Archeologia: trovata a Luxor “la città d’oro” perduta dell’Egitto

Grande scoperta per l’archeologia al livello mondiale. In Egitto infatti è stato annunciato il ritrovamento di quello che sembra essere il più grande insediamento urbano mai rinvenuto nel Paese.

La scoperta

Non a caso, tale scoperta è stata presentata come la seconda più importante dopo quella della tomba di Tutankhamon. Come riporta la pagina Facebook del ministero delle Antichità egiziano, si tratta di una “città d’oro perduta” di quasi 3.000 anni fa e il ritrovamento è stato fatto da una missione guidata dall’archeologo-star egiziano Zahi Hawass sulla sponda ovest del Nilo nella zona di Luxor, nel sud dell’Egitto.

La storia

Come ricostruisce il sito di informazione Quotidiano.net, la città d’oro sarebbe stata ereditata dal faraone Akhenaton da suo padre, Amenhotep III e potrebbe aiutare a risolvere il mistero di Tebe, ovvero l’attuale Luxor. La città fu abbandonata proprio da Akhenaton come capitale del suo regno 3.400 anni fa, quando il faraone decise di cambiare nome da Amenothep IV e di lasciare il tradizionale politeismo egizio per una nuova religione di stampo enoteistico, di tipo quasi monoteistico.

Si sa che da lì Akhenaton visse e governò nella città di Akhetaton, insieme alla moglie Nefertiti. Dal matrimonio naque il figlio Tutankhamon, anche se pare che la vera madre non fosse Nefertiti, ma una donna sconosciuta che gli storici chiamano “The Younger Lady” ma questo è un dettaglio. Ci si è sempre domandati perché Akhenaton lasciò Tebe, pavimentando la strada per dare il via alla rivoluzione culturale che cambiò il volto dell’Antico Egitto. Per questo motivo, la città perduta di Luxor, secondo gli esperti, potrebbe nascondere la chiave per svelare il mistero.

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