Governo, Mattarella dà l’incarico. Cottarelli: “Senza fiducia elezioni dopo agosto”

Un Governo snello, con pochi ministri che sarà presentato al Quirinale in tempi strettissimi, entro domani. Il che potrebbe permettere giuramento e richiesta di fiducia alle Camere entro la settimana. Questo è il probabile timing del governo Cottarelli che potrebbe finalmente chiudere questa crisi da record. Naturalmente con la prospettiva principale del ritorno alle urne dopo l’estate. Sergio Mattarella è molto sereno ma molto determinato, riferiscono dal Colle il giorno dopo della contundente richiesta di impeachment (no comment ribadito anche oggi) lanciata proprio da Luigi Di Maio. Una richiesta che certo non preoccupa il capo dello Stato più di una mossa elettoralistica , ma che può aver colpito Mattarella. Il leader politico dei Cinque stelle aveva infatti instaurato con il presidente un ottimo rapporto personale con pubbliche lodi sulla sua correttezza. Piccole amarezze personali per il presidente che è ben più turbato, si riferisce, dalla lettura di una serie di tweet violentissimi che arrivano fino a toccare la figura del fratello Piersanti ucciso dalla mafia. “Farai la fine di tuo fratello”, si scrive su un web ormai gonfio di frasi violente a dimostrazione che ormai si fa appello alla pancia del Paese. Tornando al Governo si inizia a ragionare sulle mosse di “mister spending review”. Di fatto incarna quel governo di garanzia già spiegato dallo stesso Mattarella nel periodo più buio della crisi. Un esecutivo che dovrebbe chiedere una sorta di fiducia limitata, con la garanzia presidenziale – e dello stesso Cottarelli – di dimissioni e scioglimento delle Camere a fine dicembre, una volta approvata una legge di Bilancio light che permetta di evitare l’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva. Dopodichè ritorno al voto nel febbraio 2019.

VERSO IL GOVERNO COTTARELLI – Naturalmente per realizzare questo mini-programma servirà la fiducia del Parlamento e, ad oggi, sembra molto difficile. Se Cottarelli non passasse l’esame delle Camere si aprirebbe anche un problema tecnico-politico: come arrivare almeno a fine settembre ed evitare il voto ad agosto? Sì, perchè se Mattarella sciogliesse subito le Camere, poniamo la prossima settimana, bisogna calcolare un massimo di 70 giorni per il ritorno alle urne. Arriveremmo esattamente a Ferragosto. Servirà quindi un escamotage politico, ad esempio una mozione congiunta di tutte le forze politiche, che permetta a Cottarelli di galleggiare qualche settimana pur sfiduciato. Infine ancora un retroscena sulla giornata di ieri. E’ stato anche portato avanti un estremo tentativo di mediazione per dipanare il “nodo Savona”: il presidente ha chiesto a Giuseppe Conte di iniziare con l’interim dell’Economia. Ma Conte ha gentilmente declinato spiegando di essere un giurista e di non sentirsela.

 

LA NUOVA IPOTESI – Saltato il governo di Giuseppe Conte, ora tocca all’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli: l’economista è entrato al Quirinale (a piedi con trolley a seguito) dove è stato convocato dal presidente della Repubblica per le 11.30. Lo spread dopo un’apertura al ribasso è tornato a salire e lo scontro politico e istituzionale resta altissimo dopo che Luigi Di Maio e anche Giorgia Meloni hanno minacciato la messa in stato di accusa del Capo dello Stato, con la Lega che sull’impeachment non segue M5s e Fdi, che hanno evocato la piazza. Pur parlando d’altro, Mattarella avverte intanto che “la minaccia di violenza” resta e osserva come l’antidoto non possa che essere il rafforzamento della “sensibilità democratica” e la fedeltà “ai principi che ispirano la nostra convivenza”. Ore difficili che fanno scendere in campo a sostegno del Colle diversi esponenti della società civile ma anche del Partito democratico: via tweet Dario Franceschini invoca la necessità di ritrovare l’unità smarrita e dice “verrà il tempo del confronto interno, ma ora ogni divisione tra noi sarebbe imperdonabile”. E Carlo Calenda fa sapere di essere pronto a metterci la faccia e assicura di volersi candidare alle prossime elezioni. Il voto infatti torna ad avvicinarsi e anche Alessandro Di Battista, tra i big pentastellati, mette per iscritto di non voler mollare: ha la valigia in mano ma non appena si aprirà la campagna elettorale – assicura – farà ritorno perché si “deve credere e lottare per le proprie idee”. Che dopo l’intesa sul contratto-programma e la squadra di governo, i gialloverdi possano siglare un patto anche elettorale è una domanda che resta senza una risposta netta: “Vedremo”, dice Salvini che sembra però guardare ora in particolare agli alleati di centrodestra e soprattutto a Silvio Berlusconi: “Se vota il governo Cottarelli addio alleanza: la nota di ieri – osserva – era la stessa di Renzi”. Forza Italia, che ieri con il Cavaliere ha definito l’impeachment “irresponsabile”, chiosa per bocca del portavoce dei gruppi parlamentari azzurri Giorgio Mulè “non daremo i voti a un governo tecnico e nemmeno i Cinque Stelle, quindi un governo che nasce già minoritario”.

