Stati Uniti, Washington. Sostenitori di Trump assaltano Capitol Hill. 4 morti e 52 arresti

di Francesco Caputi

 

Tensione altissima a Washington. Ieri, mercoledì 6 gennaio, centinaia di sostenitori di Donald Trump hanno assaltato Capitol Hill. I manifestanti, molti dei quali armati, hanno fatto irruzione nel complesso, interrompendo l’attività del Congresso, che stava per ratificare formalmente la vittoria del presidente eletto Joe Biden. Un grave attacco alla democrazia americana. La difesa all’esterno dell’edificio si è rivelata molto debole: gli agenti, in inferiorità numerica rispetto ai manifestanti, sono stati costretti a cedere e non hanno potuto fare niente per impedire l’irruzione della folla di sostenitori trumpisti.

Immediatamente, i servizi segreti e gli agenti di sicurezza hanno evacuato Capitol Hill e scortato i deputati e i senatori, ai quali è stato rivolto l’ordine di indossare maschere antigas. I politici sono stati portati a Fort McNair, una base dell’esercito vicina a Washington.

Mentre il Congresso e il Senato venivano evacuati, i manifestanti sono riusciti ad entrare nel complesso, rompendo le finestre, e, successivamente, hanno occupato la rotonda di Capitol Hill e anche l’aula del Senato. All’interno si sono verificati altri scontri fra la polizia e i manifestanti. Il bilancio è di 4 morti, 13 feriti e almeno 52 arresti. Fra queste 4 vittime vi è una donna sostenitrice di Trump morta dopo esser stata colpita da un proiettile sparato da un agente.

Fra gli agenti di polizia vi sarebbero stati 14 feriti. Uno di questi è un ufficiale trascinato violentemente dalla folla.

Poco dopo l’attacco al Campidoglio, il portavoce del Pentagono ha annunciato che la Guardia Nazionale “di DC è stata mobilitata per fornire sostegno alle forze dell’ordine”. Inizialmente si pensava che fosse stato Trump ad ordinare la mobilitazione della Guardia Nazionale, ma funzionari della Difesa e dell’amministrazione hanno invece precisato che è stato il vicepresidente Mike Pence.

La situazione è tornata sotto controllo solamente quando su Washington è calato il coprifuoco e molti manifestanti hanno deciso di lasciare il Campidoglio.

Il comizio di Trump che avrebbe scatenato l’assalto

A scatenare la furia dei sostenitori di Trump sarebbe stato un comizio tenuto dal presidente uscente nei pressi di Capitol Hill lo stesso giorno dell’attacco. “Non ci arrenderemo mai, non ammetteremo mai la vittoria. Non accadrà: non si ammette la vittoria, se c’è un furto”, “vogliamo salvare la nostra democrazia”, “dovete combattere”, ha detto Trump durante il comizio. Il presidente uscente ha anche attaccato i Repubblicani che riconoscono la vittoria di Biden, definendoli dei “deboli”.

L’ambiguo appello di Trump ai manifestanti: “Avete ragione, ma tornate a casa”

Trump ha pubblicato su Twitter un video in cui si rivolge ai manifestanti, invitandoli a tornare a casa. Un appello tuttavia ambiguo: da un lato Trump invita i suoi sostenitori a non proseguire l’assedio del Campidoglio, dall’altra invece dà loro ragione perché il voto sarebbe stato “rubato”.

Questo è quanto ha detto Trump nel suo video:

“Capisco il vostro dolore. Capisco che siate addolorati. La nostra elezione ci è stata rubata. E’ stata un’elezione schiacciante, e tutti lo sanno, soprattutto l’altra parte. Ma adesso dovete andare a casa. Dobbiamo avere la pace. Dobbiamo avere legge e ordine e dobbiamo rispettare le persone che rappresentano le forze dell’ordine. Non vogliamo che nessuno si faccia male. E’ un periodo molto duro. Non c’è mai stato un momento come questo in cui accadesse una cosa del genere. Questa è stata un’elezione fraudolenta, ma noi non possiamo fare il gioco di questa gente. Dobbiamo avere la pace. Vi vogliamo bene. Siete molto speciali. Capisco come vi sentiate. Ma andate a casa, e andate a casa in pace.

