Papa Francesco a Napoli: “Dichiarare guerra al bullismo diminuisce la dignità”

Papa Francesco e’ arrivato a Napoli questa mattina per partecipare alla seconda giornata del convegno sul tema “La teologia dopo Veritatis Gaudium nel contesto Mediterraneo”, nella sede della Pontificia Facolta’ Teologica dell’Italia Meridionale in via Petrarca. Il pontefice, secondo fonti comunali, a rivolto gli auguri di buon onomastico al sindaco Luigi de Magistris.

Alle 12 il suo intervento:

Occorre “dichiarare guerra al bullismo perche’ diminuisce la dignita’” e “non avere paura di dialogare” in quanto “ognuno di noi ha qualcosa di buono dall’altro” e ha bisogno “di ricevere qualcosa di buono dall’altro”. PapaFrancesco si rivolge cosi’ in un videomessaggio in lingua spagnola ai partecipanti alla prima Conferenza online contro il bullismo e il cyberbullismo dal titolo “#StopCyberbullyingDay – 24h Scholas Talks”, organizzata da WeZum, l’Osservatorio giovanile internazionale della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes, in collaborazione con Time4Child Cooperativa Sociale Onlus, che si svolge a Roma, presso la sede della Fondazione in Vaticano in piazza San Calisto. “Un problema che mi preoccupa molto – ha sottolineato il Pontefice – e’ che ognuno di voi trovi la propria identita’, senza la necessita’ di sminuire od oscurare il percorso degli altri. Trovare la propria identita’ e’ un percorso, un percorso di dialogo, un percorso di riflessione, un percorso di interiorita’. E un modo molto semplice per non fare questo cammino e’ attaccare o diminuire l’identita’ degli altri. Qui nasce il bullismo”. Precisando che il bullismo “e’ un fenomeno di auto-compensazione, di autovalutazione”, il Papa ha esortato a non dimenticare che solo una volta e’ lecito guardare una persona dall’alto verso il basso, ossia quando lo si “aiuta a rialzarsi”. Cosa fare allora contro il bullismo? “In farmacia – ha affermato – non vendono rimedi” e l’unico modo “e’ condividere, vivere insieme, dialogare, ascoltare l’altro, prendersi del tempo per camminare insieme”, perche’ “e’ il tempo che fa la relazione” e “non aver paura di dialogare”. Il dialogo “ci rende uguali, non in identita’” ma “lungo la strada”. Siamo camminatori, “tutti diversi, ma tutti in armonia”. Con la pazienza nell’ascolto dell’altro, ha concluso Francesco, “ci sara’ una pace forte”.

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