Droga nelle carceri: stupefacenti nascosti nel cibo e nell’intestino, grave un detenuto

Si fanno sempre più ingegnosi gli stratagemmi per recapitare cellulari e droga ai detenuti. Pochi giorni fa,  nel carcere di Avellino gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno trovato 5 telefoni, tra cui 4 microcellulari e uno smartphone, nel sottofondo di un barattolo melanzane sott’olio e ancora, nella testa di un polpo, inviato a un carcerato in occasione delle festività, è stato scoperto un involucro contenente 100 grammi di stupefacenti.

I fatti accaduti nel carcere di Avellino

“Ancora un tentativo di introduzione di cellulari e droga nel carcere di Avellino, sventato grazie a una brillante operazione”, commentano Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti, segretario e presidente del sindacato della Polizia penitenziaria. I due pacchi contenenti quel cibo con imbottitura speciale erano stati introdotti in carcere da persone che erano lì per i tradizionali colloqui con i detenuti. Ma non è finita qui, perché, ancora una volta nell’Avellinese, precisamente a Bellizzi Irpino, un detenuto è rientrato in carcere con 17 ovuli di cocaina nell’intestino, dopo un permesso.

La vicenda di Bellizzi Irpino

Una volta che l’uomo ha fatto rientro nella casa circondariale, uno degli ovuli si è aperto e ora il detenuto rischia la vita nella terapia intensiva di un ospedale napoletano. A darne notizia sono Vincenzo Palmieri e Luigi Castaldo, segretari dell’Osapp. I sindacalisti della polizia hanno commentato che “La Polizia Penitenziaria insieme con il ritrovamento dei 100 grammi di hashish ieri nel carcere di Avellino, ha sventato una sorta di “droga party della Befana”, dimostrando, ancora una volta, elevate capacità professionali, malgrado le forti criticità e difficoltà operative”.

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