Irlanda, un San Patrizio tra Covid e post Brexit

Come ogni anno,  il 17 marzo, giorno di San Patrizio, il fiume Chicago si tinge di verde: il colore dell’Irlanda, l’isola celtica che ha fatto della diaspora nel mondo un suo punto di forza. Si stima infatti che circa 70 milioni di persone abbiano almeno un antenato irlandese.

Un San Patrizio in sordina

La festa è sempre stata un’importantissima ricorrenza in Irlanda ma negli ultimi anni ha iniziato a diventare molto popolare anche nel resto del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, dove è forte la presenza di persone con origini irlandesi, anche se più come occasione per divertirsi che per motivi religiosi o patriottici. Causa Covid però, anche quest’anno la festa di San Patrizio trascorrerà in sordina, quindi non ci saranno le solite parate e i festeggiamenti pubblici.

La situazione in Irlanda

Al livello politico, la lunga querelle della Brexit ha reso l’Iralnda naturale “pontiere” tra il Regno Unito e l’Unione Europea, un ruolo da mediatore strategico ma che non l’ha messa al riparo da varie tensioni. In Irlanda del Nord, la Brexit ha fatto sentire traditi gli unionisti e più vicini a un’Irlanda unita quella minoranza cattolica e repubblicana che, stando ai cambiamenti democratici, è sempre meno tale. In questo contesto di stabilità indebolita, gli effetti che la pandemia avrà sull’economia del Paese sono tutti da vedere.

Grazie a una politica fiscale che per anni ha agevolato lo sviluppo delle tech company sul proprio territorio, basti pensare a Google, Facebook e Apple, il sistema produttivo irlandese era in forte espansione. Non a caso, secondo le previsioni economiche dell’inverno scorso della Commissione Europea, è stato l’unico Paese Ue ad aver chiuso il 2020 con un Pil in crescita. Non resta che vedere quello che accadrà questo 2021, sperando magari che la protezione di San Patrizio si faccia sentire.

 

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