Stati Uniti, morte di George Floyd. Iniziato il processo all’agente Derek Chauvin

di Francesco Caputi

 

E’ iniziato ieri il processo a Derek Chauvin, l’agente che, il 25 maggio, soffocò George Floyd (fermato dalla polizia per una banconota falsa), tenendo il ginocchio premuto sul collo dell’afroamericano. Dopo la morte di Floyd, in tutti gli Stati Uniti scoppiarono violente proteste contro il razzismo, durante le quali milioni di cittadini statunitensi marciarono al grido di “Black Lives Matter” e di “I can’t breathe”, le ultime parole che Floyd pronunciò prima di morire. “L’America chiede giustizia, il mondo intero ci sta guardando”, ha dichiarato Benjamin Crump, uno degli avvocati che rappresentano la famiglia di Floyd. “Questo assassinio non è un caso difficile da giudicare”, ha aggiunto il legale.

“La gente non ha molta fiducia su una sua condanna. Abbiamo visto questo film già molte volte, potremmo recitarne le battute”, ha affermato il pastore Brian Herron, della Zion Baptist Church nel quartiere della comunità afroamericana di Minneapolis.

Il processo

L’udienza, che viene trasmessa in diretta TV, si è aperta con la proiezione integrale del video della morte di George Floyd. “Ha messo le sue ginocchia sul collo e sulla schiena, spingendo e schiacciando fino al suo ultimo respiro, fino a quando la vita ormai era stata schiacciata via da lui”, ha detto il procuratore Jerry Blackwell prima che venisse proiettato il video. Blackwell ha poi aggiunto che non si sarebbe trattato di un processo alla polizia, ma ad un ex agente che ha “tradito il suo distintivo e il giuramento fatto di proteggere con coraggio, servire con compassione”.

La difesa dell’ex agente Derek Chauvin sostiene che Floyd sia morto per problemi cardiaci pregressi. L’accusa ha rilanciato dimostrando che Chauvin tenne il ginocchio sul collo di Floyd per 9 minuti e 29 secondi, e quindi non 8 minuti e 46 secondi. Inoltre, secondo l’autopsia del medico legale, è stata la pressione sul collo a provocare l’arresto cardiaco.

Successivamente, sono stati ascoltati i testimoni. La prima ad essere ascoltata è stata l’operatrice del 911 che inviò la polizia sul luogo dove si trovava George Floyd, dopo aver ricevuto una chiamata riguardante un uomo con una banconota falsa. L’operatrice ha affermato di essersi iniziata a preoccupare quando vide sui monitor Chauvin schiacciare il collo di Floyd col ginocchio. “Dopo alcuni minuti ho capito che qualcosa non andava – ha raccontato la donna – e ho fatto quello che non avevo mai fatto in vita mia: chiamare la polizia perché intervenisse su altri poliziotti”.

Chauvin è accusato di omicidio di secondo e terzo grado, di omicidio colposo e di omicidio con disprezzo del valore della vita. Se fosse dichiarato colpevole per tutti e tre i reati, Chauvin verrebbe condannato a 75 anni di carcere.

Il gesto simbolico dei familiari di Floyd

Prima dell’inizio del processo, i familiari di George Floyd si sono inginocchiati davanti al tribunale per 8 minuti e 46 secondi, lo stesso lasso di tempo durante il quale Chauvin tenne il ginocchio sul collo di Floyd soffocandolo.

“Noi ci inginocchiamo per 8 minuti e 46 secondi, e per tutto questo tempo noi vogliamo che pensiate perché Chauvin non ha sollevato il suo ginocchio”, ha detto Al Sharpton, reverendo e attivista dei diritti degli afroamericani.

“Avremo la giustizia che ci meritiamo”, ha detto Terrence Floyd, uno dei fratelli di George.

“La famiglia Floyd e l’opinione pubblica vogliono giustizia”, ha detto a The Guardian Areva Martin, avvocato per i diritti civili. “Il mondo sta aspettando di vedere se gli Stati Uniti sono abbastanza coraggiosi per cambiare un sistema che ha una storia di violazione dei diritti degli afroamericani”, ha aggiunto.

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