Astrazeneca, Aifa vieta somministrazioni in tutta Italia

di Francesco Caputi

 

Vietata la somministrazione del vaccino Astrazeneca in tutta Italia. A stabilirlo l’Aifa, in linea con le decisioni prese in altri Paesi europei e dopo un colloquio tra il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente del Consiglio Mario Draghi.  L’Aifa comunica che “valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione” e che “renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose”. L’agenzia precisa che il divieto di somministrazione del vaccino è stato stabilito “in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema”.

Magrini (Aifa): “Decisione motivata da pochissimi casi di eventi avversi”

Il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini ha spiegato le ragioni che hanno spinto l’agenzia a stabilire la sospensione delle somministrazioni. “C’è stata una sospensione perché diversi paesi europei, tra cui Germania e Francia, hanno preferito sospendere in presenza di alcuni recentissimi e pochissimi casi di eventi avversi in donne e giovani, e ciò ha suggerito uno stop di verifiche prima di ripartire – ha detto a Radio Capital – A giorni attendiamo Ema e poi vedremo meglio i numeri che saranno analizzati nei prossimi giorni”. “Chi ha già fatto il vaccino – ha aggiunto – può e deve restare sicuro”.

Al momento, in seguito ad alcuni decessi avvenuti nei giorni successivi alla somministrazione del vaccino Astrazeneca, l’Aifa è in attesa che le autopsie escludano un nesso di causalità tra la somministrazione e i decessi.

Per quanto riguarda i casi di trombosi riscontrati nelle ultime settimane, l’OMS riferisce che al momento non vi è alcuna evidenza che essi siano stati causati dal vaccino Astrazeneca.

A Biella la Procura sequestra il lotto ABV5811. Indagine per omicidio colposo

La Procura di Biella ha aperto un’inchiesta sulla morte di Sandro Tognatti, 57enne di Cossato. Il 13 marzo, a Tognatti era stata somministrata una dose del vaccino dell’azienda anglo-svedese. L’uomo è deceduto domenica 14 marzo.

“Il provvedimento cautelare – spiega la procura – è stato attuato in quanto, sebbene allo stato non vi sia alcuna evidenza scientifica che permetta stabilire con certezza la sussistenza di fattori causali o concausali tra la somministrazione del vaccino AstraZeneca e il decesso di Sandro Tognatti, tuttavia, la concomitanza temporale tra il decesso e la somministrazione del vaccino, unitamente all’assenza di patologie pregresse o concomitanti ‘gravi’ non può escludere, allo stato, la sussistenza di nesso eziologico tra i due fenomeni e la conseguente ravvisabilità del delitto ipotizzato”.

“L’accertamento della sussistenza di tale nesso eziologico – prosegue la procura – richiede necessariamente l’espletamento di un’autopsia, la quale stabilirà le cause del decesso. Gli accertamenti, tuttavia, richiedono delle tempistiche che, seppur accelerate a fronte della gravità del fenomeno, non collimano con la campagna di vaccinazione, che è tutt’ora doverosamente in atto. Occorre quindi evitare che la prosecuzione delle relative somministrazioni sull’intero territorio nazionale possa causare ulteriori conseguenze (lesive o mortali) che vanno certamente evitate finché non si raggiunge completa certezza in ordine alla non riconducibilità del decesso alla somministrazione”.

I Carabinieri dei Nas hanno sequestrato le dosi del lotto ABV5811 AstraZeneca presso tutti gli hub di distribuzione e centri di vaccinazione.

A Napoli caso sospetto: donna ricoverata in condizioni gravissime dopo esser stata vaccinata con il lotto ABV5811

Una donna napoletana di 54 anni, Sonia Battaglia, è ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale del Mare di Napoli. Alla donna era stato somministrato il vaccino Astrazeneca, una dose del lotto ABV5811. Sonia Battaglia, secondo quanto spiegano i familiari, non aveva patologie pregresse. “Il giorno dopo stava bene – spiegano i figli – ed è andata a lavorare. Due giorni dopo ha avuto la febbre ‘nella norma ci ha rassicurati la dottoressa’.  Al terzo giorno, nostra madre ha iniziato a vomitare senza sosta, abbiamo chiamato l’ambulanza. I sanitari le hanno messo la flebo per recuperare tutti i liquidi che stava perdendo. Mamma dormiva in continuazione non riusciva a parlare, si addormentava mentre parlava”.

“Ho chiamato l’ambulanza ma si sono rifiutati di portarla in ospedale”

“Venerdì 12 marzo sera – prosegue uno dei figli – abbiamo richiamato l’ambulanza la quale dopo aver controllato i parametri vitali si è rifiutata di portarla in ospedale e tenerla sotto controllo.  La mattina seguente ho chiesto a mia madre di muoversi e di alzare la gamba sinistra, lei era convinta di riuscire ad alzarla ma invece era totalmente immobile. L’ho presa in braccio e portata in pronto soccorso dell’Ospedale del mare Napoli dove è stata ricoverata d’urgenza per emorragia celebrale nel durante ha avuto anche un infarto. Dopo essere riusciti a parlare con i dottori nel pomeriggio ci hanno informati che nel giro di due ore ha avuto una trombosi massima che ha preso tutti gli organi del corpo, emorragia cerebrale e un’occlusione dell’aorta causata da una placca. Non si può intervenire in nessun modo perché l’eparina aumenta ulteriormente l’emorragia al cervello”.

Lo stop ad Astrazeneca in Germania, in Francia e in Spagna

Prima dell’Italia, a sospendere la somministrazione del vaccino Astrazeneca era stata la Germania. Dopo l’Italia, anche la Francia e la Spagna.

Il governo tedesco, secondo quanto riferiscono i media locali, ha seguito le indicazioni dell’Istituto Paul Ehrlich, che ritiene siano necessarie “ulteriori indagini” a seguito del riscontro di casi di trombosi in relazione alla vaccinazione in diversi Stati dell’Unione Europea. “Conosciamo la portata di questa decisione che non è stata presa a cuor leggero. Ma è una decisione fattuale e non politica”, ha detto il ministro della Salute tedesco Jens Spahn, precisando che la sospensione è per “pura cautela”. “Al momento – ha proseguito il ministro – sono stati riportati 7 casi di trombosi venose cerebrali su 1,6 milioni di vaccini somministrati in Germania”. Il rischio è “molto basso. Ma se dovesse rilevarsi un collegamento con il vaccino – ha aggiunto – sarebbe superiore alla media”.

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