Trump-Biden, l’ultimo dibattito. Meno insulti e scambio di battute più civile

di Francesco Caputi

 

Giovedì sera, a Nashville (in Italia erano le prime ore di venerdì), si è tenuto l’ultimo dibattito fra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Donald Trump e Joe Biden si sono scontrati su numerosi temi con durezza, ma stavolta in maniera civile, senza offese gratuite e infantili e senza interrompersi a vicenda come era avvenuto al disastroso dibattito precedente a Cleveland. Trump, probabilmente dopo aver ascoltato i suoi consiglieri, si è dimostrato più moderato e meno aggressivo, e ha espresso con chiarezza il suo messaggio politico. Biden si è dimostrato più energico e meno incerto. Questo clima più disteso e più civile è stato probabilmente favorito dalla decisione di tenere spento il microfono di uno dei partecipanti mentre l’altro parlava, in modo da permettere a ciascun candidato di parlare per due minuti senza essere interrotto.

Questi alcuni dei temi più importanti sui quali i due candidati alla Casa Bianca si sono affrontati: emergenza Covid, sicurezza nazionale e politica estera, salario minimo, immigrazione, tensioni razziali, cambiamento climatico.

Emergenza Covid

Kristen Welker, conduttrice del dibattito, ha posto la sua prima domanda, riguardante la gestione dell’emergenza Covid, a Donald Trump. “Come guiderebbe il Paese durante questa prossima fase della crisi del coronavirus?”, ha chiesto la conduttrice. Trump, a questa domanda, ha risposto in modo un po’ incerto, poco convincente. Ha ribadito come sempre che il virus è partito dalla Cina, ha detto che “molte persone si stanno riprendendo”, che, sotto la sua amministrazione, gli Stati Uniti stanno “distribuendo ventilatori in tutto il mondo” e che il virus “sta andando via”.

Biden, invece, ha accusato il presidente di essere responsabile di migliaia di morti di cittadini americani, ha ribadito l’importanza di indossare la mascherina e ha detto che Trump non ha alcun piano su come gestire la prossima fase della pandemia. “Lui dice che la gente sta imparando a convivere con il virus. La gente sta imparando a morire con il virus!”, ha detto Biden. All’accusa, molto pesante, Trump ha semplicemente risposto che “è colpa della Cina”.

Sul modo di gestire l’emergenza, Biden ha spiegato che è necessario “più distanziamento sociale. Non aprite i bar, non aprite le palestre, non aprite finché la situazione non è sotto controllo”. Trump, contrario alla linea rigorista dei Democratici, ha risposto che non si può “tenere chiuso questo Paese. Questo è un Paese enorme, con un’economia enorme. La gente sta perdendo il lavoro, si sta suicidando, c’è depressione, uso di alcol e droghe che nessuno ha mai visto prima”. “Dobbiamo aprire il nostro Paese”, ha detto Trump, il quale ha aggiunto che New York è una “città fantasma” e che l’uso del plexiglas sta facendo morire l’attività dei ristoranti. Biden, per dimostrare la validità della linea rigorista sostenuta dai Democratici, ha fatto notare al presidente che il boom di contagi si sta verificando proprio negli Stati con governatori repubblicani.

Sicurezza nazionale

Secondo l’intelligence americana, Russia, Cina e Iran stanno interferendo nelle elezioni di quest’anno: la Russia starebbe cercando di avvantaggiare Trump e l’Iran avrebbe inviato mail contenenti minacce agli elettori della Florida. Biden ha detto che, se verrà eletto presidente, adotterà una linea molto dura contro i Paesi che “interferiscono con la sovranità americana” e ha accusato Trump di essere debole nei confronti di Putin, il quale “sta pagando taglie per uccidere i soldati americani in Afghanistan”. Trump ha risposto che in realtà sarebbe Biden l’ “amico” dei russi, dai quali, secondo Trump, avrebbe ricevuto “tre milioni di dollari”, ottenuti grazie all’amicizia di Biden con il sindaco di Mosca. “Nessuno è stato più duro di me con la Russia”, ha detto Trump. L’accusa di Trump è stata ovviamente negata da Biden.

