Montemurlo (Prato), rimane intrappolata in un macchinario. Muore operaia di 22 anni

di Francesco Caputi

 

Una ragazza di 22 anni, Luana D’Orazio, è morta stamattina mentre lavorava in una fabbrica tessile a Montemurlo, nella provincia di Prato.

Secondo le prime ricostruzioni, la giovane sarebbe rimasta incastrata in un macchinario, un orditoio, e sarebbe morta sul colpo. Presente al momento dell’incidente un suo collega, il quale, tuttavia, non è riuscito a soccorrere in tempo la ragazza. E’ stato lui il primo a dare l’allarme. Sul posto i sanitari del 118, i carabinieri, i vigili del fuoco e gli ispettori del lavoro dell’Asl. L’orditoio è stato sequestrato.

Luana era da poco diventata madre e viveva con i genitori nel Pistoiese.

Le reazioni: la rabbia dei sindacati

Sbarra (CISL): “Un’altra vittima innocente”

“Una tragedia terribile che ci addolora profondamente la morte per un incidente sul lavoro a Prato di un’operaia tessile di appena 23 anni. Un’altra vittima innocente che pesa sulla coscienza di chi non fa rispettare le norme sulla sicurezza sul lavoro. Ora basta!”. Lo ha scritto su Twitter il segretario generale della CISL Luigi Sbarra.

I sindacati: “Inconcepibile continuare a morire sul lavoro”

“E’ inconcepibile continuare a morire sul lavoro. È ancor più inaccettabile la morte di lavoratori giovanissimi, oggi di una giovanissima madre. Chiedere sicurezza è come abbaiare alla luna”. A scriverlo in un comunicato CGIL, CISL e UIL e FILCTEM, FEMCA UILTEC di Prato.

Sindaco di Montemurlo: “Profondamente scosso”

“Sono profondamente scosso da quanto avvenuto – ha detto il sindaco di Montemurlo Simone Calamai – e mi fa ancor più male sapere che questa ragazza era diventata da poco madre di una bambina, un pensiero che mi lascia davvero sgomento. E’ una tragedia che colpisce tutta la comunità montemurlese e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane”. “Il lavoro è dignità, è realizzazione di sé – ha proseguito il sindaco – è lo strumento che dovrebbe consentire a tutti di progettare il proprio futuro. Le morti bianche spezzano all’improvviso sogni e progetti di vita e sono davvero inaccettabili”.

Sindaco di Pistoia: “Giorno di dolore”

“Oggi è un giorno di dolore per la nostra città – ha detto il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi – Pistoia si stringe attorno alla famiglia di Luana, morta mentre stava facendo il suo lavoro in un’azienda tessile di Montemurlo. Il pensiero va alla madre e al padre di questa ragazza, al figlio piccolo che lascia e al fratello. In attesa degli accertamenti da parte degli inquirenti, in questo momento non ci sono parole sufficienti per commentare quanto accaduto. Resta solo un grande senso di ingiustizia, di rabbia e un dolore immenso davanti a simili eventi, inaccettabili, che ancora continuano ad accadere. Oggi piangiamo questa giovane vita spezzata, questa mamma che non c’è più, questa figlia che non c’è più”.

Beneforti (CGIL): “Chiediamo responsabilità alle istituzioni”

“Una tragedia del lavoro, una tragedia umana che ci sconvolge – ha detto Gessica Beneforti di CGIL Toscana – Non essere riusciti a fare abbastanza per evitarla ci dilania come sindacato e come persone. Di nuovo siamo a chiedere una più incisiva assunzione di responsabilità collettiva, a partire dalle azioni delle istituzioni e degli organi a cui compete il dovere di indirizzo, vigilanza, controllo e sanzione, e dalla necessità di contrastare con forza l’idea sempre più marcata che la sicurezza sia un costo e non un investimento prima di tutto sulla vita”.

Il 2 febbraio un altro operaio era morto in una fabbrica tessile

A Montale (Pistoia), il 2 febbraio, un altro operaio è morto sul posto di lavoro, dopo esser stato schiacciato sotto una pressa mentre la stava pulendo. Si chiamava Sabri Jaballah, 23 anni, di origini tunisine.

Gioffredi (CGIL) e Brezzo (FILCTEM): “Si continua a morire sul posto di lavoro come nel secolo scorso”

“E’ inaccettabile continuare a morire di lavoro, è una sconfitta per tutti e nel momento in cui si muore di lavoro non esiste più il diritto al lavoro previsto nella nostra Costituzione”, hanno detto il segretario generale della CGIL di Pistoia Daniele Gioffredi e il segretario della FILCTEM Massimiliano Brezzo, commentando il tragico incidente. “Purtroppo, nonostante si vada verso una digitalizzazione sempre più spinta del mondo del lavoro, si continua a morire come nel secolo scorso e finché ci sarà necessità del patrimonio umano che è un valore e dà dignità, occorre investire in sicurezza, che invece spesso è considerata solo un costo, così come nella prevenzione e nella formazione permanente a partire dalle scuole. Il tema della sicurezza va affrontato a 360 gradi perché è collegato al lavoro, alla sua organizzazione, alla sua quantità e alle sue regole e deve rimanere centrale, perseverando nella direzione della prevenzione, attraverso il potenziamento di tutti gli strumenti legislativi, ispettivi ed anche contrattuali per cercare di debellare questa piaga sociale e non dover piangere altre morti”.

ANMIL: 120 morti sul posto di lavoro nel 2021. Ma secondo l’INAIL la situazione è ancora più grave

Secondo l’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) dal 1° gennaio al 1° maggio in Italia sono morte 120 persone sul posto di lavoro.

Secondo quanto scrive l’Espresso, però, la situazione sarebbe ancora più grave. Franco Bettoni, presidente dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), afferma infatti che nei primi tre mesi del 2021 sono arrivate 185 denunce per infortuni con esiti mortali sul lavoro. “Sono 19 in più rispetto a quelle registrate nel primo trimestre 2020 – ha detto Bettoni – Ma sono dati ancora provvisori e per quantificare il fenomeno è necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2021”.

L’INAIL, dall’inizio della pandemia, ha ricevuto anche denunce per i casi di persone morte dopo esser state contagiate sul posto di lavoro. 551 denunce, di cui l’82,8% uomini.

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