Covid e nuove varianti:il Ceinge in prima linea

Di Antonio Alifano

Lo studio delle innumerevoli varianti Covid continua con dedizione e attenzione anche nel centro altamente specializzato Ceinge. Docenti di alto profilo come Massimo Zollo ed Ettore Capoluongo ci aggiornano intorno la “Super variante”.

Eccellenza campana

Il CEINGE-Biotecnologie avanzate opera nel campo della biologia molecolare e delle biotecnologie avanzate applicate alla Salute dell’Uomo. È un centro di Alta formazione per le nuove generazioni di ricercatori e scienziati. Un’eccellenza napoletana e campana in Italia e all’estero. Qui lavorano professionisti di alto livello e giovani di grande talento. Massimo Zollo, docente di genetica alla Federico II, PI Coordinatore della Unità di ricerca presso il laboratorio da lui diretto spende alcune parole per informare gli interessati sulla nuova variante scoperta dall’Università Bicocca di Milano: “Stiamo sequenziando la variante che ha insieme mutazioni isolate dalla variante nigeriana e da quella inglese. Ora la analizzeremo per capire la capacità di penetrazione nell’uomo, le sue performance”. Lo studio all’interno dei laboratori CEINGE è quindi indirizzato alla comprensione del comportamento delle nuova variante: intorno il suo livello di contagiosità e di pericolosità.

Lo studio nel dettaglio

Zollo continuando nella spiegazione entra più nel dettaglio “Lo studio parte da come la proteina spike stia mutando, in particolare guardando le sue reazioni con il recettore angiotensina 2 che le permette di entrare nel corpo umano. L’interazione della proteina spike è fondamentale, perché i vaccini sono disegnati proprio per bloccarla. Noi ricercatori siamo convinti che stiamo osservando solo la parte emersa dell’iceberg, ma sotto ce ne sono altre che possono esplodere, per questo devono essere tracciate. Io però resto ottimista, se riusciamo a raggiungere il 90% di vaccinazione della popolazione e isoliamo le nuove varianti potremo tutti tornare a una nuova vita”.

Nello studio della nuova variante c’è anche Ettore Capoluongo, docente di biochimica clinica e biologia molecolare clinica: “Il tracciamento delle varianti – spiega – passa per il tracciamento completo del genoma del virus, mentre finora è stato fatto un sequenziamento a spot, partendo dalla proteina spike. Ma per avere un’idea di come evolve il virus bisogna sequenziare con tecnologie di seconda generazione che permettono con analisi sofisticate di trovare varianti nuove oltre a quelle già documentate. Il genoma del virus è di 30.000 basi e non facile averne tutta la copertura, noi cerchiamo ceppi nuovi nella popolazione e questo si ottiene con il sequenziamento massivo che copre l’intera regione del genoma”.

Vaccinazioni e ricerca le armi per sconfiggere definitivamente il virus. I vaccini per proteggerci, la ricerca per prevenire, individuare e comprendere. Il tutto unito ad una sana dose di ottimismo. Questi gli elementi per ritornare a guardare il futuro con speranza.

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