Stati Uniti: la brutalità della polizia contro manifestanti e giornalisti durante le proteste

di Francesco Caputi

Aumentano, negli Stati Uniti, i casi di violenza estrema da parte della polizia durante le proteste per il caso della morte di George Floyd, ucciso dalla stessa brutalità poliziesca, aggravata dall’odio razziale. Molti di questi casi, documentati da video pubblicati sui social, mostrano agenti di polizia accanirsi brutalmente persino su manifestanti pacifici, disarmati e inoffensivi. Spintoni, spray urticanti sparati senza pietà, aggressioni senza alcuna provocazione da parte delle persone aggredite. A New York, degli agenti di polizia hanno guidato l’auto verso la folla. Un atto che è stato quasi giustificato dal sindaco di New York Bill De Blasio (del Partito Democratico), il quale ha detto che la situazione “era stata creata da un gruppo di manifestanti che stavano bloccando e circondando un veicolo della polizia, una tattica che avevamo visto già prima negli ultimi giorni, una tattica che può essere molto, molto pericolosa per tutti quelli coinvolti”. “E abbiamo visto attacchi diretti contro gli agenti di polizia, anche nei loro veicoli”, ha aggiunto. Dura condanna invece dalla socialista democratica Alexandra-Ocasio Cortez. “Guidare i suv verso folle di persone non dovrebbe mai e poi mai essere normalizzato. Non importa chi lo faccia, non importa il perché”, ha detto.

Ad Atlanta, alcuni giornalisti hanno filmato l’arresto di una coppia di afroamericani. I due si trovano in un’automobile ferma. Uno dei poliziotti tira con forza la donna dall’automobile, mentre un altro rompe il vetro del sedile del guidatore e spara l’uomo con un taser.

Un altro video mostra un agente di polizia gettare per terra, con feroce violenza, una ragazza, senza alcuna provocazione. “Stupida puttana del cazzo”, le dice l’agente prima di scaraventarla a terra. La ragazza, finita dopo in ospedale, ha spiegato in un video la dinamica. “Non ero in alcun modo aggressiva verso l’agente di polizia”, dice nel video. “Stava camminando nella mia direzione, mi ha detto di spostarmi, e poiché io non mi levavo di mezzo mi ha scaraventato a terra”. Il New York Police Department ha reso noto che l’agente è attualmente sotto indagine.

Ancora a New York, in un video si vede un ragazzo afroamericano con le braccia alzate al quale viene sparato negli occhi lo spray urticante da un poliziotto. Quest’ultimo, inoltre, prima di spruzzare lo spray in faccia al ragazzo, gli abbassa anche la mascherina.

A Minneapolis, agenti di polizia e soldati della Guardia Nazionale hanno sparato proiettili di vernice contro delle persone che osservavano la situazione dal proprio balcone in una zona presidenziale. “Sparategli addosso!”, dicono gli agenti nel video.

Le violenze contro i giornalisti

E non mancano, in tutto questo, anche atti di violenza contro i giornalisti, coloro che vanno sul posto per documentare la realtà. Molti di loro, prima di essere attaccati, spiegano di essere dei giornalisti, ma inutilmente. Gli agenti gli sparano comunque addosso proiettili di vernice e pallottole urticanti.

Kaitlin Rust, una reporter della rete locale Wave 3, è stata colpita dalla polizia con delle pallottole urticanti. Tutto ciò è avvenuto in diretta TV. “Mi stanno sparando addosso!”, grida durante la diretta. “A noi! Direttamente a noi!”

Un’altra reporter, Molly Hennekessy-Fiske, del Los Angeles Times, è stata presa di mira dalla polizia. “Ci eravamo identificati come stampa”, spiega. “Abbiamo chiesto dove spostarci. Non ci hanno dato direzioni. Hanno sparato”. Molly Henekessy-Fiske ha inoltre raccontato che molti giornalisti venivano letteralmente inseguiti dalla polizia e colpiti da proiettili di gomma.

Michael Antony Adams, un reporter di Vice News, fermato dalla polizia, ha gridato più volte di essere un giornalista, ma gli agenti dicono che a loro non cambia niente. “Non me ne frega”, dice uno degli agenti, mentre lo blocca a terra. Un altro agente, intanto, spruzza dello spray urticante in faccia ad Adams senza motivo, per puro sadismo.

Linda Tirado, fotografa, è stata colpita ad un occhio mentre si trovava a Minneapolis. E’ ora permanentemente cieca ad un occhio. “Un aggiornamento: sono permanentemente cieca al mio occhio sinistro, e i dottori si rifiutano assolutamente di farmi tornare a lavorare per, dicono, sei settimane. Non mi è decisamente permesso avvicinarmi a fumo o gas”, ha scritto la fotografa su Twitter.

Un caso del genere si era già verificato un po’ di tempo fa ad Hong Kong, quando la giornalista Veby Mega Indah era stata accecata ad un occhio dalla polizia, nonostante avesse più volte spiegato di essere una giornalista. “Li ho visti mirare verso di noi e ho sentito qualcuno che diceva ‘Non mirateci addosso!’ e prima che potessi reagire ho visto il proiettile arrivare”, aveva raccontato.

Le violenze della polizia di Hong Kong non sembrano dunque essere così diverse dalle violenze della polizia dei “democratici” Stati Uniti. Azioni violente contro giornalisti indifesi, sul posto semplicemente per documentare la realtà, e documentare magari anche violenze che i poliziotti vorrebbero tenere nascoste agli occhi del pubblico.

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