Bielorussia, l’UE non riconosce il voto. La Russia ammette: “Elezioni non sono state ideali”. La Cina difende Lukashenko

di Francesco Caputi

 

Oggi i membri del Consiglio europeo sono stati convocati in videoconferenza straordinaria dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel per discutere della situazione in Bielorussia. All’inizio della videoconferenza è stato proiettato un video in cui il presidente del Parlamento europeo David Sassoli afferma che “il futuro della Bielorussia può essere deciso solo dai suoi cittadini” e che sono necessarie nuove elezioni. L’UE, infatti, non riconosce il risultato delle ultime elezioni, che hanno visto Lukashenko vincere con l’80%, e condanna l’uso “sproporzionato e inaccettabile alla violenza” da parte della polizia e “la repressione delle libertà di riunione, dei media e di espressione”. Non sono escluse sanzioni verso i responsabili delle violenze contro i manifestanti per “sostenere la richiesta dei cittadini di poter svolgere al più presto nuove elezioni e garantire che gli atti di violenza e tortura siano accertati e puniti”.

La Russia ammette: “Le elezioni non sono state ideali”

Le elezioni in Bielorussia “non sono state ideali”. E’ così che la Russia ammette, attraverso le parole del ministro degli Esteri Sergej Lavrov, l’irregolarità delle elezioni bielorusse. “Vorrei consigliare a tutti di non cercare di sfruttare questa situazione per minare il dialogo reciprocamente rispettoso tra le autorità e la società”, ha tuttavia affermato Lavrov. Le proteste per il risultato delle elezioni, infatti, per Mosca sono un “affare interno” della Bielorussia, che rimane comunque una nazione “alleata e fraterna”. La Russia punta al dialogo “tra autorità e opposizione”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. “Tutti dovrebbero creare le condizioni per mantenere la situazione all’interno del quadro della legge”, ha aggiunto Peskov, il quale esclude inoltre “per ora” un intervento militare a sostegno di Lukashenko.

La Cina al fianco di Lukashenko: “Forze esterne creano divisioni e instabilità”

Anche la Cina difende il governo di Lukashenko. Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha detto che Pechino non vuole che la Bielorussia “precipiti nel caos” e che accusa “forze esterne” di creare “divisioni e instabilità”. Le parole di Lijian sono state riportate sul Global Times, quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese.

Lukashenko schiera le truppe al confine occidentale

Ieri, 18 agosto, Lukashenko ha annunciato che truppe bielorusse sono state schierate al confine occidentale del Paese in risposta alle dichiarazioni dei Paesi dell’Europa occidentale, tra cui la Polonia, sulle proteste contro il risultato delle elezioni. “Le unità sono in piena allerta e pronte ad adempiere ai loro obblighi”, ha detto Lukashenko, secondo il quale le truppe della NATO “stanno aumentando la loro presenza militare ai confini occidentali della Repubblica”. Il presidente bielorusso ha inoltre ordinato al KGB di “identificare e sopprimere le azioni degli organizzatori delle manifestazioni” e di “smascherare i canali di finanziamento” all’opposizione bielorussa.

L’appello di Tikhanovskaya in esilio

Vi chiedo di non riconoscere queste elezioni fraudolente”. Sono queste le parole pronunciate dalla leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya, in esilio in Lituania, in un video su Youtube. “Le elezioni del 9 agosto non sono state giuste né trasparenti. I risultati sono stati truccati”, afferma Tikhanovskaja, la quale denuncia le violenze della polizia. “Le persone che sono scese in strada nelle città della Bielorussia per difendere il proprio voto sono state brutalmente picchiate, sbattute in prigione e torturate dal regime”, dice ancora nel video.

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