Lite per futili motivi nell’aliscafo di ritorno da Procida. Il cantante Sal Da Vinci colpito al volto per difendere Fatima Trotta

“L’uomo ha inveito in modo sguaiato e volgare contro le due donne, alzandosi e sbraitando. – denuncia Sal Da Vinci – Tornando al posto ha incrociato me. Gli ho chiesto se fosse quello il modo giusto per trattare due donne. Lui è rimasto in silenzio e mi ha sferrato un cazzotto al volto”. Di qui il parapiglia, raccontato da più testimoni, al quale avrebbero preso parte anche Francesco, figlio di Sal Da Vinci, “che ha rimediato il secondo pugno per difendermi, mentre mia moglie ha evitato che io reagissi”, racconta il cantante. Che denuncia ancora: “Quell’uomo mi ha detto: ‘So chi sei, ti vengo a sparare'”.

Le controparti scendono dall’aliscafo, che parte con 20 minuti di ritardo. Sul porto di Marina Grande arrivano gli uomini della guardia costiera e i carabinieri della locale stazione, che raccoglieranno le due querele di parte (Da Vinci allegherà nelle prossime ore il referto medico dell’ospedale Pellegrini di Napoli, le sue condizioni potrebbero mettere a rischio il prossimo concerto) e sono al lavoro per ricostruire la dinamica nella sua interezza.

“Quel che è certo – continua il cantante – è che Fatima Trotta ha rimediato un ematoma nelle colluttazioni, mio figlio ha preso un colpo al labbro e io, che odio la violenza e non litigo mai, sono ancora sotto choc. Ho l’impressione – prosegue Sal Da Vinci – che l’aggressore cercasse un pretesto per aggredirmi, dopo avermi riconosciuto. Naturalmente quanto accaduto non inficia minimamente il rapporto privilegiato che ho Procida, isola che amo, ma spero che si faccia giustizia su quanto accaduto: non voglio neanche immaginare che finisca tutto come in una bolla di sapone”.

Sull’episodio è intervenuto, attraverso la pagina Facebook ufficiale, anche il Comune di Procida che ha espresso “piena solidarietà all’artista, alla sua famiglia, a Fatima Trotta e a tutto il gruppo di lavoro. L’episodio segna purtroppo negativamente la sua partenza dopo una permanenza assai gradita sull’isola che tanto lo ha apprezzato come artista e come uomo. La comunità di Procida gli è vicina e condanna tutte le forme di violenza che sono lontane dal suo vissuto di territorio accogliente”.

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