Napoli, l’SOS dei pastorai di San Gregorio messi in ginocchio dal Covid

Un cartello recante la dicitura “cedesi San Gregorio Armeno” è il grido silente d’allarme dei pastorai napoletani. La famosa via San Gregorio Armeno, storica sede delle botteghe degli artigiani del Presepe Napoletano, ha oramai le serrande abbassate da troppo tempo a causa del Covid.

L’appello dei pastorai

E’ palese che la pandemia abbia intaccato fortemente l’economia del paese e messo in ginocchio tante categorie, tra cui naturalmente l’artigianato, di cui quella del creare i pastori è una delle espressioni più antiche che ha contribuito a rendere Napoli celebre in tutto il mondo. Come tanti, anche i pastorai si sentono abbandonati dalle istituzioni e hanno scelto di scendere in prima linea, nel tentativo di cambiare le proprie sorti. La famosa goccia che fa traboccare il vaso per loro è stato l’interesse di alcune agenzie immobiliari nei confronti delle loro botteghe, come ha spiegato all’agenzia ANSA l’artigiano Salvatore Gambardella.

La protesta

“Sono venuti degli agenti immobiliari a chiedere se vogliamo vendere le botteghe, vogliono approfittare delle nostre difficoltà per trasformare la strada in un centro commerciale e far sparire la tradizione” ha raccontato. Alla sua voce si aggiunge quella della vicepresidente e portavoce dell’associazione dei Pastorai, Serena D’Alessandro, che ha spiegato come “Il 30 marzo abbiamo mandato una pec alle istituzioni, nessuno ci ha risposto, ci ignorano”. Ed a proposito di questo, nella giornata del 14 aprile i pastorai si sono dati appuntamento davanti alla Regione per chiedere di essere ricevuti dal presidente De Luca, in un ulteriore tentativo di sensibilizzare le autorità sulla questione.

Nel vedere le botteghe di San Gregorio chiuse, la strada priva dei suoi caratteristici colori e luci, che portano la mente al Natale in ogni momento dell’anno, sembra sempre più che il Covid abbia distrutto non soltanto l’economia del Paese ma anche le sue speranze.

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