Gaza, strage durante la fila per gli aiuti umanitari. Il direttore dell’ospedale al-Awda: “Lesioni d’arma da fuoco sull’80% dei feriti”

L’80% delle persone ferite a Gaza giovedì mentre aspettavano aiuti umanitari presentavano lesioni d’arma da fuoco. A dirlo il direttore ad interim dell’ospedale al-Awda di Jabalia, Mohammed Salha, secondo quanto riporta Al Jazeera. Tra le 176 persone portate in ospedale, 142 avevano ferite dovute a colpi d’arma da fuoco, mentre le altre 34 sarebbero state ferite nella calca formatasi attorno ai camion di aiuti. Anche Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’ONU, ha confermato quanto affermato da Mohammed Salha, dopo la visita di un team delle Nazioni Unite all’ospedale al-Shifa.

Alcuni palestinesi sopravvissuti alla strage affermano che l’esercito israeliano avrebbe sparato sulla folla. Mahmoud Ahmad, un testimone intervistato da Reuters, ha raccontato che aveva iniziato ad aspettare mercoledì sera l’arrivo del convoglio. Quando i camion sono arrivati, avrebbe visto un drone e un carro armato sparare sulla folla. “Sono stato ferito alla schiena – ha detto – Ho sanguinato per un’ora finché uno dei miei parenti è arrivato e mi ha portato in ospedale”. Anche altri testimoni intervistati da Reuters raccontano di aver visto le forze armate israeliane sparare ai civili.

Kamel Abu Nahel, un uomo intervistato da Associated Press, sarebbe stato portato all’ospedale Shifa di Gaza dopo esser stato colpito, secondo le sue parole, dai colpi d’arma da fuoco sparati dai soldati israeliani.

Israele nega le accuse

Israele nega ogni tipo d’accusa di questo tipo, e sostiene che le morti sono state provocate dalla calca.

Tuttavia, un funzionario israeliano ha affermato che i soldati dell’IDF hanno prima sparato in aria dei colpi d’avvertimento e successivamente colpito coloro che non lasciavano l’area e che, per questo motivo, erano considerati una minaccia.

Lascia un commento