Fra i Repubblicani si rafforza l’ipotesi di rimuovere Trump

Nel gabinetto del presidente uscente si sta rafforzando l’ipotesi di rimuovere Donald Trump attraverso il 25esimo emendamento. Il 25esimo emendamento della Costituzione prevede che il vicepresidente prenda i poteri nel caso il presidente muoia, si dimetta o sia rimosso dal suo incarico. A differenza dell’impeachment, dunque, consente di rimuovere il presidente senza che sia necessario elevare accuse precise.

Secondo la CNN, quattro repubblicani ritengono il 25esimo emendamento la strada migliore, mentre altri due opterebbero per l’impeachment.

Proud Boys, Boogaloo Boys, QAnon, neonazisti, suprematisti bianchi, neoconfederati. Chi sono gli assaltatori del Campidoglio

A guidare l’assalto al Campidoglio erano soprattutto i Proud Boys, un gruppo di estrema destra americano fondato nel 2016. Con uniformi mimetiche, giubbotti antiproiettile e armi, i Proud Boys agiscono come una vera e propria organizzazione paramilitare. Oltre ai Proud Boys vi erano anche neonazisti (alla manifestazione era presente un uomo che indossava una maglietta sulla quale vi era scritto “Camp Auschwitz”) e nostalgici della Confederazione. Alla fine, tuttavia, le differenze fra neonazisti, suprematisti bianchi e neoconfederati sono molto sottili, se non quasi inesistenti. Alla base delle loro convinzioni hanno infatti tutti un forte complottismo, quasi sempre antisemita. Ad accomunare quasi tutti gli estremisti di destra americani è la cieca fede nella teoria del complotto di QAnon, diffusasi soprattutto attraverso il social network 4chan, secondo la quale il mondo occidentale sarebbe controllato da una élite di pedofili e satanisti, cui apparterrebbero anche molti membri del Partito Democratico come Obama e Hillary Clinton.

Oltre ai Proud Boys erano presenti anche i Boogaloo Boys, un altro gruppo di estrema destra. Secondo i Boogaloo, il movimento Black Lives Matter porterà a una guerra per la sopravvivenza della razza bianca e farneticano pure che i lockdown per combattere la diffusione della pandemia siano usati allo scopo di favorire gli afroamericani, impoverendo i bianchi. Insomma, nell’estrema destra abbondano le teorie del complotto.

L’assalto al Campidoglio ha visto fra i protagonisti un noto personaggio dell’estrema destra americana, Jack Angeli, che si fa chiamare “QAnon Shaman”, lo “sciamano di QAnon”.

Le reazioni negli Stati Uniti

Biden: “La nostra democrazia è sotto attacco”

“La nostra democrazia è sotto attacco”. Così il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden, parlando in tv al Paese, ha commentato l’assalto al Campidoglio. “Questa non è una protesta, è un’insurrezione. Le scene di caos non riflettono l’America vera, non rappresentano chi siamo. È un assalto all’applicazione della legge come poche ne abbiamo viste prima d’ora”. “Sono scioccato e rattristato, l’America è basata sull’onore, sulla dignità, sul rispetto, sulla tolleranza, questo è quello che siamo. La democrazia è fragile e va preservata”.

Biden ha poi parlato dei manifestanti come di “un piccolo numero di estremisti che non vogliono rispettare la legge, è soltanto disordine, è caos, è quasi sedizione e deve finire adesso”. “Chiedo a questa folla di tornare indietro e lasciare che la democrazia faccia il suo corso”, ha aggiunto il presidente eletto. “Le parole di un presidente hanno il loro peso. Non importa quanto bravo o cattivo quel presidente sia, nel migliore dei casi le parole di un presidente possono essere d’ispirazione, nel peggiore possono incitare”.

Mike Pence: “La violenza si fermi subito”

“La violenza e la distruzione che stanno avvenendo al Campidoglio Usa devono fermarsi e devono fermarsi ora”. Lo scrive su Twitter il vicepresidente Usa, Mike Pence. “Tutti coloro coinvolti devono rispettare gli agenti delle forze dell’ordine e lasciare subito l’edificio”, scrive Pence, “la protesta pacifica è diritto di ogni americano ma questo attacco al nostro Campidoglio non sarà tollerato e le persone coinvolte saranno perseguite al livello massimo consentito dalla legge”.

