Beirut, proteste contro il governo. Macron vola in Libano: “Sostengo il popolo libanese, necessario un nuovo contratto politico”

di Francesco Caputi

 

A Beirut, nella notte, decine di manifestanti si sono riuniti per protestare contro il governo, accusato di negligenza per l’esplosione che, secondo i dati attuali, ha provocato 157 morti e circa 5mila feriti e che ha lasciato 300mila persone senza casa. “Rivoluzione!”, “Il popolo vuole la caduta del regime”: questi alcuni degli slogan gridati durante le proteste. Le manifestazioni si sono tenute nei pressi delle sedi del governo, considerato corrotto e incapace di guidare il Paese. L’esplosione al porto di Beirut si aggiunge infatti ad una situazione economica, sociale e politica disastrosa. Un Paese in ginocchio: la lira libanese ha perso più della metà del suo valore rispetto al dollaro, il tasso di disoccupazione è salito al 35%, l’inflazione al 109%, quasi il 45% della popolazione vive sotto la soglia minima di povertà e i suicidi sono in aumento. Non solo, ma il Libano importava dall’estero circa l’80% del proprio fabbisogno alimentare. Di questo 80%, il 60% passava per il porto, che adesso è distrutto. A tutto ciò, inoltre, si aggiunge l’emergenza coronavirus. Critica anche la situazione negli ospedali, nei quali, secondo quanto ha detto il ministro della Sanità Hamad Hassan, mancano i posti letto e le attrezzature per curare i feriti.

La visita di Macron

Ieri, 6 agosto, due giorni dopo l’esplosione, il presidente francese Emmanuel Macron è stato il primo capo di Stato straniero a recarsi a Beirut. Macron ha incontrato il presidente libanese Michel Aoun e il premier Hassan Diab, ha visitato il luogo dell’esplosione e ha percorso le strade della città, dove è stato accolto con gioia dalla popolazione locale. “Il Libano ha bisogno di cambiamento e di un nuovo contratto politico”, ha detto il presidente francese. “Non sono qui per sostenere lo Stato o il governo” ma “sono qui per sostenere il popolo libanese”. “Sono qui per lanciare un’iniziativa politica”, per chiedere ai dirigenti libanesi “di procedere con le riforme, un profondo cambiamento, la lotta alla corruzione”, un cambiamento che dovrà iniziare con un’inchiesta “internazionale, aperta e trasparente”, ha detto ancora Macron.

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