Si è parlato anche della Corea del Nord. Trump ha detto che, grazie al dialogo instaurato con Kim Jong-Un, gli Stati Uniti hanno evitato una guerra con la Corea del Nord, nella quale avrebbero trovato la morte “32 milioni di persone a Seoul”. Biden, invece, ha accusato Trump di esser stato debole con la Corea del Nord, di aver legittimato quel Paese, mentre sarebbe necessario il pugno di ferro per rendere la penisola coreana libera da armi nucleari. Secondo Biden, a causa della debolezza di Trump con il leader nordcoreano, adesso la Corea del Nord “ha più missili in grado di raggiungere il territorio statunitense”. Quando Trump ha risposto che è un bene “avere buone relazioni” con la Corea del Nord, Biden ha detto: “Avevamo buone relazioni anche con Hitler, e poi ha invaso l’Europa”.

Sanità

Trump ha ribadito la sua intenzione di eliminare l’Obamacare, e ha accusato Biden di voler “socializzare la medicina”. “La sua vice, Kamala Harris – ha detto Trump – è più a sinistra di Sanders!”

“Non è vero che voglio cancellare le assicurazioni private”, ha risposto Biden. “L’idea è di avere un’opzione pubblica, la sanità è un diritto, tutti debbono avervi accesso”, ha aggiunto.

Immigrazione

Durante l’amministrazione Trump, 4000 bambini sono stati separati dalle proprie famiglie alla frontiera con il Messico. Il governo americano non riesce a trovare i genitori di 500 bambini. “Come verranno riunite queste famiglie?”, ha chiesto la conduttrice a Trump. Il presidente ha risposto che “i bambini vengono portati qui da un sacco di brutta gente, che li usava per entrare nel nostro Paese. Adesso abbiamo una frontiera forte. Facciamo entrare le persone, ma devono entrare legalmente”. La conduttrice ripete la domanda a Trump sui 500 bambini di cui il governo non riesce a trovare i genitori. Il presidente risponde semplicemente “Ci stiamo provando”, e passa a parlare delle gabbie nelle quali, durante la sua presidenza, sono stati rinchiusi molti immigrati. Tuttavia, chiarisce il presidente, la colpa di ciò non è sua. “I giornali dicevano: ‘Guardate queste orribili gabbie, il presidente Trump le ha fatte costruire’”. In realtà, spiega Trump, queste gabbie “furono costruite nel 2014, è stato lui”, riferendosi a Biden, che era vicepresidente durante l’amministrazione Obama. Biden non risponde direttamente all’accusa di Trump, ma afferma che la separazione di 500 bambini dai loro genitori “viola ogni nozione di chi siamo noi come nazione”.

La conduttrice Welker, a questo punto, chiede a Biden come può convincere gli elettori a fidarsi di lui sul tema immigrazione, dal momento che, quando era vicepresidente sotto l’amministrazione Obama, si raggiunse il record di deportazioni. Biden si è giustificato dicendo che “fu un errore”, ma assicura che adesso ha intenzione di regolarizzare 11 milioni di immigrati, molti dei quali vivono “da molti anni qui (negli Stati Uniti, ndr)” e sono dei “cittadini modello”. Inoltre, aggiunge Biden, “20.000 fra loro sono primi soccorritori che si stanno occupando della gente durante questa crisi”.

Tensioni razziali

Biden ha detto che negli Stati Uniti c’è ancora una forma di “razzismo istituzionale” e ha accusato Trump di essere uno “fra i presidenti più razzisti della storia moderna”. Trump ha rinviato l’accusa al mittente. “E’ nel governo da 47 anni – ha detto Trump – e non ha mai fatto niente, eccetto che nel 1994, quando ha fatto tanti danni alla comunità nera. Li chiamava ‘super predatori’”. Trump stava facendo riferimento alla riforma della giustizia che Biden contribuì a far passare nel 1994, una riforma che portò ad incarcerazioni di massa soprattutto di afroamericani anche per reati lievissimi. Un’accusa, questa, che Biden ha avuto difficoltà a smentire e che Trump ha mosso al candidato democratico probabilmente nella speranza di sottrargli parte dell’elettorato afroamericano. “Nessuno ha mai fatto tanto per la comunità nera più di Donald Trump”, ha detto il presidente. “Con l’eccezione di Abramo Lincoln, nessuno ha fatto quello che ho fatto io”, ha aggiunto.

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