In apertura di seduta, Pence ha condannato l’assalto dei sostenitori trumpiani: “Non avete vinto, – ha detto – la violenza non vince mai”.

“Hanno tentato di fermare la nostra democrazia ma hanno fallito”, gli ha fatto eco il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell.

Mike Pompeo: “L’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti è inaccettabile”

“L’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti è inaccettabile. L’illegalità e le rivolte – qui o in tutto il mondo – sono sempre inaccettabili. Ho viaggiato molto e ho sempre sostenuto il diritto di manifestare pacificamente”. Lo ha scritto Mike Pompeo su Twitter.

Obama: “Violenza istigata da Trump”

“La storia ricorderà la violenza di oggi al Campidoglio, istigata da un presidente in carica che ha continuato a mentire senza fondamento sull’esito di un’elezione legittima, come un momento di grande disonore e vergogna per la nostra nazione. Ma ci staremmo prendendo in giro se la considerassimo una totale sorpresa”, ha detto Obama in un lunghissimo comunicato in cui condanna l’assalto dei sostenitori di Trump a Capitol Hill.

“Per due mesi un partito politico e il sistema mediatico che lo accompagnava non ha spesso voluto dire ai suoi seguaci la verità – che questa non era un’elezione particolarmente sul filo di lana e che ci sarà l’inaugurazione di Joe Biden il 20 gennaio”, prosegue Obama, “questa narrazione di fantasia si è allontanata sempre più dalla realtà ed è costruita sulla semina di anni di risentimento. Ora ne stiamo vedendo le conseguenze, avvolte in un violento crescendo”.

Obama si è poi rivolto ai Repubblicani: “Fate i primi passi per domare le fiamme e scegliete l’America”.

Bill Clinton: “Un assalto senza precedenti al Congresso, alla Costituzione e al Paese”

“Un assalto senza precedenti al Congresso, alla Costituzione e al Paese”, ha detto l’ex presidente Bill Clinton che ha sottolineato come il “fiammifero” sia stato accesso “da Donald Trump e dai suoi più ardenti sostenitori, inclusi molti in Congresso, per capovolgere il risultato delle elezioni che ha perso”.

George Bush: “Sconvolto dal comportamento sconsiderato di alcuni leader politici”

“È così che vengono contestati i risultati delle elezioni in una repubblica delle banane, ha detto l’ex presidente americano George W. Bush.

In una nota rilanciata dai media Usa, Bush ha aggiunto: “Sono sconvolto dal comportamento sconsiderato tenuto da alcuni leader politici a partire dalle elezioni e dalla mancanza di rispetto dimostrata oggi per le nostre istituzioni, le nostre tradizioni e le nostre forze dell’ordine”.

Le reazioni in Europa

Merkel: deploro l’atteggiamento di Trump

Le immagini arrivate agli Usa “mi hanno riempito di rabbia e tristezza”. Lo ha detto Angela Merkel, intervenendo a una manifestazione politica della Csu. “Deploro che il presidente Trump non abbia riconosciuto le sconfitta alle elezioni da novembre e che non lo abbia fatto neppure ieri”, ha aggiunto. “Dubbi sono stati sollevati sull’esito delle elezioni e si è preparata l’atmosfera per gli eventi della notte scorsa”.

Michel: “Il Congresso è tempio democrazia, scene scioccanti”

“Il Congresso Usa è un tempio della democrazia. Testimoniare le scene di oggi a Washington Dc è uno shock. Confidiamo negli Stati Uniti affinché assicurino un trasferimento pacifico del potere a Joe Biden”. Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su Twitter.

Josepp Borrell: “La democrazia americana sotto assedio”

“Agli occhi del mondo, la democrazia americana questa sera appare sotto assedio. Questo è un attacco inedito alla democrazia Usa, alle sue istituzioni e allo stato di diritto. Questa non è l’America. I risultati delle elezioni del 3 novembre devono essere pienamente rispettati”. Lo ha scritto l’alto rappresentante per la politica estera della UE Josep Borrell.

Von der Leyen: “Credo nella forza della democrazia Usa”

“Credo nella forza delle istituzioni e della democrazia Usa. La transizione pacifica del potere è al centro. Joe Biden ha vinto le elezioni. Sono ansiosa di lavorare con lui come prossimo presidente degli Stati Uniti”. Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ritwittando la frase di Biden: “L’America è molto meglio di quello che stiamo vedendo oggi”.

