Stati Uniti, la Corte suprema rifiuta di emettere una sentenza d’urgenza sull’immunità di Trump

La Corte suprema degli Stati Uniti venerdì ha rifiutato di emettere una sentenza d’urgenza sull’immunità di Donald Trump nel 2020, quando avrebbe cercato di annullare i risultati delle elezioni e ribaltare la vittoria elettorale di Joe Biden. Trump, infatti, oltre a dichiararsi non colpevole per tutti e quattro i capi d’accusa, sostiene che gli ex presidenti non possano affrontare accuse penali per condotte relative alle loro responsabilità ufficiali. La richiesta di immunità è stata respinta a inizio dicembre dalla giudice Tanya Chutkan, ma gli avvocati di Trump hanno fatto ricorso alla Corte d’Appello dello stato del District of Columbia. Successivamente, il procuratore federale Jack Smith ha fatto richiesta alla Corte suprema di esprimersi sulla questione per stabilire se l’ex presidente americano era protetto o no da immunità.

Donald Trump ha definito la decisione della Corte suprema una vittoria, ma, ha aggiunto, “dovrò ancora lottare per i miei diritti in Corte d’Appello”. L’obiettivo degli avvocati dell’ex presidente repubblicano, infatti, è ritardare l’inizio del processo federale, che si terrà il prossimo 4 marzo, per evitare che questo possa coincidere con la campagna elettorale per le elezioni presidenziali del prossimo novembre. Adesso quindi si proseguirà con la normale procedura, e la questione sarà esaminata dalla Corte d’Appello. Gli avvocati di Trump ritengono che la richiesta del procuratore federale Smith sia stata motivata da considerazioni di carattere meramente politico. “L’importanza (del caso, ndr) non richiede necessariamente una soluzione rapida: anzi, di solito è vero il contrario”, hanno affermato.

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