uccide due imprenditori e si toglie la vita. Tragedia nel Bergamasco

Un pregiudicato, Cosimo Balsamo, ha ucciso due imprenditori nel Bresciano e poi si è tolto la vita in un parcheggio ad Azzano Mella. Era a bordo di un pick-up sottratto a una delle vittime. Ha parcheggiato il mezzo è si è sparato un colpo di pistola in testa

Il primo imprenditore a cadere sotto i colpi di pistola di Balsamo si chiamava Elio Pellizzari, imprenditore di 78 anni. L’uomo è stato freddato in un capannone a Flero, in provincia di Brescia. Il killer era arrivato in auto, era sceso, e una volta nel capannone e aveva sparato ferendo anche un operaio. L’azienda si occupa di commercio di veicoli industriali.

“Mi hai rovinato” avrebbe gridato Balsamo prima di sparare e di fuggire in auto.

Successivamente Balsamo ha ucciso a Carpeneda di Vobarno, James Nolli, un altro imprenditore che era anche stato suo coimputato nel processo per la banda dei Tir per il quale Balsamo era stato condannato. Anche la persona rimasta ferita nel capannone di Flero, era stata coinvolta nel processo.

Balsamo lo scorso 30 gennaio era salito su una tettoia del tribunale di Brescia per protestare contro il sequestro della sua abitazione. L

Nel 2009 Balsamo era stato condannato per associazione a delinquere finalizzata al furto e riciclaggio perché faceva parte della banda dei tir che nei primi anni del 2000 aveva derubato aziende di trasporto di metalli in tutto il Nord Italia. Le forze dell’ordine l’avevano convinto a desistere.

Una delle ultime vicende giudiziarie che vide coinvolto Cosimo Balsamo è una richiesta di revisione respinta dalla Corte d’appello di Venezia e poi dalla Cassazione della sentenza di condanna a sette anni e quattro mesi della Corte d’appello di Brescia per associazione a delinquere furto e ricettazione. Nella richiesta Balsamo lamentava che James Nolli, una delle sue vittime, era stato condannato per furto, mentre lui per ricettazione, mentre aveva sempre sostenuto di aver personalmente rubato i mezzi con cui l’organizzazione depredava aziende che lavoravano metalli e altro. Balsamo sosteneva che la condanna per ricettazione fosse ingiusta in quanto a questa era conseguita l’applicazione della confisca dei suoi beni, proprio in relazione alla condanna per ricettazione.

fonte ansa

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