David Sassoli: “Scene preoccupanti, il voto va rispettato”

“Questa sera scene profondamente preoccupanti dal Capitol degli Stati Uniti. I voti democratici devono essere rispettati. Siamo certi che gli Stati Uniti garantiranno che le regole della democrazia siano protette” scrive su Twitter il presidente dell’Europarlamento.

Giuseppe Conte: “Violenza incompatibile con la democrazia”

“Seguo con grande preoccupazione quanto sta accadendo a Washington. La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche. Confido nella solidità e nella forza delle Istituzioni degli Stati Uniti” scrive su Twitter il premier.

Roberto Gualtieri: “Aggressione intollerabile a valori comuni”

“Il voto e le istituzioni democratiche vanno rispettate, ciò che sta accadendo a Washington è un’aggressione intollerabile ai nostri comuni valori. Ha ragione
Joe Biden: questa non è la vera America, l’assedio a Capitol Hill deve finire”. Così su Twitter il ministro dell’Economia.

Lorenzo Guerini: “A Washington attacco all’esito democratico del voto”

“Ciò che sta avvenendo a Washington DC è davvero gravissimo. Un attacco all’esito democratico del voto popolare” scrive su Twitter il ministro della Difesa.

Nicola Zingaretti: “Ecco dove porta l’estremismo in politica”

“Mai avremmo pensato di vedere negli Usa immagini di questo tipo. Tutti vicini alla forza della democrazia americana per difenderla da questi attacchi. Ecco dove porta l’estremismo in politica”. Così su twitter il segretario Pd.

Andrea Orlando: “Riflettano i trumpiani d’Italia”

“Quello che sta succedendo Washington è incredibile. Una delle più antiche e solide democrazie del mondo è segnata in queste ore da un tentativo di sedizione innescato da un presidente sconfitto e al termine del suo mandato. Le immagini che ci giungono costituiranno, comunque si concluda questa vicenda, uno sfregio per la cultura democratica” scrive su Facebook il vicesegretario del Pd. “Riflettano – osserva – tutti coloro che, anche in Italia, avevano salutato nella vittoria populista di Trump una novità positiva”, aggiunge ricordando che “il populismo, anche quando nasce da ragioni profonde e reali, presto o tardi è destinato ad entrare in conflitto con le articolate regole della democrazia, un sistema complesso, che si presta a critiche (anche perché è l’unico che le tollera) ma che è il migliore che l’uomo abbia escogitato. L’unico che assicuri equilibrio tra le libertà individuali e benessere generale. Lo ricordo, perché talvolta c’è chi lo dimentica”.

Matteo Renzi: “Il populismo lascia tracce devastanti”

“Fanno male le immagini dal Campidoglio, tempio della democrazia americana. Molto male. Il populismo lascia tracce devastanti per la credibilità delle istituzioni. E purtroppo violenza verbale chiama violenza fisica”.

Teresa Bellanova: “Serviranno pacificatori e costruttori”

“L’attacco al Campidoglio fomentato dolosamente dal Presidente uscente Donald Trump è un fatto gravissimo ed altrettanto grave è il rifiuto del Pentagono di accettare la richiesta di invio della Guardia Nazionale da parte della Speaker della Camera Nancy Pelosi, a protezione delle Istituzioni”, scrive sui social la ministra dell’Agricoltura. “Tornerà la calma a Washington nelle prossime ora, ma le ferite profondissime, le divisioni di questi quattro anni resteranno – continua l’esponente di Italia viva – . E serviranno anche negli Stati Uniti i pacificatori ed i costruttori. Persone come Joe Biden e Kamala Harris, competenti, empatici, onesti, capaci di disinnescare quella bomba sociale che i disastri del populista Donald Trump e del suo governo del cambiamento hanno contribuito a far esplodere. Ci vorranno tempo e pazienza, anche per ricucire le profonde ferite alla democrazia, ma siamo sicuri che ce la faranno”.

Matteo Salvini: “La violenza non è mai la soluzione”

“La violenza non è mai la soluzione, mai. Viva la Libertà e la Democrazia, sempre e dovunque”.

Lascia un commento