Mal di schiena da smartworking? No problem: ecco le regole d’oro della fisioterapista per lavorare “comodamente”

Ammettiamolo: questo smartworking sta mettendo tutti a dura prova. Non solo perché certe volte è obiettivamente difficile districarsi tra incombenze domestiche, bambini bisognosi di attenzione e ovviamente, il lavoro ma anche perché in tanti casi a mancare (oltre al tempo) è proprio un posto dove lavorare.

Sono in tanti a vivere in un appartamento piccolo, dove magari non c’è uno studio e al posto del desk tocca arrangiarsi col tavolo della cucina o addirittura su superfici non idonee come il divano. Per questo motivo, sono in tanti ad accusare mal di schiena o doloretti vari spesso dovuti a posture sbagliate assunte per troppo tempo. Ma per rimediare a tutto questo, abbiamo chiesto alla fisioterapista e posturologa napoletana Annacarmela Manna di dare ai nostri lettori qualche consiglio utile per questo periodo in cui si dovrà lavorare ancora a distanza ma in realtà utilissimi anche quando si potrà tornare in ufficio.

In questo periodo nel quale ci si ritrova a fare smart working in posti magari poco idonei , quali potrebbero essere i consigli di un professionista per evitare atteggiamenti scorretti?

Alla fine di questa lunga quarantena saranno poche le colonne vertebrali che ne usciranno indenni. “Utilizzare ogni giorno postazioni di lavoro improvvisate può scatenare tutta una serie di sintomi e disturbi che da acuti possono diventare cronici”.
“Senza contare poi lo stress e l’ansia di questi giorni, tutte condizioni che molto spesso si somatizzano sulla schiena, causando dolore”. Il principale problema rimane l’assenza di una scrivania e di una sedia ergonomica, così come la mancanza di ausili utili al mantenimento di una postura corretta. «Alla fine si rischia una limitata mobilità articolare, oltre dolore a livello del rachide lombo-sacrale, che si irradia anche agli arti inferiori, e contratture muscolari».

Per chi avesse riscontrato dei dolori in questo periodo o per chi avesse già delle patologie, si può ricorrere al fai da te con esercizi da fare in casa prima di ricorrere ad uno specialista?

È opportuno che ci si interfacci sempre con uno specialista all’insorgere di un dolore sia esso un nuovo dolore o un acutizzarsi di una vecchia sintomatologia. Del resto in questa fase con le dovute precauzione ci si può recare tranquillamente dal proprio medico o dal proprio fisioterapista.

A proposito di questo, durante la quarantena i fisioterapisti hanno potuto seguire i propri pazienti anche a distanza? e in che modo?

La Fisioterapia da decreto non si è mai fermata anche se era ammesso trattare pazienti gravi cioè quei soggetti che sarebbero peggiorati con un lungo periodo senza le cure necessarie. Per tutti gli altri era consentito la consulenza a distanza.
Io personalmente al 10 Marzo in questo clima di emergenza sanitaria quando le istituzioni non si erano ancora espresse in merito alla nostra professione mi sono sentita in dovere per i miei pazienti per me e per i mie cari di sospendere la mia attività ambulatoriale.
Ma i miei pazienti non sono mai rimasti senza la mia assistenza mi sono collegata con loro tutti i pomeriggi seguendoli nell’esecuzione di esercizi. Ovviamente questo non era come fare una seduta di fisioterapia ma almeno non perdevamo i risultati ottenuti dal lavoro svolto nelle sedute precedenti.
È stato faticoso ed un esperienza che mi ha riempito di emozioni ma non il portafogli. Mi sono occupata dei miei pazienti a distanza gratuitamente.

Il Lockdown e il post lockdown come hanno cambiato il vostro lavoro? In che modo si potrà proseguire in futuro, visto anche che è impossibile praticamente tenere una distanza di sicurezza?

Durante il lockdown le mie giornate erano ricche di impegni di mattina studiavo le ultime novità sulla fisioterapia e il pomeriggio mi dedicavo alle videosedute con i pazienti e registravo video per esercizi da praticare a casa che ho pubblicato poi sulla mia pagina FB disponibili per tutti. Nel post lockdown lavorare per me e i mie colleghi non è semplicissimo dato che noi non riusciamo a mantenere la cosiddetta distanza di sicurezza quindi per lavorare ci siamo dovuti munire dei cosiddetti DPI che nel nostro caso sono mascherina, visiera, camice monouso da cambiare per ogni paziente guanti. I pazienti prima di venire vengono sottoposti ad un triage telefonico che poi firmano una volta arrivati e prima di iniziare gli viene misurata la febbre, disinfettate le mani e indossano i copri scarpe.
Tutto molto lontano da quello che era il mio modo di accoglierli con un abbraccio e un sorriso che adesso non possono vedere perché sono coperta dalla mascherina.

 

La dottoressa Manna ha dato in esclusiva per i lettori de La Sud le regole d’oro (ovvero, una serie di esercizi) per aiutare la schiena e la postura durante il lavoro al desk, in smartworking ma anche in ufficio o dovunque vi troviate a lavorare al computer.

-1- sedia stabile confortevole e non rigida
-2-regolare lo schienale a 90°/110°
In altezza deve sostenere tutta la zona lombare
-3- I piedi devono poggiare comodamente a terra
Se è necessario utilizzare un poggia piedi
-4-schermo facilmente orientabile e inclinabile.
Distante dagli occhi circa 50/70 cm
-5- Posizionarsi frontalmente al video ad una distanza dal bordo tavolo di almeno 10-15 cm.
-6-piano di lavoro :superficie poco riflettente e largo almeno 160 cm e profondo 90 cm
-7- Alternare le pause di lavoro e associare esercizi di allungamento in particolare dei muscoli della colonna.

L’esperta – Annacarmela Manna. Laureata in Fisioterapia nel 2009 presso la Seconda Università degli Studi di Napoli. Appassionata da sempre di Posturologia, dal 2012 si occupa di riabilitazione posturale per adulti e bambini e per la risoluzione di problematiche dell’età evolutiva,riabilitazione ortopedica e la sua seconda passione è la riabilitazione del pavimento pelvico.

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