Camorra: rifiutò di aiutare il boss, ucciso dopo un summit in barca

Si era rifiutato di aiutare il boss appena uscito di carcere e, per questo sgarro, venne ucciso: tre misure cautelari sono state notificate dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli. L’inchiesta è stata condotta dal pm Henry John Woodcock e ha portato all’arresto di Eduardo De Crescenzo, 54 anni, Arcangelo Trongone, 49 e Marco Mariano, 62 anni, ex boss dell’omonimo clan, attualmente collaboratore di giustizia.

I tre, ritenuti affiliati al clan Mariano dei Quartieri Spagnoli di Napoli, sono ritenuti responsabili dell’omicidio di Francesco Terracciano, fratello di Salvatore Terracciano che, nel 2006, aveva deciso di collaborare con la giustizia.

Francesco, però, non venne ucciso per questo, il 20 settembre del 2010: a decretare la sua morte, poi avvenuta in piazza Francese, a Napoli, fu Marco Mariano che così volle vendicare un rifiuto. Mariano, appena uscito dal carcere, si rivolse a Terracciano chiedendo soldi da destinare alle sue attività illecite. Non solo. Gli chiese anche di sfruttare le sue conoscenze nel Porto di Napoli per agevolare l’importazione, per suo conto, di grossi quantitativi di cocaina.

Francesco Terracciano, si rifiutò e Mariano decise di ucciderlo. La sentenza di morte fu emessa nel corso di un summit che si tenne a bordo di due imbarcazioni, nel Golfo di Napoli, e precisamente al largo di Castel dell’Ovo, alla presenza anche di esponenti del clan Elia del vicino Pallonetto di Santa Lucia.

La vittima aveva grosse disponibilità finanziarie, frutto di usura e dell’importazione di prodotti contraffatti. A Marco Mariano, ritenuto mandante dell’omicidio, la Polizia ha notificato gli arresti domiciliari.

Del commando avrebbero fatto parte Gennaro Fittipaldi (ucciso in un agguato il 18 maggio del 2015) e Eduardo De Crescenzo. Trongone, invece, secondo gli inquirenti, fece da basista poiché conosceva bene la zona dove fu commesso il delitto. A De Crescenzo e Trongone (entrambi già in cella per altri reati) le misure cautelari sono state notificate in carcere.

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