Vertenza Almaviva, la protesta dei lavoratori (Video)

Importante appuntamento per i lavoratori Almaviva al ministero dello Sviluppo. E’ in gioco il futuro di 2511 famiglie. La fine della procedura di esubero è stata ricalcolata e spostata in avanti rispetto alla data del 18. Si deve tentare il tutto per tutto perché altrimenti le lettere potrebbero partire addirittura sotto Natale.

L’impasse sta nella difficoltà di mettere d’accordo azienda e sindacati. Almaviva chiede una nuova regolazione della videosorveglianza e costi del lavoro più bassi, almeno temporaneamente, denunciando pesanti perdite che afferma di non potere ulteriormente sostenere. Una sfumatura di netto ai contratti che i sindacati però non accettano.

L’ASSESSORE SONIA PALMIERI – “Domani nuovo appuntamento al Mise per scongiurare le migliaia di licenziamenti minacciati dall’azienda Almaviva. Non possiamo permetterlo. Siamo sempre stati parte attiva e collaborativa verso l’azienda, vicini ai lavoratori e in sintonia con il Governo nella proposizione di misure che, messe in campo, potessero contribuire al rilancio dell’azienda. Il tutto, sia chiaro, solo accantonando l’idea dei licenziamenti”. Queste sono le parole dell’assessore regionale al lavoro Sonia Palmeri.

“La Regione Campania – sottolinea – ribadisce la ferma volontà del rispetto dell’accordo siglato in data 31 maggio 2016 tra l’azienda, le organizzazioni sindacali, il Governo e le Regioni coinvolte. E’ un accordo responsabile ed equilibrato che prevede un lavoro di composizione della vertenza Almaviva che va mantenuto e gestito nelle varie fasi, con tutti gli strumenti giuridici a disposizione. Siamo dell’idea che gli accordi vadano sempre rispettati, soprattutto alla luce dell’azione incisiva impressa dal ministero dello Sviluppo Economico, in particolare con il viceministro Bellanova, che ha ottenuto con la legge di bilancio 2017 la riformulazione dell’ art.24-bis della legge 134/2012 , introducendo particolari restrizioni al trasferimento all’estero delle attivita’ di call-center, inasprendo fino a 50 mila euro al giorno le sanzioni per i trasgressori ed introducendo il principio secondo il quale non puo’ essere riconosciuto alcun beneficio fiscale o previdenziale in favore dei datori di lavoro che delocalizzano”. “Domani, al tavolo del Mise – conclude – proveremo ancora una volta a non vanificare tutto il lavoro prodotto in questi mesi, puntando a mantenere vivo il dialogo per la difesa dei livelli occupazionali del sito di Napoli”.

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