Elezioni Regionali 2020: tre regioni al centro-sinistra e tre al centro-destra

di Francesco Caputi

 

Finiscono in pareggio le Elezioni Regionali 2020: tre regioni al centro-sinistra e tre al centro-destra. Il centro-sinistra si riconferma in Campania (dove ha stravinto con Vincenzo De Luca), in Puglia e in Toscana. Il centro-destra mantiene il Veneto e la Liguria e strappa le Marche al centro-sinistra.

Centro-sinistra

In Puglia, Emiliano ha vinto con il 46,9%, sovvertendo i sondaggi che davano il candidato del centro-destra Raffaele Fitto (38,9%) in leggero vantaggio. Anche in Toscana il centro-sinistra trionfa, con Eugenio Giani (48,6%) che supera di otto punti Susanna Ceccardi (40,4%), la candidata di Matteo Salvini. Anche in questo caso, la vittoria del centro-sinistra non era data per certa dai sondaggi.

Centro-destra

In Liguria, il candidato del centro-destra Giovanni Toti è stato riconfermato governatore, staccando nettamente, con il suo 56,1%, Ferruccio Sansa (38,9%), candidato del PD e del M5S. La Liguria è stata infatti l’unica regione in cui PD e M5S si sono presentati uniti alle Regionali.

In Veneto vittoria schiacciante per Luca Zaia, che ottiene il 76,8%. Si ferma invece al 16,1% il candidato del centro-sinistra Arturo Lorenzoni. Notevole inoltre il divario tra il risultato ottenuto dalla lista di Zaia e il risultato ottenuto da quella della Lega di Salvini: 45,4% la prima, 15,9% la seconda.

Novità nelle Marche, regione strappata al centro-sinistra, dove ha vinto Francesco Acquaroli (49,1%) di Fratelli d’Italia. Maurizio Mangialardi, candidato del centro-sinistra, ha ottenuto il 37,3%.

Esce indebolita dalle Regionali la leadership di Salvini. Paradossalmente, a mettere più in difficoltà la leadership salviniana sono proprio le vittorie del centro-destra alle Regionali. In Liguria, infatti, ha vinto Toti, presidente di Cambiamo!, partito di centro-destra europeista e favorevole al MES, lontano dalle posizioni sovraniste della Lega salviniana. In Veneto, la lista di Zaia ha ottenuto 30 punti in più rispetto alla lista di Salvini, un risultato che alimenta l’ipotesi di uno scontro interno al partito fra la Lega federalista, moderata e pragmatica di Zaia e quella populista, sovranista e antieuropeista di Salvini.

M5S

Crollo del Movimento Cinque Stelle alle Regionali. Percentuali bassissime, e risultati disastrosi soprattutto in Toscana (Irene Galletti, 6%) e in Veneto (Enrico Cappelletti, 4%). Di Maio, tuttavia, esulta per la vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari. “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”, ha scritto Di Maio su Facebook.

Zingaretti: “PD subalterno ai Cinque Stelle? Siamo il primo partito d’Italia”

“Dicevano che eravamo subalterni ai Cinque Stelle, poi si vota e il Partito Democratico è il primo partito d’Italia. Non cado nel tranello del rimpasto, incalzeremo il governo per spendere in maniera credibile le risorse del Recovery Fund”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, esultando per le vittorie del centro-sinistra alle Regionali. “Dai dati – commenta però Zingaretti con una nota di rammarico – emerge che se i nostri alleati ci avessero dato retta di più, l’alleanza di governo avrebbe vinto in quasi tutte le regioni italiane. Sui risultati delle Regionali, per ora siamo molto soddisfatti per quello che sta emergendo sia dagli exit poll che dai primi sondaggi, perché c’è una conferma di quelle che erano le nostre aspettative”.

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