Vaccini, Curcio: “Il criterio sia per fasce d’età”

di Francesco Caputi

 

“Ora che si finirà di vaccinare gli ultraottantenni, le categorie fragili, i docenti, le forze armate, di polizia e di protezione civile bisogna tornare alle fasce di età. L’unico criterio deve essere questo”. A proporlo è il capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, in un’intervista al Corriere della Sera. “Le Regioni – spiega Curcio – hanno usato criteri differenti tra loro e questo ha generato disomogeneità sul territorio, differenze che presto saranno superate. Ma io vorrei che uscissimo dal paradigma che vede buoni e cattivi, le Regioni devono poter contare su di noi. Questa è una battaglia che si vince solo se Stato e territorio lavorano insieme”.

“E’ necessario maggiore coordinamento – ha proseguito – e condividere gli obiettivi pur mantenendo la diversificazione per territorio. E seguire le indicazioni contenute nel piano”.

Il piano di Curcio

Secondo Curcio, è necessario creare “Hotspot vaccinali in ogni città”. “Siamo pronti anche ad allestirli, preparati a farlo proprio come accade quando c’è un terremoto o un’alluvione”, ha detto Curcio, il quale ha anche spiegato che “il sistema di protezione civile può contare su almeno 200mila volontari”.

Non solo hotspot vaccinali: il piano di Curcio prevede anche farmacie, medici di base, odontoiatri e aziende. “Un ruolo strategico possono averlo le farmacie – ha detto – proprio come sta avvenendo per i tamponi rapidi. E poi ci sono i 42mila medici di base. Dobbiamo essere veloci, arrivare ovunque in ogni modo possibile e la protezione civile avrà un ruolo fondamentale logistico e pratico”. “Io conto molto anche sugli odontoiatri”, ha aggiunto.

Poi, le aziende che “possono essere un altro punto di forza in questa battaglia. L’importante è che anche in questo caso sia rispettato il criterio delle fasce d’età sia per i dipendenti, sia per i loro familiari”.

“Se le case farmaceutiche rispetteranno i tempi, io sono convinto che alla fine di quest’anno torneremo a riprenderci almeno in parte la nostra vita”, ha concluso il capo Dipartimento della Protezione civile.

Regioni e vaccini. Disomogeneità sull’andamento del piano vaccinale

Alcune regioni accelerano e corrono spedite nella campagna di vaccinazione. Fra queste vi sono la Campania e il Lazio. Altre, come la Lombardia, sono ancora indietro con gli 80enni. Sul territorio vi è insomma forte disomogeneità sull’andamento del piano vaccinale. Su questa situazione si è espresso anche il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la sua prima conferenza stampa con i giornalisti. “Noi andiamo forte a livello nazionale ma le Regioni sono molto difformi, alcune arrivano al 25% e altre al 5%: sono difformi nei criteri e nella capacità di somministrare i vaccini”, ha detto il premier.

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