SALVINI: “SAREMO ANCORA PIU’ FORTI” – “Andremo al governo con chi ha subito dei veti: saremo ancora più forti”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, in diretta su Fb. “Ho letto e riletto la Costituzione e non c’e’ nessun articolo che proibisca di cambiare le regole Ue”, ha quindi dichiarato giungendo a Montecitorio. “E’ una follia”, ha sottolineato ancora, dicendosi “incazzato nero” per quanto accaduto e aggiungendo che “il problema non é che” il Capo dello Stato “mi ha detto no ad un nome, ma ha detto no a un’idea”.  In precedenza, parlando a “Circomassimo” su Radio Capital, Salvini aveva detto che “nessuno ha mai pensato all’uscita dell’euro: non era nei nostri programmi, non era nei programmi di Savona. C’era solo revisione del sistema bancario e delle tasse”. Sulla scelta di Savona all’economia piuttosto che Giorgetti, Salvini ha spiegato che “Savona era il meglio non leghista, non grillino, che ci avrebbe garantito grandi risultati in Europa, nessun altro avrebbe avuto lo stesso successo. Giorgetti non avrebbe avuto lo stesso peso in Europa, lo sa lui e lo so io. Savona sarebbe stato un perno attorno al quale costruire il governo”. Sulle mosse del Colle ha poi osservato: “Mi interessa capire che fa il Presidente della Repubblica, Cottarelli chi lo vota? Non ha dato l’incarico al centrodestra perché non aveva i voti e ora arriva il signor Cottarelli senza i voti? Mi sembra una forzatura. Se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza”.

LA RINUNCIA DI CONTE – Giuseppe Conte ha rinunciato all’incarico, salta così il governo giallo-verde. Parla il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul no a Savona all’Economia per difendere ‘l’Italia nell’euro’. ‘Sui ministri non posso subire imposizioni, devo difendere i risparmi degli italiani’. Ora un governo del presidente. Il capo dello Stato convoca per oggi al Colle l’economista Carlo Cottarelli. L’iniziativa è stata accolta dall’ira di Salvini, Di Maio e Meloni. ‘Mai servi’, dice il leader della Lega. Mentre M5s e FdI evocano la messa in stato di accusa per il capo dello Stato. “In bocca al lupo a Cottarelli? In bocca al lupo a chiunque. E soprattutto all’Italia. L’importante è cercare di far bene al Paese”, ha detto Conte in serata. Paolo Gentiloni esprime solidarietà al Colle: ‘Ora salviamo il Paese’.

LA POSIZIONE DI MATTARELLA – “Ho agevolato il tentativo di dar vita a governo” tra M5s e Lega, “ho atteso i tempi per farlo approvare dalle basi militanti”, ha detto il Capo dello Stato dopo la rinuncia di Conte. “Io devo firmare” i decreti per le nomine dei ministri “assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non ha subito né può subire imposizione”, ha affermato ancora Mattarella. “L’incertezza della nostra posizione nell’Euro ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L’aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani”, con un rischio anche per i mutui. La decisione di non accettare il ministro dell’Economia “non l’ho presa a cuor leggero”, ha spiegato Mattarella parlando al Quirinale, ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell’evoluzione della situazione alle Camere.  (ANSA)

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