Smaltimento illegale, 4 arresti a Reggio Calabria (GUARDA IL VIDEO)

Destinatari del provvedimento Stefano, Giuseppe Terzo, Domenico, e Emiliano Antonio Cara. Disposto il sequestro preventivo della ditta Karaeco, dei relativi conti correnti bancari e postali e di 3 automezzi intestati alla azienda

La lunga e complessa indagine che ha portato agli arresti è scaturita da un controllo effettuato nella ditta individuale “Cara Stefano” e nelll’impresa “Cara ecologica s.r.l.”, avvenuto il 29 gennaio di tre anni fa da parte del personale appartenente al Nucleo Investigativo dell’allora Corpo Forestale dello Stato. Quattro persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare, sono state arrestate su disposizione della Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria dai carabinieri. Si tratta di quattro componenti della famiglia Cara, da anni operanti nel settore della raccolta di rifiuti speciali pericolosi e non, in assenza delle necessarie autorizzazioni. Sulla base dell’attività investigativa posta in essere dal Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, la Direzione Distrettuale Antimafia ha chiesto e ottenuto gli arresti di Stefano, Giuseppe Terzo, Domenico, e Emiliano Antonio Cara, di 72, 50, 33 e 35 anni. E’ stato, inoltre, disposto il sequestro preventivo della ditta Karaeco, dei relativi conti correnti bancari e postali e di 3 automezzi intestati alla ditta, nonché di ulteriori 11 automezzi, intestati in uso a soggetti che a vario titolo e in diverse epoche hanno concorso nei reati contestati.

Le due ditte, secondo quanto emerso, operavano nelle adiacenze dell’aeroporto di Reggio Calabria e, pertanto, in una zona sottoposta a particolare tutela ambientale ed a vincolo paesaggistico ed aeroportuale, assolutamente inidonea allo svolgimento dell’attività imprenditoriale, che comportava lo stoccaggio di un’ingente quantità di rifiuti speciali pericolosi e non, di diversa tipologia e natura, in assenza di titolo autorizzativo. Da qui il sequestro delle due ditte e dell’area su cui queste operavano il traffico illecito di rifiuti. Ma la misura cautelare adottata, tuttora in vigore, non avrebbe sortito alcun effetto, dal momento che i membri della famiglia Cara continuavano ad esercitare l’attività illecita, non solo in totale spregio della normativa ambientale, ma anche incuranti delle disposizioni della magistratura. Le indagini dei Carabinieri di Reggio Calabria avrebbero fatto emergere come i Cara reiterassero le condotte criminose già contestate in violazione del testo unico delle norme in materia di ambiente, rendendosi responsabili inoltre di ripetute violazioni di sigilli e sottrazione di cose sottoposte a sequestro. Si sarebbero avvalse della neo-costituita ditta Karaeco intestata a Valentina Cara, a sua volta indagata, per dare una parvenza di liceità al loro operato, salvo poi utilizzare i mezzi intestati alla ditta per proseguire nell’attività di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti speciali nel sito sequestrato.

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