ITALIA – Inchiesta petrolio: si dimette il ministro Federica Guidi. Le opposizioni annunciano una mozione di sfiducia al Governo. De Magistris tweetta: «Renzi impregnato di scandali». Ancora da chiarire la posizione del ministro Boschi.

 

LE DIMISSIONI DEL MINISTRO GUIDI – L’inchiesta della procura di Potenza sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni di Viggiano scuote l’Italia con profonde ripercussioni economiche e politiche. Da un lato l’Eni che decide di sospendere la produzione petrolifera, dall’altro le dimissioni di Federica Guidi da ministro dello Sviluppo economico, travolta da un’intercettazione in cui, parlando con il suo compagno Gianluca Gemelli, gli garantisce il via libera ad un emendamento che il governo sta per inserire nella legge di stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total in contrada Tempa rossa, nel potentino. Allo sblocco di quei lavori Gemelli stesso, che guida due società del settore petrolifero, ha interesse . Nell’intercettazione viene chiamata in causa il centro del potere del governo Renzi, visto che la Guidi cita anche la ministra Maria Elena Boschi: “Anche Maria Elena è d’accordo”. Un’intercettazione che nel giro di poche ore porta alla decisione del ministro di lasciare il suo incarico. “Caro Matteo – scrive la Guidi nella sua lettera di dimissioni – sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.

LA RISPOSTA DEL PREMIER – Il premier Matteo Renzi, dagli Stati Uniti ha risposto dopo poche ore: “Cara Federica ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al capo dello Stato”.

L’INCHIESTA SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI – Tutto parte da un’inchiesta della procura di Potenza sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni di Viggiano. La prima parte dell’indagine riguarda presunti illeciti nella gestione dei reflui petroliferi al Centro Olio in Val d’Agri. L’inchiesta riguarda lo “sforamento” dei limiti delle emissioni in atmosfera del Cova. Sessanta persone sono indagate, sei sono attualmente agli arresti domiciliari. Si tratta di funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni e l’ex sindaca Pd di Corleto Perticara – dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri –  perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di “attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti”. I dirigenti dell’impianto Eni coinvolti, si legge nelle ordinanze, “erano consapevoli dei problemi emissivi” del Centro, ma “cercano di ridurre il numero di comunicazioni sugli sforamenti invece di incidere direttamente sulla causa del malfunzionamento o dell’evento” allo scopo di “non allarmare gli enti di controllo”.

IL SECONDO FILONE DELL’INCHIESTA – L’inchiesta ha un filone parallelo sull’impianto estrattivo della Total a Tempa Rossa nella Val d’Agri. In questo filone è indagato Gianluca Gemelli, imprenditore e compagno della ministra dello sviluppo economico Federica Guidi. Gemelli, imprenditore e commissario di Confindustria Siracusa, è accusato di traffico di influenze illecite perché “sfruttando la relazione di convivenza che aveva col ministro allo Sviluppo economico – si legge nella richiesta di misure cautelari – indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total” le qualifiche necessarie per entrare nella “bidder list delle società di ingegneria” della multinazionale francese, e “partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa”.

LE OPPOSIZIONI ANNUNCIANO MOZIONE DI SFIDUCIA  – Il M5S presenterà una mozione di sfiducia a tutto il governo. L’annuncio arriva dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio: “In discussione è tutto l’esecutivo perchè è inadeguato” ed “ha messo al comando persone al soldo delle lobbies. Chi ci vorrà venire dietro venga”, ha aggiunto. La Lega Nord raccoglie l’appello dei Cinque Stelle: “Attendo di scrivere con i Cinque Stelle la mozione di sfiducia e di votarla il prima possibile in Parlamento”, ha confermato Matteo Salvini. Anche Forza Italia valuterà l’ipotesi di presentare una mozione di sfiducia al governo: “Presenteremo anche noi le nostre mozioni e chiederemo al M5S di votare le nostre” ha detto capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta, intercettato dai cronisti a Montecitorio.  Resta da chiarire la posizione del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, nominata da Guidi nell’intercettazione che ha sollevato il caso e già sollecitata dalle opposizioni a dimettersi.

L’AFFONDO DI DE MAGISTRIS – «Renzi impregnato di scandali: Boschi, Verdini, Guidi, Bagnoli, le primarie a Napoli, la ‘ndrangheta in Calabria, Mafia Capitale». Lo scrive in un tweet il sindaco di Napoli Luigi de Magistris a seguito delle dimissioni presentate ieri dal ministro Guidi. Nel tweet inoltre de Magistris afferma «Sblocca Italia=sistema colluso».

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