L’Italia e i ritardi nell’attuazione del PNRR

di Francesco Caputi

 

Sono degli ultimi giorni le polemiche riguardanti i ritardi nell’attuazione del PNRR, che prevede spese per circa 191,5 miliardi di euro. Addirittura, secondo il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, è “matematico” che alcuni obiettivi non saranno raggiunti.

Questi 191,5 miliardi di euro vengono versati a rate ogni sei mesi dalla Commissione europea, a patto che vengano rispettate le scadenze per il raggiungimento degli obiettivi imposti. Se non vengono raggiunti, la Commissione non versa una parte del finanziamento, oppure decide di sospendere il versamento della rata, come accaduto in questi giorni: la Commissione ha annunciato che verranno esaminati a fine aprile i risultati raggiunti dall’Italia negli ultimi sei mesi del 2022. In base a quanto emergerà dagli esami della Commissione, l’erogazione della rata prevista sarà approvata o rinviata. Si tratta di 19 miliardi di euro.

Ora, il problema riguarda tre dossier: la riforma delle concessioni portuali, che non risponde ai criteri dell’Antitrust europeo, perché sarebbero considerate troppo generose le concessioni ai vincitori degli appalti; alcuni interventi sulle reti di teleriscaldamento; alcune misure del capitolo “Piani urbani integrati”, fra cui la ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze. Tuttavia, il Governo difende i finanziamenti per Venezia e Firenze.

Le difficoltà nella spesa dei fondi

Oltre a ciò, a complicare il tutto, la difficoltà dell’Italia a spendere i fondi europei, a causa di problemi riguardanti le amministrazioni locali. Ad esempio, Vizzini è uno dei 21 comuni italiani ad aver vinto il bando del PNRR per la riqualificazione dei luoghi abbandonati. Il problema, tuttavia, è che Vizzini e gli altri comuni vincitori non riescono a spendere questi soldi: si tratta infatti di piccoli paesi in cui non vi sono più scuole, medici, negozi di alimentari e altri servizi fondamentali. Il bilancio del comune di Vizzini, inoltre, è in dissesto economico dal 2018: le assunzioni sono bloccate e i soldi devono essere spesi per i debiti accumulati. Un altro grave problema è la mancanza di personale: molti funzionari sono andati in pensione e non sono stati sostituiti.

Stessa situazione a Livemmo, che dovrebbe spendere 20 milioni di euro per la ristrutturazione di edifici per farli diventare alloggi per turisti, per costruire piste ciclopedonali, tra i vari progetti. Servono tuttavia un geometra e un ingegnere. Il bando, però, non ha ricevuto alcuna candidatura. La difficoltà nel trovare tecnici dipende soprattutto dal fatto che la pubblica amministrazione offra compensi molto bassi per lavori spesso estremamente complessi.

Secondo la Corte dei Conti, le “modalità di reclutamento del personale dedicato al PNRR con formule non stabili hanno fatto emergere non poche difficoltà, per le amministrazioni, nel garantire la continuità operativa delle strutture”. Insomma, senza personale, non si possono gestire i fondi del PNRR.

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