Dopo 33 anni, di nuovo, Napoli campione d’Italia

È giunto il momento tanto atteso, il Napoli ha trionfato ed è diventato campione d’Italia per la terza volta nella sua storia. Nonostante il Friuli non sia il luogo iconico di Maradona, l’intera città è stata adornata con i colori azzurri in segno di celebrazione per la vittoria. Finalmente, la vera festa per lo scudetto può avere inizio.

Il Napoli ha dovuto lottare duramente in questa stagione, ma alla fine è riuscito a conquistare il titolo con una prestazione mirabolante e straordinaria. La partita decisiva si è svolta contro l’Udinese, a cinque giornate dalla fine del campionato. Nonostante le difficoltà incontrate, il Napoli ha avuto la forza di mettere il sigillo sulla sua stagione e festeggiare il titolo con la propria tifoseria.

la partita

Sotto la spinta dei 25mila tifosi e dei 50mila presenti al Maradona, gli azzurri hanno aumentato il possesso palla dopo aver subito la rete di Lovric, ma senza creare vere occasioni. Invece, è stato Lovric a mettere in difficoltà Meret con un tiro da fuori area. Nella ripresa, Spalletti ha aspettato prima di apportare modifiche alla squadra, dando fiducia ai suoi giocatori, decisione che si è dimostrata vincente. Al settimo minuto, i due trascinatori della squadra hanno messo insieme un’azione degna del miglior Napoli e hanno creato la rete del pareggio. Un tiro di Kvaratskhelia respinto da Silvestri ha offerto l’occasione a Osimhen di segnare la sua 22/a rete in campionato. Il gol del nigeriano ha dissipato le nubi del dubbio e della paura, facendo esplodere la Dacia Arena e, di riflesso, anche il Maradona, in un boato continuo durato minuti, con decine di fumogeni accesi e centinaia di bandiere sventolanti.

Nonostante il Napoli avesse mancato il match point nella partita contro la Salernitana la scorsa domenica, la squadra di Luciano Spalletti ha rischiato ancora di dover rimandare l’appuntamento con lo storico traguardo. Tuttavia, la squadra è stata in grado di costruire una stagione eccezionale caratterizzata dalla qualità del gioco, dalla continuità e dal furore agonistico, il che ha inevitabilmente lasciato un segno indelebile.

Esplode la città in festa

La celebrazione dello scudetto del Napoli è durata fino alle prime ore del mattino, quando il sindaco Manfredi ha firmato l’ordinanza per ripristinare la circolazione dei veicoli. Decine di migliaia di persone hanno preso parte alla festa in tutta la città, dai quartieri di Fuorigrotta alla Sanità, tra fuochi d’artificio, cori da stadio e fumogeni. In centro, a piazza Trieste e Trento e piazza del Plebiscito, dove si sono svolte le celebrazioni ufficiali, più di 20.000 persone hanno ballato e cantato come in una discoteca all’aperto. Attualmente, l’Asia, la municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti, sta lavorando in doppio turno per ripulire le strade. Tuttavia, ci sono stati anche dei danni, come il recinto della fontana del carciofo, divelto durante la notte da centinaia di tifosi, molti dei quali minorenni, nonostante fosse stata transennata per impedirne lo sfregio. La scultura a forma di corolla floreale simile a un carciofo, da cui deriva il nome della fontana, è comunque rimasta intatta.

Morti e feriti durante i festeggiamenti

Morto un 26enne a colpi di arma da fuoco durante i festeggiamenti, 200 feriti.

Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, spiegano che la morte di un uomo avvenuta nella notte della festa scudetto non ha alcuna connessione con i festeggiamenti. Il prefetto sottolinea il senso di responsabilità dei napoletani nel rispettare il divieto di circolazione, mentre il sindaco afferma che l’episodio è legato ad una dinamica che non ha nulla a che fare con la festa e probabilmente si tratta di un regolamento di conti che ha trovato l’opportunità della festa.

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