Accordo USA-UE per aumentare le importazioni di Gnl, il piano europeo per ridurre la dipendenza dal gas russo. Ma da solo il Gnl non basterà

di Francesco Caputi

 

Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno raggiunto un accordo per aumentare le importazioni di gas liquefatto americano. Ad annunciarlo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Con questo nuovo accordo, l’Unione Europea si impegna a garantire la domanda di circa 50 miliardi metri cubi all’anno di gas liquefatto in più dagli Stati Uniti.

Attualmente, l’Europa riceve dalla Russia circa 150 miliardi di metri cubi di gas in Europa attraverso gasdotti. Una quantità di gas di certo non facile da sostituire in poco tempo.

Per le nuove importazioni di gas liquefatto americano saranno infatti necessari altri terminali e interconnettori. L’Unione Europea dovrà aumentare la sua capacità di rigassificazione, e questo richiederà tempo. Di questo parere Massimo Nicolazzi, docente di Economia delle risorse energetiche all’università di Torino. “Nessuno di noi si può sognare che il gas spot, in forma di Gnl, possa sostituire il fatto che finché non faremo nuove infrastrutture, il nostro maggior rifornitore sarà sempre la Russia”, ha detto. Inoltre, spiega Nicolazzi, “il contratto spot contiene spesso una clausola di cambio di destinazione che consente al venditore di cambiare idea in mezzo al mare e girare la prua. La nave va dove conviene di più, magari tra una settimana il prezzo è più alto in Asia e torna lì come fa di solito. E questo accade perché il Gnl americano è in mano saldamente ai privati, che vanno dove li porta il portafoglio”.

Secondo Simone Tagliapietra, Senior fellow del think-tank Bruegel, “l’accordo con gli Usa è un passo nella giusta direzione ma non può essere la risposta al problema perché il problema è molto più grande”, ha spiegato all’HuffPost. “Già a gennaio e febbraio gli Stati Uniti ci hanno riforniti di più gas liquefatto per sopperire alla riduzione del gas russo all’inizio di marzo. Ma non solo quello americano, in generale il gnl rappresenta solo una parte della risposta che l’Ue può mettere in campo, perché da solo non può affatto sostituire tutto il gas russo”, ha aggiunto.

Una soluzione quindi non facile, e che richiederebbe molto tempo per essere attuata.

Le altre soluzioni

Per tentare di ridurre la dipendenza dal gas russo, l’UE potrebbe seguire anche altre strade, oltre a quella del gas americano, che da solo non basterebbe. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), I Paesi dell’Unione potrebbero riuscire a implementare i loro progetti per lo sviluppo dell’energia rinnovabile e generare in un anno circa 35 terawattora in più. In questo modo, la dipendenza dal gas russo verrebbe ridotta di 6 miliardi di metri cubi.

Un’altra soluzione ancora sarebbe aumentare la produzione di energia nucleare, attraverso cui si potrebbe ridurre la dipendenza dal gas di Mosca di 13 miliardi di metri cubi.

Restano comunque alcune problematiche relative al Gnl americano. La domanda di gas liquefatto è infatti aumentata non solo in Europa, ma anche in Asia. “Il mercato del gnl è tight e la capacità di liquefazione globale è già utilizzata per circa il 90%”, dice Tagliapietra. “Se l’Ue punta a incrementare in modo così drastico le sue forniture di gnl dovrà fare accordi commerciali e vedersela con i suoi competitor, in particolare in Asia. Ci vorrà tempo ma soprattutto sarà una guerra dei prezzi”. L’aumento della domanda in Europa porterà quindi a prezzi molto elevati.

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