Gas, la Cina si rivolge alla Russia per ridurre la dipendenza dai Paesi Quad

di Francesco Caputi

 

L’invasione russa dell’Ucraina ha reso estremamente instabili i rapporti fra Europa e Russia per quanto riguarda le forniture di gas. Per questo motivo, Mosca volge sempre di più il suo sguardo ad oriente, verso la Cina, e, allo stesso tempo, Pechino si dimostra favorevole ad un legame più stretto con la Russia, nel tentativo di rendersi meno dipendente dai Paesi del Quad (USA, India, Australia e Giappone), l’alleanza nata nel 2017 per contrastare l’espansionismo cinese nell’Indo-Pacifico. La Cina, infatti, importa il 40% del gas dall’Australia. E’ quanto si legge sul quotidiano giapponese Nikkei Asia. “Stiamo diventando più dipendenti dai membri del Quad, ed era un problema che dovevamo risolvere”, afferma un addetto ai lavori dell’industria energetica cinese. Un altro obiettivo della Cina è raggiungere la decarbonizzazione entro il 2060 e ridurre l’inquinamento delle sue città.

Il nuovo gasdotto Power of Siberia 2

Attualmente, la Russia fornisce alla Cina il suo gas attraverso il Power of Siberia (con capacità annuale di 38 miliardi di metri cubi), ma è in progetto la realizzazione di un altro gasdotto, il Power of Siberia 2 (con capacità annuale di 50 miliardi di metri cubi), per incrementare le importazioni di gas russo in Cina, un progetto molto conveniente non solo a Pechino, che cerca di ridurre la sua dipendenza energetica dai Paesi del Quad, ma anche a Mosca, che potrà in questo modo compensare la diminuzione di esportazioni di gas in Europa. La preparazione del nuovo gasdotto, che fornirà gas alla Cina attraversando la Mongolia, sarebbe in pieno svolgimento, secondo quanto riporta una fonte citata dal Nikkei Asia: “La costruzione riprenderà non appena arriverà la primavera”.

Rimangono tuttavia alcuni ostacoli e limiti. Il più importante fra questi è il fatto che le forniture di gas verso la Cina e verso l’Europa provengono da giacimenti separati, senza alcun gasdotto che li colleghi. Per questo motivo, secondo quanto dichiara un dirigente di una compagnia di investimento citato dal Nikkei Asia, “sono necessari massicci investimenti in gasdotti e in altre strutture”. Ma la Russia, attualmente, non è in grado di fare questi investimenti.

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