Covid, il Cotugno di nuovo pieno, ospedali in difficoltà

Di nuovo pieno l’ospedale Cotugno di Napoli, e il 90% dei pazienti affetti da Covid, secondo quanto riporta il Mattino, non è vaccinato. “Reparto vuoto di nuovo: si ricomincia daccapo. Grazie soprattutto ai no-vax”, ha scritto su Facebook Carolina Rescigno, primario della Divisione di emergenze infettivologiche del Cotugno. L’ospedale ha dovuto così riconvertire i suoi posti letto per la cura dei malati Covid, a scapito della cura di meningiti, encefaliti, polmoniti da pneumococco, tubercolosi e altre gravi infezioni.

Nonostante la crescita dei contagi, rispetto al resto d’Italia, in Campania è però ancora basso il numero di ingressi negli ospedali. Tuttavia, la Regione ha chiesto ai manager di Asl ospedali un potenziamento della rete ospedaliera Covid.

Secondo la programmazione regionale, il Cotugno dovrebbe avere 106 posti di degenza e 12 unità di rianimazione. Al momento, l’ospedale dispone di 140 letti di degenza e di una linea di 8 posti di terapia intensiva satura da tre settimane. Con una nota del bed manager Cristina boccia, il Cotugno riconvertirà la rianimazione di 8 posti a stanze singole, che è attualmente dedicata ad altre patologie e in cui non vi sono pazienti Covid. A causa di questa riconversione, i pazienti colpiti da altre malattie infettive verranno dirottati in altri presidi della Campania. Il problema è però che questi presidi sono pochissimi sul territorio della Regione.

La situazione all’Ospedale del mare e al Cardarelli

L’Ospedale del mare ha attivato 10 dei 12 posti di Rianimazione previsti nelle strutture modulari di Napoli est. Al momento 5 i pazienti ricoverati. Nelle degenze sono stati attivati 39 dei 63 posti programmati, e di pazienti ce ne sono 9, di cui 6 non vaccinati.

Aumento di pazienti Covid anche al Cardarelli, individuati però dopo l’accesso all’ospedale per altre cause. Al Cardarelli 27 sono i ricoverati, di cui 12 in terapia intensiva e 15 in subintensiva.

I policlinici

Difficoltà anche per i Policlinici. Al Vanvitelli, che dovrà attivare 4 posti di rianimazione e 19 di degenza ordinaria, secondo quanto riporta Il Mattino, mancano gli infermieri e gli anestesisti per i reparti critici di terapia intensiva. Per questo motivo, la Napoli 1 ha dirottato gli specialisti del San Giovanni Bosco, ma anche per quest’ultimo la situazione non è delle migliori. Come il Loreto, anche il San Giovanni Bosco funziona solo per alcune discipline, limitando al massimo quelle chirurgiche. I pensionamenti nelle discipline più importanti non sono stati infatti rimpiazzati e vi è una grave mancanza di anestesisti e specialisti in medicina di urgenza.

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