Bielorussia, seconda notte di scontri. 2mila arresti. L’UE: “Violenza sproporzionata”

di Francesco Caputi

 

Seconda notte di scontri ieri in Bielorussia, dove si protesta duramente contro il risultato delle presidenziali che vedono vincitore Lukashenko, al potere dal 1994. 2mila persone sono state arrestate, mentre un manifestante, secondo quanto si apprende dal ministero dell’Interno bielorusso, è morto dopo che un ordigno esplosivo che intendeva lanciare contro le forze di sicurezza gli è esploso in mano. Centinaia di feriti e decine di dispersi, fra i quali anche il giornalista russo Maxim Solopov della testata Meduza. Secondo il giornale russo Daily Storm, Solopov sarebbe stato brutalmente picchiato dalle forze di sicurezza e, successivamente, caricato su un furgone della polizia. Quasi 30 giornalisti, appartenenti sia a organi di stampa bielorussi che internazionali, sono stati arrestati. “E’ iniziata una deliberata caccia ai giornalisti con media indipendenti bielorussi e stranieri”, ha affermato Boris Goretsky, vicepresidente dell’Associazione bielorussa dei giornalisti.

Contro i risultati delle elezioni anche tutte le imprese bielorusse, le quali, in sciopero a tempo indeterminato per protesta, chiedono “il riconoscimento di Svetlana Tikhanovskaya come nuovo presidente, il rilascio di tutti i prigionieri politici e nuove elezioni eque”.

Intanto Tikhanovskaja è scappata in Lituania. Lo ha annunciato lei stessa in due filmati. “Pensavo che questa campagna elettorale mi avesse indurita e dato forza… ma probabilmente sono ancora la donna debole che ero all’inizio”, “Vi invito a mostrare buon senso e rispetto per la legge. Non voglio sangue e violenza. Vi chiedo di non affrontare la polizia e di non scendere in piazza per non mettere in pericolo la vostra vita. Prendetevi cura di voi stessi e dei vostri familiari”. Queste sono alcune delle frasi pronunciate dalla donna nei filmati, probabilmente registrati “sotto pressione”, come affermano gli amici di Tikhanovskaja, secondo i quali, nei video, l’oppositrice di Lukashenko starebbe chiaramente leggendo degli appunti scritti.

Lukashenko grida al complotto: “Proteste dirette dall’estero”

Secondo il presidente Lukashenko, le proteste sarebbero “dirette” dall’estero e “i servizi speciali” avrebbero “registrato chiamate dalla Polonia, dalla Gran Bretagna e dalla Repubblica Ceca”. “Non ci sarà una Piazza Maidan, non importa quanto qualcuno lo voglia”, ha affermato il presidente bielorusso, facendo riferimento alla rivoluzione che in Ucraina portò alla caduta del governo filo-russo di Yanukovich. “Non parlerò della Polonia: da lì cercano di tirare i fili. Non parlerò dell’Ucraina: molta gente è venuta da lì. Sono sicuro che questa non è una politica statale ma là ci sono molte persone ‘patite’ del Maidan. Purtroppo alcune persone sono venute anche dalla Russia”, ha aggiunto.

L’intervento dell’UE: “Violenza sproporzionata”

“Né libero né equo”. Così l’Alto rappresentante della politica UE Josep Borrell ha definito il voto di domenica in Bielorussia. Borrell ha minacciato sanzioni da parte dell’UE contro il governo bielorusso e ha deciso di convocare un consiglio Esteri straordinario per venerdì pomeriggio. Obiettivo del consiglio sarà “discutere questioni urgenti” fra cui “le presidenziali in Bielorussia e gli sviluppi in Libano”.

Fra i Paesi dell’UE, la Polonia si è proposta come mediatrice fra il presidente Lukashenko e l’opposizione. Lo ha affermato a Riga il ministro degli Esteri polacchi Jacek Czaputowicz. “C’è ancora spazio per il dialogo, ma avremo difficoltà a convincere gli altri Paesi occidentali a non imporre sanzioni contro la Bielorussia se la violenta repressione dei dimostranti proseguirà”, ha detto il ministro.

Anche la Farnesina si è espressa su quanto sta accadendo in Bielorussia. “L’Italia invita le Autorità di Minsk ad avviare al più presto un dialogo con le opposizioni e a mettere in atto tutte le misure necessarie ad allentare le tensioni. Da parte italiana non si mancherà di offrire ogni utile sostegno ad una Bielorussia stabile e democratica”, si legge in una nota.

Lascia un commento