Scampia che nell’incontro delle scuole con Andrea Bocelli lo invito’ ad andare in quel quartiere in cui il bello sembrava non esistere. Un grido di aiuto. Nel tempo, i ragazzi che sono stati qui ci scrivono lettere in cui tocchi la trasformazione, l’evoluzione di una personalita’, di idee. Bastava poco. E abbiamo cominciato con gli universitari, abbassando sempre di piu’ l’eta’, facendo nascere il coro delle voci di bimbi da 5 a 7 anni, quello di voci bianche, i flash mob come quello per raccontare alla citta’ il balletto di ‘Alice nel paese delle meraviglie'”.

Il coronavirus ha interrotto questa presenza fisica, spezzando il lavoro su ‘Carmen’, che pero’ sara’ ripreso visto che il titolo e’ di nuovo in cartellone nella prossima stagione. Spedaliere guarda avanti, con ottimismo, visto che i tre spettacoli estivi, spostati in piazza del Plebiscito dalle misure anticontagio e con non piu’ di mille presenze, hanno scatenato, complici ‘Tosca’, ‘Aida’ e Beethoven e voci del calibro di Jonas Kaufmann e Anna Nebrebko, migliaia di richieste di biglietto persino dall’Australia. “E’ un momento magico per il teatro – sottolinea – la nuova stagione, le scelte di Lissner e la sua volonta’ di riportare il San Carlo alle atmosfere degli anni ’50-’60, quando con la Scala gareggiava a strapparsi gli astri del belcanto consolideranno la sua fama all’estero. Il mondo tornera’ a guardare nella giusta dimensione il teatro lirico piu’ antico che esista”. L’art bonus per la rinascita del San Carlo, dopo la ristrutturazione guidata dall’allora commissario Salvo Nastasi, “e’ stato uno strumento meraviglioso, come per tutte le istituzioni culturali. Ha rivoluzionato il rapporto con il privato e abbiamo avuto per la prima volta donors stranieri come Philipe Foriel-Destezet, che, pur non potendo accedervi, ha restaurato il nostro sipario, il piu’ antico del mondo”. Foriel-Destezet ora figura negli imprenditori che hanno dato vita a ‘Concerto di impresa’, il fondo di investimento triennale che supporta le attivita’ del Lirico partenopeo, finora con 12 elementi , ma che , annuncia Spedaliere “si sta allargando, ne abbiamo uno in piu’ ora”. Per avvicinare i giovani all’opera, per integrare ‘vecchio’ e ‘nuovo’ pubblico, “per far venire in teatro in occasioni particolari chi aveva fatto il percorso formativo con piu’ passionalita’, regalandogli l’emozione delle prime o delle serate piu’ importante, grazie agli imprenditori ci sono posti in sala pagati, cosi’ come borse di studio per i ragazzi talentuosi ma senza mezzi della scuola di danza o per il coro, con bandi”. Il San Carlo sta avviando anche nuova interlocuzione la Camera di commercio di Napoli, mentre la Regione Campania, che da sempre sostiene il teatro, ha confermato il finanziamento di 11 milioni di euro per la prossima stagione, e la Citta’ metropolitana si occupera’ della stabilita’ lavorativa del corpo di ballo. “Il fatto che credano nei nostri progetti ci conforta molto – aggiunge Spedaliere – e stiamo per farne partire uno con l’Unione industriali di Napoli, attraverso la sezione Editoria che ha a capo Antonio Parlati, nuovo responsabile del Centro di produzione Rai napoletano. Un percorso per i ragazzi che con i giovani che diventano non solo ciceroni del lavoro svolto intorno a una favola qui in teatro ma anche della crescita industriale del loro territorio, delle aziende anche piccole che si trovano. Porteremo qui 1.500 ragazzi anche dalla provincia”.

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