Fiera Ragazzi: la Schiappa scugnizzo napoletano

Ve lo immaginate Greg scugnizzo napoletano? E’ quello che succede in “‘O Diario ‘e nu Maccarone”, l’edizione in napoletano di ‘Diario di una Schiappa’, presentata in anteprima mondiale oggi alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, nel giorno d’apertura della 55/ma edizione.
La traduzione, che sarà in tutte le librerie il 10 maggio, in occasione del Salone del Libro di Torino, è stata al centro di un evento speciale alla presenza di Jeff Kinney, del traduttore d’eccezione Francesco Durante e di Michael Jacobs, presidente e Ceo della casa editrice americana Abrams che ha convinto lo scrittore a “proporre la Schiappa come libro per ragazzi”. .
“Sono stato estremamente sorpreso da tutta questa operazione.
Non conoscevo assolutamente il napoletano come lingua o dialetto, conoscevo la regione di Napoli, ma non l’aspetto linguistico e devo dire che tutto questo per me si sta trasformando in una grande esperienza di apprendimento, molto affascinate” ha detto Kinney all’ANSA. “Io il mondo lo scopro attraverso e grazie a Diario di una Schiappa. Sono esposto a una serie di situazioni e di luoghi a cui non sarei mai arrivato se non avessi scritto questo libro. E quindi mi sto rendendo conto di quanto sia ignorante e spero che la Schiappa mi renda più acculturato” spiega l’autore di ‘Diario di una Schiappa’ che nel mondo ha venduto 200 milioni di copie in 65 edizioni e non si ferma. Pubblicato da Il Castoro, con in copertina un disegno inedito di Kinney, a essere tradotto e’ il primo libro della serie, quello rosso che nel 2015 era stato proposto in Latino da Daniel Gallagher e questa e’ la 56/ma lingua in cui la Schiappa viene tradotta nel mondo. “All’inizio pensavo di fare delle vignette per i giornali tipo quelle di Schultz e ho avuto tante lettere di rifiuto. Non ero in grado di disegnare come un adulto, ma come un bambino. Poi, per 8 anni ho lavorato a quello che sarebbe diventato ‘Diario di una Schiappa’. Dopo 13 anni ero preparato quando ho incontrato Michael Jacobs. Alla fine sono stato fortunato. Mi piace molto la filosofia di Abrams che tratta il libro come un oggetto d’arte” ha raccontato Kinney ripercorrendo la storia del suo diario che è stato tradotto anche in gaelico, catalano e frisone, una lingua germanica minoritaria. “Diario di una Schiappa ha la potenza dei classici. E’ stato scritto prima che i ragazzi passassero tre quarti della loro vita guardando uno smartphone. Questa traduzione, partita come un gioco è diventata poi un incubo perchè il napoletano è una lingua complessa, anche la grafia. Hai continui ripensamenti perchè non sempre hai tutte le parole che ti servono” spiega Durante, che è il traduttore di John Fante e anche di Carver. “Ero immune a questo fenomeno e quando ci sono cascato dentro è stata la scoperta di un mondo nuovo. Una cosa divertente, inaspettata. I vocaboli italiano-napoletano sono ridotti all’essenziale. Ho rispettato la sua modernità” ha sottolineato Durante che ha letto anche un brano in napoletano. E l’oralità ha un grande valore quando si parla di dialetti, anche se riconosciuti lingue, e un audiolibro sarebbe perfetto. “Perchè no? il napoletano ha una sua particolare risonanza. Scrivere e leggere in napoletano è molto diverso e non è semplice. Ci può essere qualche difficoltà con tutti questi apostrofi” spiega il traduttore che come riferimento ha preso l’edizione critica del teatro di Eduardo De Filippo nei Meridiani. E Kinney sogna anche uno spettacolo: “C’è un musical realizzato negli Stati Uniti che, in tutto l’universo legato al Diario di una Schiappa, è la cosa che mi piace di più. Spero che viaggi tanto e che prima o poi approdi a Broadway e da lì magari nel mondo e, chi lo sa, arrivi in Italia e possa diventare un musical cantato in napoletano” dice lo scrittore che sta lavorando a un nuovo libro. “Anche poco fa, in albergo, stavo scrivendo un nuovo capitolo. I miei figli di 12 e 15 anni vorrei mi ispirassero maggiormente. Sono molto atletici, giocano a basket. Non sono pigri come ero io e come è la Schiappa” racconta lo scrittore che viaggia tre mesi all’anno e il primo paese in cui è stato è l’Italia. “Il napoletano ci è sempre sembrata la lingua ideale per la Schiappa. Greg per noi è stato subito uno scugnizzo. E poi il napoletano è una lingua riconosciuta dall’Unesco” ha spiegato la presidente de Il Castoro, Pico Floridi.(ANSA).

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