a cura di Marisa Russo
Il calcio italiano ha deciso di ripartire senza i tifosi.
Una scelta coraggiosa? Una scelta doverosa? Una scelta responsabile?
Niente di tutto ciò.
La decisione è stata presa per ragioni puramente economiche.
Quello che muove il calcio ormai da decenni è solo la logica finanziaria.
I soldi hanno preso il posto della passione, della fede, dei colori, della Maglia, delle tradizioni, delle rivalità di campanile e delle Bandiere.
Per questo motivo chiediamo a tutti di fare una profonda riflessione.
La tragedia dell’emergenza sanitaria ha evidenziato tutti i limiti di uno sport ormai allo sbando, sempre più schiavo delle televisioni e degli sponsor.
Ma è anche vero che questa potrebbe essere l’occasione per ripartire -tutti insieme- con una riforma popolare e costruttiva, che rimetta al centro di tutto i tifosi, e non gli interessi dei soliti noti.
I tifosi non sono semplici clienti, ricordiamocelo sempre.
Oggi si è svolta a Napoli alle ore 11:00 (Sala dei Baroni, Maschio Angioino) la presentazione di un documento che -almeno nelle intenzioni- potrebbe rivoluzionare il calcio.
Oltre ai media locali/nazionali, al Sindaco di Napoli, l’assessore Alessandra Clemente, ai sottosegretari Crimi e Sibilia agli Onorevoli Paolo Cento, Daniele Belotti, Paolo Russo, Paola Frassinetti, Sandro Ruotolo e Nicola Marrazzo che hanno accettato l’invito, saranno presenti anche alcune delegazioni Ultras di ogni categoria,
“A nessuna industria della televisione sembra che interessi dei tifosi, ma senza l’urlo e il movimento del pubblico il calcio sarebbe uno zero. È una storia di passione. Sarà sempre così. Senza la passione il football è morto. Solo ventidue uomini grandi e grossi che corrono su un prato e danno calci a una palla. Proprio una gran cagata!”
Da: “Fedeli alla tribù” di John King