Iraq, raid USA uccide il generale iraniano Soleimani. Teheran:”Ora dura vendetta.”

di Francesco Caputi

Un attacco notturno all’aereoporto di Baghdad ha ucciso il generale Soleimani, figura chiave del governo iraniano. Ora l’Iran promette vendetta

Intorno alla mezzanotte, un drone americano ha sparato quattro missili contro un convoglio delle Pmu, una coalizione di milizie paramilitari sciite. Dieci vittime, fra le quali il generale iraniano Qassem Soleimani, capo delle Forze Quds, le forze speciali delle Guardie della Rivoluzione. Tra i morti anche il leader delle PmuAbu Mahdi Al-Muhandis, l’uomo che il 30 dicembre aveva spronato la folla ad assaltare l’ambasciata americana a seguito degli attacchi USA contro strutture della milizia filo-iraniana Kataib Hezbollah. Il raid americano è stato infatti eseguito dietro ordine diretto di Donald Trump a meno di 24 ore dalla fine dell’assedio all’ambasciata da parte di manifestanti sciiti.

Chi era Qassem Soleimani

Soleimani, comandante delle brigate Qods, unità delle forze speciali delle Guardie della Rivoluzione, era considerato in patria un eroe nazionale, quasi una figura leggendaria. Era ammirato da gran parte degli Iraniani, di ogni estrazione sociale e orientamento politico, ed è considerato il simbolo della guerra iracheno-iraniana del 1980-1988, dell’insurrezione anti-americana in Iraq e della lotta all’ISIS. Nonostante la sua vicinanza alla Guida, Ali Khamenei, e il suo ruolo di comandante delle brigate Qods, Soleimani era entrato più volte in collisione con parti della classe politica e militare vicine ai Pasdaran, e proprio per questo motivo Soleimani era diventato una vera e propria celebrità anche presso i giovani, da sempre ostili all’establishment iraniano. Considerato dagli Stati Uniti e da Israele come un sostenitore del terrorismo internazionale, Soleimani era noto per aver armato Hezbollah libanese contro Israele e, accusato più volte come organizzatore di attacchi contro bersagli statunitensi e israeliani, era sempre sfuggito, fino ad ora, ai tentativi di catturarlo o di eliminarlo.

Israele eleva allerta militare

Dopo aver appresso del raid americano e della morte del generale Soleimani, Israele ha annunciato l’innalzamento dello stato di allerta per le proprie delegazioni all’estero. Secondo la radio militare israeliana, non sono da escludersi possibili reazioni da parte di Hezbollah libanese e, proprio per questo motivo,  le piste di sci del monte Hermon al confine con Libano e Siria sono state chiuse al pubblico. Netanyahu ha deciso di interrompere la sua visita in Grecia e di tornare in anticipo in Israele. Netanyahu ha inoltre ordinato ai suoi ministri di non commentare in alcun modo il raid americano e la morte di Soleimani. “Soleimani era responsabile della morte di cittadini americani e di molte altre persone innocenti. Il presidente Trump ha tutto il merito di avere agito con rapidità, forza e decisione.” ha tuttavia affermato il premier israeliano.

Mosca: uccisione di Soleimani aumenterà tensioni in Medio Oriente

“L’uccisione di Soleimani è stato un passo avventurista che aumenterà le tensioni nella regione.” afferma il ministero degli Esteri russo in una nota. “Soleimani ha servito la causa di proteggere gli interessi nazionali dell’Iran con devozione. Esprimiamo le nostre più sincere condoglianze al popolo iraniano.” prosegue il comunicato.

Siria:”Soleimani non sarà dimenticato.”

Anche la Siria condanna il raid americano. “Il popolo siriano non dimenticherà la sua presenza al fianco dell’esercito arabo siriano per difendere la Siria dal terrorismo e dai suoi sostenitori.” ha detto Bashar al-Assad in una lettera di condoglianze inviata alla Guida suprema iraniana Ali Khamenei.

Quali rischi corrono i militari italiani in Medio Oriente

A seguito del raid statunitense, il Ministero della Difesa italiano ha innalzato al massimo il livello di sicurezza nelle basi. L’Italia è presente in Medio Oriente con un contingente di carabinieri a Baghdad e con militari in Libano e in Afghanistan, dove hanno la responsabilità del quadrante ovest del paese, proprio a confine con l’Iran. I rapporti tra l’Italia e l’Iran sono sempre stati abbastanza cordiali, grazie anche ai collegamenti commerciali fra i due paesi, ma la possibilità che i militari italiani possano entrare nel mirino dell’Iran in quanto alleati degli Stati Uniti resta concreta.

Le reazioni di Teheran

L’Ayatollah Ali Khamenei ha decretato tre giorni di lutto nazionale e promette “dura vendetta” contro gli Stati Uniti. Sempre da Teheran sono arrivati i commenti del presidente Hassan Rohani, il quale afferma che “gli Iraniani e le altre nazioni libere del mondo si vendicheranno senza dubbio contro gli USA criminali” e del ministro degli Esteri Iraniano Javad Zarif, che ha definito il raid un “atto di terrorismo internazionale degli USA”. “Gli Stati Uniti si assumeranno la responsabilità di questo avventurismo disonesto.” ha aggiunto Zarif, affermando che gli Stati Uniti, eliminando Soleimani, hanno eliminato anche “la forza più efficace nel combattere Daesh, Al Nusrah e Al Qaeda.”

Le possibili conseguenze del raid

La morte del generale Soleimani è un evento troppo grave perché l’Iran non reagisca. E’ inevitabile in futuro una reazione violenta da parte dell’Iran, soprattutto in un momento di instabilità politica e di proteste interne contro gli ayatollah. E’ da aspettarsi inoltre un consolidamento in Iran da parte delle frange più militariste e conservatrici del sistema politico, soprattutto a seguito della nomina come nuovo generale delle brigate Qods di Esmail Qaani, noto per le sue posizioni radicali e politicizzate e per il suo forte antagonismo nei confronti dello Stato d’Israele.

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